"Il Governo italiano è pronto ad intervenire di fronte ad ulteriori episodi" di messa in discussione dei confini italo-francesi sul Monte Bianco. Così il Ministero degli Affari esteri risponde all’interrogazione a risposta scritta che i senatori Aldo Di Biagio e Albert Lanièce avevano presentato dopo che il 4 settembre scorso, il sindaco di Chamonix Eric Fournier aveva fatto bloccare con una transenna l’accesso al ghiacciaio del Gigante dal rifugio Torino, considerandolo in territorio francese.
"Il tracciato del confine fra Francia e Italia nell’area del Monte Bianco – ribadisce il Ministero – è definito dal Trattato fra Regno di Sardegna e Impero francese relativo alla cessione della Savoia e del circondario di Nizza alla Francia e dalla convenzione di delimitazione tra Sardegna e Francia in esecuzione del trattato del 1860, basato sul criterio dello spartiacque".
Il sottosegretario di Stato Benedetto della Vedova ricorda come la querelle esplose negli anni Novanta perché nella cartografia francese il confine non era stato segnato in base alla Convenzione del 1860 ma spostato "in base ad una interpretazione unilaterale" sul territorio italiano di 82 ettari "comprendente la vetta del monte, il rifugio Torino e una parte della stazione a monte della funivia francese".
Il Ministero spiega, quindi, come la campagna di rilevamenti congiunti sul Monte Bianco, svolta ai primi di settembre, dall’Istituto geografico militare e dall’istituto geografico naizonale francese "non ha potuto raggiungere conclusioni condivise nell’area del Dome du Gouter, della cima del Monte Bianco e del Colle del Gigante, perché i geografi francesi si sono rifiutati, su istruzioni, di avallare il criterio della displuviale in queste aree".
Ritornando all’episodio del 4 settembre il sottosegretario ribadisce che "il Governo italiano è pronto, qualora l’episodio non rimanesse isolato, a ribadire formalmente alla Francia le note posizioni nazionali, sottolineando la viva aspettativa che ciò valga come chiarimento generale". Inoltre il Governo si dice pronto a risolvere diplomaticamente la querelle con delegazioni ad hoc di esperti storico-giuridici e cartografi, come peraltro aveva già provato a fare nell’agosto del 2000 ma, anche in questo caso, era mancata la disponibilità dei cugini francesi.
"Nella piena consapevolezza della rilevanza del rispetto della norma cogente di diritto internazionale che impone l’inviolabilità delel frontiere internazionali, il Governo desidera assicurare di essere ben consapevole della portata della questione e pronto ad intervenire di fronte ad ulteriori epidosi. – conclude il Ministero – E’ ferma intenzione evitare che la situazione diventi foriera di disagi per le comunità locali e crei difficoltà nella fruizione delle strutture turistiche ed alpinistiche prossime al confine italo -francese".