Reines, nella bufera spuntano Davide Bieller e i Bonin

Tempo da tregenda ieri al Piccolo San Bernardo per l’eliminatoria dei combats: Bandit reina di prima, Guerra torna a vincere in seconda, debutto vincente per Fauvette in terza
Batailles de reines - Bandit di Davide Bieller non ha disputato la finale contro la compagna di stalla J’ador
Società

Diversi spettatori delle batailles ieri, scendendo dal colle del Piccolo San Bernardo, ripensavano alla qualità delle reines dei Bonin o al temperamento di Davide Bieller. Altri, magari meno attenti alle gesta delle bovine, evocavano invece il vecchio brano di Bruno Martino – E la chiamano estate, scritta con Bruno Brighetti quasi sessant’anni fa – cercando di riporre in macchina giacche, guanti e cappelli e di scaldarsi come meglio potevano. Eh sì, l’estate può essere diversa da quello che si immagina, soprattutto a quasi 2.200 metri d’altezza. Ieri, domenica 6 agosto, in occasione della seconda eliminatoria estiva delle batailles c’erano vento e addirittura qualche fiocco di neve ad accogliere gli spettatori provenienti in egual misura dalla Valle d’Aosta e dalla Tarentaise. Clima poco accogliente, ma solo quello meteorologico: per il resto, come sempre, la battaglia del Piccolo è stata un’autentica chicca.

La doppietta di Davide Bieller

Bandit di Davide Bieller non ha disputato la finale contro la compagna di stalla J’ador
Bandit di Davide Bieller non ha disputato la finale contro la compagna di stalla J’ador

Tutto questo preambolo parlando del tempo rischia di far credere al lettore che il livello delle informazioni circa le bovine partecipanti scarseggi. Solitamente quando si prende tempo (o si cambia strada, magari citando una canzone vecchia di decenni, come in questo caso) lo si fa perché il “piatto forte” dell’articolo non è così forte.

Non è questo il caso. O meglio, il lungo preambolo (che non è finito, spero che mi perdoniate) è dovuto a un attacco di romanticismo da reines, malattia estremamente pericolosa che mostra i suoi sintomi nelle occasioni più disparate. Ultimo esempio, la visita al padiglione della Foire d’Eté, terminata con l’acquisto di due mini-bovine scolpite da Dario Coquillard (una arancione e viola, per essere precisi: il conto totale ora è di cinque baby-reines dai colori sgargianti).

Finite le dissertazioni personali, è il momento di scendere in arena. Metaforicamente parlando, e non solo perché faceva un freddo cane. Perché al Piccolo San Bernardo, nonostante le sole 67 presenze, c’era qualità da vendere. La prima categoria, partita dagli ottavi di finale, è finita in modo anomalo: niente finale tra Bandit e J’ador, entrambe di Davide Bieller, che ha preferito non far incrociare le corna alle sue due protette. Sapeva probabilmente che J’ador, regina dell’interregionale 2021, alla fine non avrebbe retto al gioco di sguardi con Bandit, non per niente accompagnata in arena proprio da Davide. Bandit l’anno scorso fu seconda a Gignod in seconda categoria, impressionò parecchio ma poi – per colpa di un aborto – fu costretta a saltare la Croix-Noire. In semifinale ha fermato Cristal di Remo Thomasset, la reina 2022 di Vertosan, mentre l’altra qualificata è Magneun di Stefano Pepellin, alla sua prima qualificazione.

Doppio bosquet in casa Bonin

Guerra, già regina regionale nel 2017, è tornata al successo a sei anni dal trionfo della Croix-Noire
Guerra, già regina regionale nel 2017, è tornata al successo a sei anni dal trionfo della Croix-Noire

Con la “doppietta” di domenica Davide Bieller vola a quota tre qualificazioni in questo 2023 (l’altra è Brunette, regina di seconda a fine aprile a La Salle), score che vede appaiati davvero tanti allevatori quando la stagione ha praticamente iniziato la sua fase discendente. C’è però chi è avanti, e di parecchio. Gildo Bonin, con le sue due regine qualificate al Piccolo San Bernardo, vola a quota sette e obiettivamente anche per le casate storiche dei combat raggiungere questo traguardo diventa difficile. Meri numeri? No, è selezione. Perché Guerra e Fauvette, le regine di seconda e terza categoria, hanno palmares e adn (l’equivalente francese di dna: stona meno vicino a palmares e poi considerate che ieri si era a qualche centinaio di metri, forse meno, da Montvalezan).

