A Pierre D’Alfonso piace definirsi un “trainspotter” o, per essere più chiari, un appassionato di treni. Nato e cresciuto in Valle d’Aosta, trascorre la sua infanzia e adolescenza tra Rhêmes-Notre-Dame e Saint-Pierre. È proprio dalla stazione di Saint-Pierre che ogni mattina parte per andare ad Aosta, dove frequenta il Liceo di Scienze Sociali presso l’Istituto Regina Maria Adelaide.
Una volta diplomato decide di trasferirsi a Bologna, una città che ritiene culturalmente e socialmente interessante, oltre ad essere una realtà attenta al tema della ecosostenibilità e della mobilità sostenibile. Nel capoluogo emiliano-romagnolo Pierre consegue dapprima la laurea triennale in Scienze della Formazione e poi quella magistrale in Scienze Politiche a indirizzo Cooperazione Internazionale. Durante il secondo biennio universitario si presenta l’opportunità di partire grazie al progetto Erasmus: Pierre decide di coglierla e così parte per Timişoara, in Romania.
Il soggiorno in terra romena si protrae per due anni e Pierre, oltre allo studio, lavora come Project Manager per due enti, l’ASAT e l’ECOSENS, che si occupano rispettivamente di promozione dell’agricoltura biologica e di economia sociale, nello specifico di politiche di inclusione. Conclusa questa esperienza fa rientro in Italia, in particolare a Milano, città di origine dei suoi genitori. Nel capoluogo lombardo Pierre lavora come insegnante di sostegno in diverse istituzioni scolastiche, ma in parallelo continua a coltivare la sua passione per i treni e per la mobilità sostenibile.
È proprio da questa passione che nasce “VIADAMILANO”: “Si tratta di un progetto, promosso attraverso Instagram, nato nel 2020, a seguito del lockdown – racconta – dopo quel periodo chiuso in casa avevo una gran voglia di uscire dalla città e viaggiare in treno, la mia grande passione insieme al trekking: ho deciso così di ideare i trekking ferroviari, itinerari in treno da 0 a 150 km da Milano”. L’obiettivo di Pierre è quello di far scoprire il potenziale di questo mezzo di trasporto concepito, dai milanesi, come un servizio esclusivamente dedicato ai pendolari.
L’idea non si ferma al mero trasporto, bensì è volta alla riscoperta di itinerari di interesse turistico e alla conversione delle stazioni in luoghi di ristoro e di aggregazione per chi vuole fare attività sportiva. Pierre, per promuovere questo suo progetto non soltanto sui social, decide di presentarlo alla “Giornata della mobilità sostenibile” promossa da Legambiente: “Ho voluto spiegare come gli itinerari proposti sensibilizzino e spronino i cittadini a conoscere borghi, siti di archeologia industriale e parchi naturali attraverso percorsi di trekking ferroviario ad anello o di collegamento da una stazione all’altra”.
Il legame con la Valle d’Aosta rimane forte e Pierre è determinato a estendere il suo progetto all’interno dei confini valdostani. Dopo aver percorso, la scorsa estate, tutte le tappe del Cammino Balteo, la sua attenzione è rivolta ora, in particolare, alla tratta dismessa Aosta-Pré-Saint-Didier che, a suo dire, potrebbe integrarsi in maniera ottimale a quell’itinerario: “Esistono realtà dove il trasporto su rotaia è molto sfruttato a fini turistici. È sufficiente pensare alla Svizzera, che con il suo Mont Blanc Express offre corse speciali per i turisti, ma anche in Italia ci sono varie realtà che hanno investito in questa direzione, come ad esempio ‘il Sentiero del Viandante‘ sul Lago di Como o le iniziative di Fondazione FS, che promuove viaggi su treni storici lungo linee prive di traffico passeggeri, com’è stato recentemente fatto sulla linea Chivasso-Asti, riaperta per questi viaggi speciali. Percorsi del genere nella nostra Regione permetterebbero alle persone di vivere un’esperienza unica, senza l’utilizzo dell’auto, consentendo loro di visitare posti straordinari e di beneficiare, in alcune tappe, di innumerevoli iniziative collaterali di intrattenimento”.
È partendo da questa idea che Pierre ha spesso immaginato la creazione della “linea del Monte Bianco”, una tratta che possa fare tappa in tutte le località della vallata centrale, dalle quali creare tanti itinerari pensati a misura delle singole capacità e possibilità: “Per fare un esempio, personalmente trovo eccezionale il borgo di Donnas, ma ritengo sia poco valorizzato. Se fosse una fermata fissa del treno avrebbe, probabilmente, una potenzialità di crescita”.
Lo sviluppo di progetti come questo, però, si scontra con la difficoltà di raggiungere il capoluogo regionale tramite i mezzi pubblici: “I tempi di percorrenza rappresentano un grande limite per lo sviluppo turistico della Regione. La tratta Aosta-Torino, fino a Ivrea, è diventata un servizio suburbano della città di Torino: sarebbe opportuno creare dei collegamenti più comodi per chi vuole continuare e raggiungere la nostra Regione”.
Per dare maggiore forza e gambe alle sue idee e al suo progetto, Pierre ha già mappato, ad oggi, quasi 200 itinerari e, insieme a un amico, sta realizzando alcune mappe, sia cartacee sia digitali, che, in futuro, potrebbero diventare una vera e propria guida. Un rientro in Valle al momento non è in programma, ma se ci fosse la volontà di progettare e sviluppare alcune proposte di turismo ecosostenibile tornerebbe volentieri… di sicuro in treno!
Una risposta
E’ l’unico modo in cui può sopravvivere la tratta in concorrenza con i bus: stazioni restaurate, in cui “succede” qualcosa. Arte, musica, enogastronomia, cultura. Sono anni che la proposta circola sui social.