Non è una scuola ma non è neanche la risposta dei genitori free vax al Decreto Lorenzin. Ci tengono i promotori del progetto di autorganizzazione famigliare che partirà a settembre a mettere subito in chiaro le cose. “Io non so se i bambini che aderiscono all’iniziativa siano vaccinati o meno e non mi interessa neppure saperlo” spiega Monia Rutigliani.
21 famiglie, 5 in lista d’attesa, hanno deciso di organizzare per i propri figli, nella fascia d’età 3-6 anni, un progetto per portare avanti il Metodo Montessori.
Hanno quindi trovato una casa nel centro di Aosta che da settembre accoglierà i piccoli. Qui i genitori a turno, e in base alle proprie competenze, si faranno carico dell’educazione di 23 bambini.
“Il progetto parte nel 2016 – racconta Rutigliani – Mia figlia stava frequentando l’ultimo anno dell’unico Asilo nido Montessori presente in Valle d’Aosta e con altri genitori ci siamo chiesti cosa ne sarebbe stato di loro nella scuola pubblica. Non perché io sia contro la scuola pubblica, ma quello che non accetto è il sistema della roulette, se ti va bene trovi degli insegnanti meravigliosi, preparati e motivati, se ti va male i bambini non sono felici”.
Il gruppo di genitori, inizialmente una decina, si è quindi rivolto alle istituzioni per proporre l’avvio di una classe sperimentale Montessori ufficiale nella scuola pubblica.
“Avevamo suggerito una scuola di montagna anche per evitarne la chiusura – racconta ancora Rutigliani – Per un genitore è facile, sapendo che c’è un metodo alternativo, portare un bambino da Aosta ad esempio a Valpelline”.
I tempi però non sono ancora maturi perché per la scuola dell’infanzia c’è solo un’insegnante in formazione, mentre per la scuola primaria – tre le insegnanti Montessori – le istituzioni sollevano dubbi e perplessità.
Le famiglie – grazie a momenti di informazione e promozione il gruppo si allarga – decidono così di sfruttare le opportunità offerte da una legge regionale del 1998 sull’autorganizzazione famigliare.
“Ognuna ha dato la propria disponibilità a metter in campo le proprie competenze. Abbiamo ad esempio una biologa che si occuperà del menù, per i pasti faremo poi delle convenzioni con i ristoranti del centro, abbiamo delle insegnanti e un legale. Laddove poi non possiamo arrivare demanderemo a terzi come per lo yoga o l’inglese” spiega Rutigliani.
“Faremo delle attività strutturate, per esempio utilizzeremo i monumenti per ritrovare le proprie radici, utilizzeremo la biblioteca regionale e i parchi pubblici”.
Il progetto verrà finanziato dalle famiglie che si divideranno in parti uguali le spese.
I promotori del progetto guardano poi con attenzione al prossimo governo regionale. “Laddove le istituzioni saranno in grado di fornirci la stessa qualità educativa che noi cerchiamo, anche promuovendo nell’Ateneo valdostano la formazione Montessori, siamo pronti a inserire i bambini nella scuola pubblica. Ma per il momento è un nostro diritto decidere come crescere ed educare i nostri figli”.
Aspettando settembre, i piccoli inizieranno a conoscersi durante l'estate con il progetto sperimentale dei "Campi solari", sempre basato sul Metodo Montessori. (Per informazioni: lalberodelmelo@hotmail.com o 331/1802065)