Guerra non è un’omonima, è proprio “quella” Guerra. Regina regionale del 2017 (aveva vinto a Saint-Marcel), un anno dopo out ai quarti alla Croix-Noire dopo un corno saltato per aria. I Bonin non sono soliti allungare di troppo la carriera delle loro bovine – regola che vale per tutte, anche per le più forti – e quindi i casi sono due: o si sono sbagliati (eventualità da considerare, almeno ai fini statistici) o hanno visto negli occhi di Guerra un luccichio particolare. In finale si è sbarazzata di Prudence dei fratelli Viérin, già vista in azione un anno fa a Pollein. Qualificate come terze Pastis di Cristina Rosset, allevatrice che almeno una reina alla Regionale la mette sempre (e quasi sempre nei combat della Valdigne) e Coudra di Jean-Antoine Maquignaz, alla terza qualificazione della carriera e figlia di Jardin, forse la reina più bella vista da chi scrive negli ultimi dieci anni (il romanticismo da reines è duro da far andare via, per fortuna il padiglione della Foire è chiuso e Dario Coquillard è tornato nella sua casa di Gignod).

Fauvette è l’astro nascente di casa Bonin: la madre è Fleurette, regina regionale 2015, il padre un toro di Bronne, prima alla Croix-Noire nel 2019
Fauvette è l’astro nascente di casa Bonin: la madre è Fleurette, regina regionale 2015, il padre un toro di Bronne, prima alla Croix-Noire nel 2019

Figlia d’arte Coudra, figlia d’arte Fauvette, la nuova stella di casa Bonin. Geni di extralusso da ambo le parti del suo albero genealogico, costellato di bosquet e Chamonix 12 con qualche cromosoma nel mezzo. La madre è Fleurette, reina regionale 2015: il padre è un toro di Bronne, reina regionale del 2019. Una così, obiettivamente, quando debutta fa un casino bestiale: sbaraglia la concorrenza, si prende il bosquet e – a costo di sembrare avventato – si merita cinque stellette in ottica pronostici per la Regionale. Brava ad allontanare in finale Diamant di Ivo Empereur, letale in semifinale quando si è consumata la vecchia Baltimora dei fratelli Jordaney, che comunque andrà alla Croix-Noire per la terza volta. L’ultima qualificata è Scottisch de La Borettaz, prima qualificazione: nome azzeccato, soprattutto nella domenica che è stata anche di Mathieu Van der Poel. Nota di colore extra reines: nel Mondiale di ciclismo su strada di ieri a Glasgow l’ammiraglia del neo Campione del Mondo era guidata da Koos Moerenhout, che esattamente ventuno giorni prima a Cervinia accompagnava sul podio del Giro della Valle d’Aosta il vincitore Darren Rafferty, che purtroppo non è scozzese ma irlandese (nessuno è perfetto).

A proposito di Cervinia: è qui, al Breuil, che le batailles faranno capolino nel giorno di Ferragosto. Una “première”, per certi versi, perché da qualche decennio il combat del 15 agosto era prerogativa della Croix-Noire in versione serale. All’ombra della Gran Becca si combatterà con orario tradizionale, ma il fascino di questa bataille particolare – ne siamo sicuri – non ne risentirà.

LE QUALIFICATE

Prima categoria (16)

  1. Bandit di Davide Bieller di Pré-Saint-Didier (687 chili)
  2. J’ador di Davide Bieller di Pré-Saint-Didier (655 chili)
  3. Cristal di Romeo Thomasset di Saint-Nicolas (626 chili)
  4. Magneun di Stefano Pepellin di Saint-Christophe (702 chili)

Seconda categoria (30)

  1. Guerra di Gildo Bonin di Gressan (569 chili)
  2. Prudence dei fratelli Viérin di Pollein (574 chili)
  3. Coudra di Jean-Antoine Maquignaz di Valtournenche (570 chili)
  4. Pastis di Cristina Rosset di Morgex (579 chili)

Terza categoria (21)

  1. Fauvette di Gildo Bonin di Gressan (525 chili)
  2. Diamant di Ivo Empereur di Gressan (530 chili)
  3. Baltimora della famiglia Jordaney di Courmayeur (500 chili)
  4. Scottisch de La Borettaz di Gressan (512 chili)

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