“Lungo le strade del futuro” è slogan che accompagna il Dossier Statistico sull’immigrazione 2008, curato dalla Caritas e Migrantes, presentato anche ad Aosta oggi, giovedì 30 ottobre. “Siamo di fronte ad una realtà, in Italia come in Valle d’Aosta, strutturata e stabile, tendenzialmente in crescita, con cui dobbiamo e dovremo confrontarci nel futuro” ha sottolineato William Bonapace , professore dell’ateneo valdostano e curatore della sezione dedicata alla regione.
Secondo i dati contenuti nel dossier gli stranieri regolari residenti o soggiornanti in Valle d’Aosta alla fine del 2007 sono circa 7.500 unità (erano 6.300 nel 2006), il 52,6% di questi sono donne e il 21,7% minori. La popolazione straniera è tendenzialmente molto giovane: il 49% dei residenti e soggiornanti in Valle d’Aosta ha un’età compresa tra i 18 e i 39 anni.
Il paese di provenienza più rappresentato è il Marocco con il 40 % del totale degli immigrati, seguono Romania (26%), Albania (16%) e Tunisia (10%). A dispetto dei pregiudizi più comuni, gli stranieri, in Italia come nella nostra Regione, sono fortemente attivi nel mercato del lavoro con un tasso di occupazione superiore al 70% e nettamente al di sopra di quello degli italiani. Sul fronte economico, in Valle sono quasi 700 le imprese che hanno un titolare straniero prevalentemente collocate nel settore delle costruzioni e del commercio.
La stabilizzazione del fenomeno migratorio ha effetti importanti anche sulla presenza di minori nella scuola. Sono 1.264, alla fine del 2007, gli alunni stranieri in Valle ed incidono per il 6,8% sulla popolazione scolastica della regione. Il 79,5% di questi frequenta la scuola dell’infanzia, le elementari e le medie, mentre sono 259 gli iscritti ad istituti scolastici superiori. “Dalla presenza nelle scuole emergono alcune problematiche delicate – ha sottolineato William Bonapace – vista la forte propensione degli studenti stranieri (l’80% circa) a scegliere istituti professionali e tecnici. Questa tendenza includerebbe, però, sul lungo periodo il rischio di creare situazioni di auto-esclusione e modesta mobilità verticale delle giovani generazioni di immigrati”.
“L’immigrazione non è un fenomeno marginale nella nostra società – ha sottolineato in apertura monsignor Giuseppe Anfossi – è necessario conoscerlo per poterlo interpretare e per fornire delle risposte. In particolare credo sia indispensabile adottare un approccio positivo nei confronti dell’immigrazione, anche se in questo momento non è così”.