Istat: la Valle d’Aosta non è una regione dai comportamenti green
La Valle d’Aosta non può dirsi una regione green. Così emerge dal report annuale “Noi Italia 2023” di Istat, che, nel 2021, la colloca al secondo posto in Italia per produzione annua di rifiuti urbani – 600,1 chilogrammi per abitante – contro i 409 Kg procapite di Calabria, Molise e Basilicata e una media nazionale di 500,9 Kg.
Nessun miglioramento, rispetto allo scorso anno, neanche nella percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani che cresce nella maggior parte delle regioni, tranne che in Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Abruzzo. Diretta conseguenza di una differenziata che non decolla, è il dato dello smaltimento in discarica dei materiali non recuperabili: la nostra Regione raggiunge i 229 chilogrammi pro capite, ovverosia ben il 38,2%, contro il 19% della media italiana.
Anche per quanto riguarda le emissioni di gas terra i dati non sono lusinghieri: insieme alla Sardegna la Valle d’Aosta è la regione con il più alto valore pro capite. Ne produciamo 12,1 tonnellata contro la media italiana di 7.
I due record negativi sono, tuttavia riequilibrati dal dato relativo alla produzione pro capite di energia elettrica (242,3 GWh per 10 mila abitanti contro i 48,9 GWh di media nazionale) che, grazie alla presenza delle centrali idroelettriche, sul nostro territorio deriva nel 100% dei casi da fonti rinnovabili e pertanto sostenibili.
Rifiuti: in Valle si riduce lievemente la quantità prodotta
Nel 2021 le tre regioni meno virtuose in termini di smaltimento dei rifiuti urbani risultano, al fianco della nostra, Emilia-Romagna (640,8 chilogrammi per abitante) e la Toscana (598,0 chilogrammi per abitante); nonostante ciò, rispetto all’anno precedente essa si distingue dal resto della Penisola per essere la sola realtà in cui, contro l’incremento produttivo medio del +5%, si registra un decremento del -1,5%. Per ciò che concerne la quantità di rifiuti sottoposti a raccolta differenziata si aggira attorno ai 384,3 chilogrammi per ogni cittadino, restando sostanzialmente stabile rispetto agli anni passati nonostante l’aumento riscontrato in larga parte delle regioni.
Il consumo di acqua potabile in Valle è il doppio della media italiana
Nel 2020, l’erogazione dell’acqua per uso potabile si presenta eterogenea sul territorio italiano, spaziando dai 155 litri per abitante al giorno della Puglia ai 438 litri pro capite della Valle d’Aosta, un valore più del doppio della media italiana che si ferma a 215 litri per abitante. Positivo invece il valore delle perdite idriche con la nostra Regione che si conferma la più virtuosa con il dato più basso in Italia (23,9%) contro il 34,6% del nazionale.
Una regione autosufficiente sul piano energetico
A compensare l’elevato consumo di energia elettrica monitorato nel 2021 in Valle d’Aosta, seconda in Italia soltanto al Friuli Venezia Giulia con i suoi 7.602,4 chilowattore pro capite, subentra come accennato una elevata produzione prettamente dovuta alla presenza sul territorio di numerose centrali idroelettriche; questo ha permesso alla regione non soltanto di raggiungere la piena autosufficienza energetica bensì anche di trasferire dalla rete di trasporto nazionale il proprio surplus. La provenienza di tale energia da fonti rinnovabili (pari al 105,4%) raddoppia l’obiettivo del Decreto del 15 marzo del 2012 rilasciato dal Ministero dello Sviluppo economico, fissato al 52,1% al 2020.
In controtendenza i numeri dei nuovi nati
Nonostante l’Italia sia uno dei primi Paesi europei per importanza demografica, capace di coprire da sola ben il 13% dei 447 milioni di abitanti dell’Unione europea, nel 2021 si registra un decremento della popolazione residente pari al -0,3% rispetto all’anno precedente; tali dinamiche paiono non interessare la regione, che ha potuto notare una inversione di tendenza nonché una crescita di nuovi nati da 744 nel 2021 a 782 nel 2022. Mentre tornano a essere celebrati i matrimoni (31 mila in Italia, 3 mila in Valle d’Aosta), in crescita anche le separazioni (97.913 in Italia, 1,9 mila in Valle d’Aosta) e i divorzi (83.192 in Italia, 1,5 mila in Valle d’Aosta).
I cittadini stranieri sono, ai primi inizi del 2022, circa 5 milioni (141 mila in meno rispetto all’anno precedente), circa l’8,5% del totale; poiché essi risultano concentrati specificatamente tra il Nord e il Centro, l’incremento dei nuovi flussi di ingresso ha riguardato prettamente il Sud e le Isole. Più specificatamente, la regione registra un tasso migratorio pari all’1,9% nel 2022 e all’1,7% nel 2021, un dato comunque in calo rispetto ai boom riscontrati nel 2019 (3,0%) e nel 2020 (2,8%).
