Trent’anni di vita per la biblioteca di Sarre, durante i quali il paese è cambiato per numero di abitanti, abitudini e modo di socializzare. Trent’anni di servizio di lettura pubblica e di corsi, come ricorda la bibliotecaria Clara Bethaz: “Quello che mi preme sottolineare è che questa struttura garantisce un servizio di pubblica lettura, e questa rimane la sua funzione primaria, ma c’è anche da dire che nel corso degli anni siamo riusciti a creare una rete di persone e soprattutto di associazioni che qui si conoscono, o si ritrovano, parlano e discutono e insieme creano”. Creare, un verbo che assume un significato particolare detto da Clara, dipendente che la biblioteca l’ha vista (e fatta!), nascere, da quel 1989 che ora sembra molto lontano, ma che in realtà è solo un primo passo nella vita della struttura.
Nel 1989 la biblioteca viene aperta nella cappella Champé (ora sede degli archivi storici del comune ndr), nella parte alta di Sarre capoluogo e, oltre a un’ampia scelta di libri, dava la possibilità agli utenti di usufruire di diverse postazioni per l’ascolto di cd e musicassette. Tanti i ragazzi che, durante i pomeriggi di studio e ricerca, si sono avvicendati sulla scala a chiocciola bianca che conduceva al piano interrato in quella che, allora, era un punto fondamentale nella vita del paese, grazie anche a Clara e alla sua competenza nell’indirizzare le persone a letture e ricerche mirate. Accompagnata da Cesare Marguerettaz alla scrivania della struttura, la Bethaz diventerà poi unica dipendente e assisterà anche al trasloco del materiale dalla cappella Champé alla centralissima piazza Chanoux, nel 2010, sul sagrato della chiesa di San Maurizio, sede odierna della biblioteca. Anche il trasloco divenne un momento intenso di partecipazione per la popolazione: una catena umana per portare i libri dalla parte alta alla piazza per inaugurare definitivamente la nuova sede.
“Essere catalizzatore per tutte le attività del territorio”, Illa Milesi, presidentessa della Commissione bibliotecaria esprime con queste parole l’essenza di una struttura che nel corso degli anni ha organizzato e sostenuto diversi corsi per diverse sensibilità, spesso al limite della cultura nel senso più stretto, ma che hanno sempre raccolto il favore delle persone. “L’appartenenza è anche un segno di cittadinanza attiva – continua la Milesi -, e devo dire che sono molto felice che la biblioteca faccia la sua parte permettendo a tutti di incontrarsi e scambiare idee e opinioni”.
Avere una biblioteca di prossimità, nonostante la vicinanza con Aosta è motivo di dibattito per molti, non per la bibliotecaria di Sarre, che ritiene di poter dare un servizio diverso da quello centralizzato regionale: “Quello a cui assisto quotidianamente è uno scambio umano. La biblioteca di un paese dà qualcosa di diverso rispetto a quella regionale, non migliore o peggiore, ma diverso: qui la gente si incontra, si saluta e si conosce ed è così che iniziano le relazioni umane. C’è bisogno di una biblioteca per continuare a creare un senso di comunità. Inoltre, in questi anni, specialmente questi ultimi 10 anni, siamo stati in grado di creare una rete tra le persone e tra le associazioni, permettendo lo scambio di curiosità e di conoscenza e questo rientra a pieno nel compito culturale di una struttura come la biblioteca”.
Leggere sì, ma anche informarsi e scoprire persone con interessi in comune, questo è quello che da 30 anni la biblioteca di Sarre cerca di fare in un paese certamente difficile dal punto di vista del territorio, ma che punta a ritrovare nella cultura un collante in grado di avvicinare le persone e nella biblioteca il luogo adatto per creare un microcosmo di interessi e cittadinanza attiva e partecipativa.