Negli ultimi quattro anni, dal 2017 al 2021, un importante progetto europeo ha messo in contatto i territori viticoli della Città Metropolitana di Torino, del territorio transfrontaliero della Savoia e quelli della Valle d’Aosta.
Il progetto finanziato dal Programma europeo di cooperazione transfrontaliera tra Francia e Italia, che prende il nome di Via delle Alpi (ViA) ha voluto puntare sulla riqualificazione e sulla promozione del patrimonio paesaggistico e culturale delle aree alpine e, spiega la dirigente della direzione Sviluppo Montano della Città di Torino Elena Di Bella, dare impulso al turismo del vino e del territorio vitivinicolo.
Per raggiungere questi obiettivi hanno collaborato tra loro dieci partner diversi, tra cui la Regione Valle d’Aosta, il Cervim e l’Institut Agricole Régional e sono stati coinvolti all’incirca un centinaio turisti, una decina giornalisti, sessanta operatori turistici, sessanta viticoltori, quindici amministratori e una cinquantina di studenti.
Il consigliere dello Sviluppo economico della Città di Torino, Dimitri De Vita, ricorda come il progetto “ha visto una cospicua dotazione finanziaria, abbiamo avuto a disposizione 2 milioni e mezzo di euro che sono stati distribuiti in quattro anni. Siamo riusciti a raggiungere i nostri obiettivi fondamentali, ossia – ha continuato Di Vita – il rilancio delle imprese di montagna e il sostegno degli imprenditori turistici che devono essere accompagnati dagli enti pubblici nei loro impegno quotidiano.”
Per quanto riguarda la nostra regione, sono stati coinvolti tre comuni.
Il primo, Aymavilles, “ha sposato fin da subito il progetto che ha permesso la creazione, nel castello, di un centro espositivo e informativo sulla viticoltura e ha anche realizzato due aree parcheggio molto importanti” ha spiegato la Sindaca Loredana Petey.
Anche il Comune di Morgex è stato uno dei protagonisti di Via delle Alpi, ospitando il vigneto della Piagne che risale al 1856 e grazie ai fondi concessi ha potuto essere riqualificato. Come ha detto il Sindaco Federico Barzagli il vigneto in questo modo “può ritornare a quello che è sempre stato: un anfiteatro roccioso, un vero e proprio monumento” che, dopo l’aggiunta dell’illuminazione, consentirà di ospitare eventi serali nelle prossime estati.
L’ultimo comune valdostano che ha beneficiato direttamente dal progetto è stato il Comune di Donnas che ha recuperato due vigneti storici. Uno di questi più basso potrà ospitare scolaresche e sarà accessibile anche alle persone disabili, mentre l’altro, quello più alto è costruito su una zona di forte pendenza “dove – dice il Sindaco Amedeo Follioley- il turista potrà sperimentare cosa davvero significhi agricoltura eroica.”
A fianco dei comuni anche alcuni enti del territorio. Il Cervim, che insieme all’Università della Valle d’Aosta, ha prodotto uno studio che ha evidenziato quanto, per i turisti, il vino rappresenti uno degli elementi caratterizzanti dell’identità locale. Inoltre, l’Institut Agricole Régional e l’Università di Torino hanno prodotto una guida e un manuale che “illustrano le caratteristiche della varie zone coinvolte oltre che uno studio economico che ha messo in luce i costi di impianto e produzione delle zone viticole più particolari.” ha specificato il professore dell’Iar Carlo Francesia.