Le famiglie dell’Ape Luna: “Il Comune non pensi di usare i nostri bimbi per riempire i suoi nidi”

Sulla garderie Ape Luna, l’unico servizio pubblico nella zona est della città, si profila lo spettro della chiusura.
Bambini all'asilo (immagine d'archivio)
Società

“I nostri non sono bambini di serie B”. C’è preoccupazione ma anche rabbia fra i genitori dei piccoli utenti della Garderie Ape Luna di Aosta.

Sul servizio, l’unico pubblico nella zona est della città, si profila lo spettro della chiusura. A dicembre 2017 era arrivato il rinnovo per un anno, in vista della riorganizzazione complessiva del modello gestionale dei servizi per la prima infanzia. A pochi mesi dalla scadenza degli appalti, sul tavolo sembrano esserci alcune idee, ma al momento nessun atto.

“Ad oggi non abbiamo idea di cosa succederà a gennaio. – ricorda Daniela, portavoce dei genitori – Abbiamo una serie di informazioni confuse”.

Ad agosto gli utenti del servizio, preoccupati per l’assenza di notizie sul futuro della garderie, hanno scritto una lettera, firmata in pochi giorni da 300 persone, e in seguito sono stati ricevuti dal Sindaco.

“Sappiamo che la nostra struttura è in perdita, ma non è l’unica. – continua Daniela  – Con spirito costruttivo abbiamo offerto al Sindaco e all’Assessore la nostra disponibilità a farci carico di un adeguamento delle tariffe e se del caso, anche di uno spostamento del servizio in un’altra sede, purché in quella parte della città”.

Al momento però la lettera, così come altri contatti, non hanno avuto risposte ufficiali.

“La garderie non è un parcheggio, come qualcuno ha avuto modo di sottolineare durante l’incontro avuto” prosegue Daniela “C’è un progetto educativo che ha portato le famiglie a scegliere questo servizio piuttosto che altri. Risponde a specifiche necessità delle famiglie che i nidi non sono in grado di soddisfare”.

Martedì le famiglie – la struttura ospita 20 bambini, 13 sono quelli in lista di attesa –  torneranno ad incontrare l’Assessore. “Chiederemo trasparenza sui costi dei servizi. Non riusciamo a capire perché per le altre strutture arriverà una proroga mentre la nostra dovrà chiudere. Perché questa discriminazione?”.

A far infuriare le famiglie dei piccoli utenti dell’Ape Luna è la “scarsa sensibilità” dimostrata dagli amministratori comunali.

“I bambini creano dei legami affettivi con le educatrici e a quell’età i cambiamenti sono per molti destabilizzanti, traumatici – evidenzia ancora la portavoce dei genitori – Se avevano già idea di chiudere la struttura perché hanno continuato a permettere gli inserimenti? Gli ultimi sono avvenuti ad agosto”. La paura delle famiglie è di dover far subire ai loro bambini, in attesa dell’accreditamento, un doppio trasferimento. 

“Se l’idea è di usare i nostri bambini per riempire i nidi comunali, diciamo già ora che non sarà così”.

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