Rinnovato il bagno di folla per la sagra del Jambon de Bosses edizione 2011, nonostante i temporali che si sono abbattuti inclementi tutte le sere, ma soprattutto il sabato, sui tendoni alla base degli impianti di Crevacol.
Difficile fare una stima dei partecipanti; c’è chi ha trascorso qui due o tre giorni di festa e chi si è affacciato solo per un veloce “assaggio”, salendo dal capoluogo a salutare gli amici du pays o in transito verso la Svizzera e le località balneari. Entusiasti, gli organizzatori concordano nel considerare l’affluenza in linea con la già fortunata edizione dello scorso anno. Un solo dato certo: 34 prosciutti, di circa 7 kilogrammi l’uno, fatti fuori in un solo week-end. Una buona parte venduta al dettaglio – al trancio o in vaschetta – a causa del tempo che, a fasi alterne, non ha sempre permesso la degustazione in loco.
Giunta ormai alla sua quarantesima edizione, la sagra, menzionata in tutte le principali riviste e i forum di buongustai e buontemponi, è un tripudio di match di morra, musica, canti e tanti, forse troppi, brindisi. Così non è raro imbattersi in tavolate miste di turisti e autoctoni che bevono assieme, gruppi di giovani e meno giovani che si sfidano in improbabili prove di abilità o improvvisano goliardiche bravate. Per niente suggestionato da tanto folklore, Edi Avoyer della Cooperativa du Jambon de Bosses non ha dubbi, è grazie a questa fiera che il prosciutto prodotto e stagionato ai piedi del Gran San Bernardo è riuscito a farsi conoscere ed ottenere nel 1996 il marchio DOP, Denominazione di Origine Protetta.
Raggiunto al telefono dopo un estenuante fine settimana il sindaco di Saint-Rhemy-en-Bosses, Corrado Jordan, ci tiene a ringraziare per l’ottima organizzazione il comitato della Pro loco e spiega: “Il successo di questa manifestazione è dovuto all’impegno e la partecipazione di tutti i cittadini.”