“Non è accettabile usare l’elicottero in montagna al posto del taxi”

Non si placa la polemica sull’uso dell’eliski. Questa volta a scrivere al sindaco di Gressoney-La-Trinité, Alessandro Girod, è Fabio Valentini, segretario di Mountain Wilderness Italia.
I lettori di Aostasera, Società

Gentile Sindaco, abbiamo letto degli avvenimenti e delle dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi a proposito dei voli di eliturismo sul Monte Rosa autorizzati dalla Regione “da un’idea del Comune”, come riporta il quotidiano La Stampa del 21 agosto 2010.

Ci permettiamo di dubitare, come da Lei affermato, che si sia trattato di “rispondere alle richieste di numerosi turisti ospiti della località, che per ragioni di età o per particolari condizioni psico-fisiche non avrebbero potuto altrimenti godere delle bellezze delle nostre montagne.” Sono stati contati nei due giorni circa 80 voli ognuno con 4 o 5 persone a bordo, per un totale di 300-400 persone: tutti anziani o invalidi? Paganti dai 60 ai 120 euro ciascuno?

Lo stesso articolo de La Stampa riporta le lamentele del proprietario della baita di Cortlys, mentre Lei afferma che “nessuna protesta è stata espressa”.

Da molti anni Mountain Wilderness sta lanciando l’allarme sull’uso improprio dell’elicottero in montagna, che dovrebbe essere usato esclusivamente per la gestione del territorio, per la sicurezza, per il soccorso alpino e la sanità pubblica e per lavoro. E’ ovvio che l’elicottero vada usato per salvare vite umane o per accelerare il ricovero in ospedale, è anche accettabile che sia usato per rifornire rifugi non serviti da strade né da teleferiche o per le ristrutturazioni in quota e il trasporto dei materiali. Non è accettabile invece che si usi l’elicottero in montagna al posto del taxi, per il turismo (vista delle montagne dall’alto) o per altri usi privati, come mezzo per praticare l’eliski, per arrivare sulle cime e poi scendere con le mountain bike, per la caccia ecc.

Purtroppo non è una prerogativa solo valdostana, sull’arco alpino ed anche appenninico si ripetono con allarmante frequenza episodi di questo genere in nome di una diversificazione dell’offerta turistica che porti una maggiore affluenza di visitatori con le conseguenti auspicate ricadute economiche. Il guaio è che questo tipo di attività non solo crea uno scarso indotto economico e soprattutto molto circoscritto, ma allontana una fetta di potenziali turisti disturbati dall’invadenza dei motori; crediamo di non inventarci nulla dicendo che ci sono molte esperienze in proposito, anche nella vostra stessa regione, che possono confermare questa tesi.

Prendiamo atto con piacere delle Sue affermazioni secondo cui “sarà comunque nostra premura cercare di limitare altri eventuali inconvenienti in futuro”, ed auspichiamo di poter avviare occasioni di confronto sulle prospettive della montagna. Da anni segnaliamo con insistenza la necessità di una programmazione territoriale che vada oltre i singoli confini amministrativi, per la creazione di un tavolo di lavoro internazionale che abbracci l’intero comprensorio Monte Rosa-Cervino in modo che l’alto interesse ambientale e turistico di questa magnifica area sia affrontato in un’unica visione, attraverso un adeguato processo partecipato.

Cordialmente

 

Fabio Valentini, segretario di Mountain Wilderness Italia

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