Il numero di giovani valdostani che studiano è inferiore alla media nazionale
Nel 2020 Istat ha riscontrato molteplici divari nel tasso di partecipazione al sistema formativo da parte dei ragazzi di età compresa tra i 20 e i 24 anni: a primeggiare sono Emilia Romagna (53,4%) e Lazio (51,1%), mentre la Valle d’Aosta assieme a Veneto, Liguria e Provincia autonoma di Bolzano risulta inferiore alla media nazionale stimata al 37,4%. Alla base di tale fenomeno potrebbero esservi sia il tasso di abbandono scolastico (8,5%) sia il divario tra le percentuali di residenti in possesso di un titolo di scuola secondaria (33,5%) e i residenti in possesso di un titolo di laurea (30,9%). Elevate anche le percentuali relative ai cosiddetti neet, i giovani che non lavorano e non studiano, che nella regione raggiungono il 16,0% andando a superare la media nazionale del 14,0%.
Quanto al mercato del lavoro, i dipendenti a tempo determinato sono in Valle d’Aosta soltanto il 19,0% mentre quelli con contratto part-time sono il 17,0%; nel 2021 il tasso di occupazione tra i 20 e i 64 anni è del 74,9% mentre quello tra i 55 e i 64 anni è del 61,2%. Oltre ai livelli di impiego, anche quelli di disoccupazione riscontrano forti demarcazioni territoriali: se nel esso Mezzogiorno raggiunge il 14,3%, con sfavore per la fascia di popolazione femminile, nel Nord-Ovest esso si ferma al 5,5%, perfettamente in linea con il 5,4% della regione.
Poche start up, la Valle è ultima per capacità di innovazione
La Valle d’Aosta vanta nel 2020 8.760 imprese radicate sul territorio, superando i valori nazionali di 74,2 ogni mille abitanti; la dimensione di azienda (3,9 addetti) è inferiore alla media europea (5,5 addetti) e denota una certa frammentazione del tessuto produttivo italiano. Quanto alla capacità di innovazione, tuttavia, con un solo 35,4% di start-up, la regione emerge in negativo quale ultima in classifica al fianco di Sardegna (40,1%) e Sicilia (40,0%).
Sono per converso 39,1% (il 27,5% in Italia) i lavoratori indipendenti sul totale dei lavoratori delle ditte, una delle quote tra le più elevate dei Paesi dell’Unione europea, i quali tendono a fermarsi a una media del 14,7%.
Anche l’offerta turistica sembra notare i primi ma tuttora timidi segnali di ripresa post Covid-19, raggiungendo i 37 milioni di viaggi effettuati sul territorio nazionale. Le regioni del Nord-Est, con quasi 1,7 milioni di posti letto (33,9% del totale nazionale), sono quelle dotate di maggiore capacità ricettiva, la Valle d’Aosta spicca al primo posto nella graduatoria con i suoi 465,7 posti letto ogni mille abitanti.
La Valle è ancora una regione ricca: al 4° posto per PIL procapite
Il Pil pro capite delle famiglie in Italia è fortemente diseguale. In questo la Valle d’Aosta si conferma ai primi posti con 36.180 euro preceduta solo dalla Provincia Autonoma di Bolzano (44.054 euro), dalla Lombardia e dalla Provincia autonoma di Trento. Le regioni più povere rimangono Calabria (16.168 euro) e Sicilia (17.003 euro), precedute da Puglia (18.209 euro) e Campania (18.321 euro).
A fronte di una spesa media mensile pari a 2.437 euro (+4,7% rispetto al 2020), di cui circa un quarto destinata ad alimenti e tre quarti destinata per contro al consumo di beni e servizi non alimentari, la povertà assoluta permane sugli elevati valori raggiunti nel 2020, coinvolgendo 1,9 milioni di famiglie (7,5%) e 5,6 milioni di individui (9,4%).
Più ingente ancora risulta la spesa statale per abitante regionalizzata, con la Valle d’Aosta che emerge nella lista delle regioni con i più alti costi statali per abitante, 17.600 euro; seguono il secondo posto del Trentino-Alto Adige (15.900 mila euro), e il terzo posto del Friuli-Venezia Giulia e Lazio (tra i 14 mila e i 15 mila euro).
Più posti letto in ospedale che nelle altre regioni
Con 3,9 posti ogni 1.000 abitanti, la Valle d’Aosta si colloca al primo posto in Italia per numero di letti ospedalieri, superando così la media nazionale ferma a 3,1 posti ogni 1.000 abitanti. Nonostante le continue diminuzioni di disponibilità che paiono colpire tutte le regioni – in modo particolare Lazio, Toscana, Molise, Friuli Venezia Giulia e Provincia Autonoma di Bolzano -, la regione brilla per il netto divario con Campania e Calabria, che contano nel 2020 2,6 posti ogni 1.000 abitanti.
Peraltro, la Valle d’Aosta raggiunge tra il 2020 e il 2021 il record negativo del secondo posto per quantità di consumatori di alcool a rischio, raggiungendo il 19,8% a fronte di una media nazionale del 14,5%; in crescita anche le percentuali di fumatori (19,3%) e obesi (13%).