Gentile signor Sindaco,
scrivo questa lettera aperta come accompagnamento alle mie osservazioni sulla progettata collocazione della nuova caserma dei carabinieri di Cogne nei locali della stazione ferroviaria, che ho provveduto a inviarle con raccomandata.
Tali osservazioni, mi hanno detto, potranno forse contribuire a far cambiare idea all’amministrazione, e diventeranno necessarie nel caso qualcuno voglia sobbarcarsi le spese di un ricorso amministrativo contro la decisione in oggetto.
Io che frequento Cogne da quando ero bambino non voglio pensare che questa sia la via da perseguire per dialogare con l’amministrazione pubblica e spero che il punto di vista di chi vuole tutelare un bene comune unico per valore storico e culturale – la ferrovia del Drinc nella sua interezza e il suo ruolo specifico all’interno del più complesso sistema minerario valdostano – sarà preso nella dovuta considerazione.
Negli ultimi anni i cittadini di Cogne, quelli della Valle d’Aosta e anche – attraverso il censimento dei Luoghi del Cuore del FAI – delle altre regioni d’Italia hanno espresso il proprio affetto per un’opera ingegneristica che fa parte della storia della Valle. Posta l’effettiva utilità di una caserma dei carabinieri, per quale ragione si è voluta scegliere proprio questa collocazione?
Ci sono scelte dalle quali non si può fare ritorno.
Indipendentemente dall’uso che della stazione e della ferrovia si potrebbe fare in futuro, conviene oggi mantenerne l’integrità, in considerazione del loro significato per la memoria del luogo e dei suoi abitanti.
Esistono altri edifici, nel territorio comunale, nei quali si potrebbe realizzare la caserma, e, anche a voler utilizzare il patrimonio immobiliare costituito dal villaggio dei minatori, è possibile individuare strutture meno peculiari per forma e funzione, senza precludere per il futuro la possibilità di un recupero complessivo, a fini turistici, museali e culturali della ferrovia del Drinc e dell’intera filiera valdostana dell’acciaio.
Spero dunque che il Comune sappia ascoltare la voce di quei cittadini che non vogliono lo snaturamento della stazione di partenza della linea Cogne-Acque Fredde: è così che concepisco la buona politica, quella che forse è ancora possibile, almeno a livello locale. In fondo, non si tratta né di votare il completamento dei lavori del “trenino di Cogne”, né di rinunciare alla caserma, ma più semplicemente di scegliere un altro edificio per ospitare i carabinieri, preservando per le prossime generazioni un bene comune insostituibile.
Cordiali saluti,
Mario Badino