“Il Monte Bianco oltraggiato”, ridotto ormai ad una “Disneyland”. Una mercificazione della montagna a cui dire basta, e dirlo in maniera netta.
Il grido di protesta arriva da oltralpe, dal versante francese del Bianco, ma non arriva da un cittadino “comune”, bensì da Jean-Marc Peillex, Sindaco di Saint-Gervais-les-Bains, comune francese di quasi seimila anime alle pendici del “Tetto d'Europa”.
Peillex, via comunicato stampa, si ribella alla “montagna alla portata di tutti”, e lo dice a chiare lettere: “La società Saevents – scrive – sotto la copertura di una operazione umanitaria per Alima (una ong medica che lavora in Africa, ndr.) ha sollecitato una autorizzazione da parte mia per organizzare il 22 agosto un ultratrail fino alla sommità del Monte Bianco chiamato 'Homme – Summit – Home” con in programma: sorveglianza dell'itinerario da parte delle guide in particolare per la traversata del corridoio del Goûter, tracking Gps delle squadre, posto di stoccaggio ai piedi della salita, assistenza medica a 4200 metri, che ovviamente è stato rifiutato”.
A questo aggiunge: “Il Monte Bianco non è una terra da sfruttare o una macchina da soldi, è semplicemente una sommità da scalare con umiltà, rispetto e sapendosi circondare del parere di chi lo conosce bene, i servizi di sicurezza non sono al servizio degli incoscienti e le tasse dei francesi non sono fatte per pagare un servizio pubblico e dei mezzi agli incoscienti”.
E dopo aver ricordato il caso recente – sabato 5 agosto – della famiglia ungherese che voleva scalare il Bianco con due gemelli di 9 anni, caricati con zaini di 12 chili circa e recuperati ai 3800 metri circa del rifugio Goûter, Peillex rincara la dose: “In un momento in cui molti vogliono aprire il dossier perché il Monte Bianco sia classificato come patrimonio dell'Unesco è necessario che prima vengano stabilite le regole per il rispetto di questo sito e di quelli che vi lavorano per soccorrere, ma anche che si definiscano le sanzioni per quelli che trasgrediscono”.