“La forza del gruppo – L’etica come chiave del successo” è il titolo del nuovo libro del magistrato Salvatore Vella, ma potrebbe anche riassumere il messaggio che egli ha voluto lasciare durante la serata di ieri, organizzata nell’ambito della Settimana della Legalità Bassa Valle. Alla base delle iniziative, tra cui quella di ieri sera, vi è infatti la volontà di rendere la comunità valdostana un “gruppo” forte nella legalità e nel senso del giusto, come ha spiegato il Presidente della Regione Renzo Testolin. Fondamentale è il ruolo dei giovani in questo percorso, ecco perché, secondo Testolin, ha molto significato l’incontro di questa mattina tra le classi quinte dell’ISILTP di Verrès e Vella.
Proprio all’importanza della formazione giovanile si deve la presenza al tavolo della conferenza dell’Assessora all’Istruzione Chantal Certan, che ha spiegato come nel mondo della scuola siano stati coinvolti in questo percorso sia gli insegnanti, sia le famiglie, sia i ragazzi, i quali devono essere “cittadini già dell’oggi e non solo del domani”. L’Assessora ha quindi ringraziato le forze dell’ordine e tutti gli enti e le associazioni che si sono messi in gioco nella promozione della legalità in Valle d’Aosta.
L’associazionismo è infatti uno dei principali attori nella lotta contro la criminalità valdostana e per testimoniare l’impegno di molti enti del terzo settore nella direzione della legalità è stata invitata Donatella Corti, referente dell’Associazione Libera Valle d’Aosta. Approdata nella nostra regione nel 2008, Libera “ha sempre cercato di far conoscere la situazione della Valle d’Aosta ai valdostani stessi, che spesso sottovalutano il fenomeno della criminalità, credendo di vivere in un’isola felice”. L’associazione, che oggi conta due presidi sul territorio regionale e circa sessanta membri giovanili, si sta muovendo con due obiettivi per questo 2020: partecipare ai processi che si terranno ad Aosta nell’ambito dell’Operazione Geenna e raccontare la vicenda valdostana sotto forma di rappresentazione teatrale.
Come Don Ciotti ha fondato Libera ispirandosi all’idea che “è il noi che vince”, così Salvatore Vella, nel suo mestiere di magistrato, ha sempre ricercato la “magia del gruppo” attraverso cui “si riescono a fare cose inimmaginabili attraverso sogni, passione e voglia di scommettere”. Vella rivela subito il suo parziale disaccordo con quanto detto dagli altri ospiti della serata: “Certo, bisogna investire tempo nella scuola, ma non dobbiamo scaricare la nostra responsabilità sui giovani, lasciando cambiare a loro il mondo che abbiamo lasciato”. Da qui l’importanza di “parlare a tutti di legalità” affinché si realizzi quella bellezza che solo la giustizia può dare, come diceva Peppino Impastato e come spiega Vella nel suo libro parlando del “Senso dell’Orchidea”.
Tuttavia, il cammino è difficile e lo sanno bene i valdostani, che “per quarant’anni non hanno visto i loro problemi e pagheranno per questo”, come dichiara Vella. Sebbene la reazione più semplice sia quella di “girarsi dall’altra parte e non denunciare”, il magistrato osserva una svolta in senso positivo anche in Valle d’Aosta e invita a procedere seguendo i cammini scomodi e impervi, che turbano gli equilibri corrotti. Con una metafora a noi molto vicina, Vella si sofferma sul coraggio di chi sceglie queste strade difficili: “Uno stagno fermo è in equilibrio, ma l’acqua è malsana e piena di zanzare, per questo bisogna rompere gli argini e tornare a battere i sentieri scomodi: solo così si possono ottenere torrenti vivi e acqua che scorre”.