È il periodo in cui le bambine vengono chiamate Italia e i figli Benito; in Italia il fascismo si prende di forza il potere con la Marcia su Roma e in Veneto, in un paesino chiamato Mel, in provincia di Belluno, nasce Oliva Zanivan, figlia tra 7 figli.
Il momento storico valdostano è quello della Società Anonima Miniere di Cogne e dalle regioni del nord-est e del sud Italia arriva la manodopera che la Valle d’Aosta non riesce a garantire, la stessa che si fermerà nella regione creando i nuovi valdostani: tra questi anche Oliva, arrivata con la famiglia e che, a 15 anni, resterà orfana di padre (minatore a Cogne n.d.r.), e che quindi, per il trattamento riservato ai lavoratori, verrà assunta dalla società e inizierà lavorare allo spaccio delle miniere.
Oliva Zanivan, dopo una vita tra Cogne e Aosta, una vita passata a lavorare, dettaglio non scontato per le donne classe 1922, ha festeggiato, sabato 26 marzo, 100 anni. Tre numeri questi che per lei sono solo gli anni che passano perché, quando le figlie Paola e Fabrizia Billia le chiedono se si rende conto di quanti anni abbia appena compiuto, lei risponde senza batter ciglio: “Ne ho fatti 20!“. Dai suoi 20 anni però di tempo ne è passato e Oliva ha vissuto, oltre alle vicende storiche mondiali, anche le piccole rivoluzioni del quotidiano che toccano tutti e che rendono i centenari così speciali per le comunità. Ovviamente Oliva ha visto una guerra mondiale, ha respirato come tutti la tensione della cortina di ferro che attraversava l’Europa, ha gioito per la fine dei conflitti e sofferto per tutte le nuove guerre, ma ha soprattutto vissuto una vita piena, fatta di amore, famiglia e lavoro. Soprattutto lavoro, quello sempre e sempre cercando di farlo al meglio e con una integrità morale squisitamente veneta.
Il primo lavoro della Zanivan inizia nel 1937, allo spaccio delle miniere di Cogne, dove si vendono merci e gli operai vanno a bere il vino chinato a fine turno: un mondo nel mondo. Una comunità nella comunità che si fonde e si confonde con il paese di Cogne, dove lei rimane fino a 40 anni, quando il marito avrà alcuni problemi di salute che costringeranno la famiglia Billia-Zanivan a spostarsi ad Aosta e quindi Oliva chiederà il trasferimento al Centro Meccanografico della sede centrale dove, nonostante la giovanissima età delle colleghe e dell’ambiente (l’ufficio era l’ultimo nato nella società e si occupava di comunicare con i fornitori su prezzi e servizi n.d.r.), “Mamma cercava di stare al passo e non sfigurare – racconta Paola, la figlia primogenita -, e aveva imparato il nuovo lavoro in poco tempo riuscendo a inserirsi in un ambiente molto diverso da quello di Cogne a cui era abituata”.
La discesa nel capoluogo regionale comporta per Oliva una nuova casa e un nuovo comune, si stabilisce a Chesallet di Sarre, con molti ricordi rimasti a Cogne: “All’epoca – continua Paola -, il paese era una vera e propria comunità: c’era il dopolavoro a cui mamma era particolarmente affezionata perché le piaceva tanto ballare e cantare e trascinava anche papà che invece sbuffava sempre, e poi il gioco delle carte con conoscenti e amici e un ambiente meno ‘città’ e più intimo”. Al dopolavoro Oliva era anche attrice, come racconta la secondogenita Fabrizia e a Cogne si ritagliava diversi momenti a contatto con la natura: “Mia mamma da giovane amava recitare e lo faceva al dopolavoro della miniera, mentre in pausa pranzo dallo spaccio riusciva sempre ad andare fino a Sylvenoire, dove mi portava con lei a funghi. Sono ricordi un po’ sbiaditi, ma rimangono vivi, come quando mio padre, lei ed io eravamo sulla stessa Vespa e lui accidentalmente frenò di colpo facendo volare mia madre sullo stradone principale di Cogne”.
Aneddoti di vita intima e familiare scandiscono questi 100 anni di Oliva, mentre il mondo fuori è alle prese con i cocci della seconda guerra mondiale e le difficoltà per ripartire, ma negli anni che verranno nuove avventure attenderanno Oliva che diventerà nonna di Serena e Samantha, e poi bisnonna, addirittura bisnonna bis, di Mia e Andrea: tutte testimonianze di come la vita sia incredibile e metta a confronto le generazioni semplicemente creando legami fatti di sguardi e gesti. Ed è così che alle storie delle figlie si aggiungono i ricordi delle nipoti, come racconta Serena: “La domenica con nonna era sempre il momento di cucinare gli gnocchi, questo è uno dei ricordi forti che ho con lei e poi la sua voce mentre canta. Le piace e le piaceva molto cantare, perché mia nonna è uno spirito allegro, generoso e socievole, una persona a cui piace la festa e a cui piace il contatto con le altre persone. Ovviamente cantiamo ancora insieme e di certo non perde mai il filo: si ricorda ancora tutti i testi a memoria!”.
Ora per Oliva è il momento di costruire i legami con i pronipoti e creare quella intesa che rimane imprigionata in uno sguardo che solo una nonna può rivolgere ai nipoti: pieno di complicità al di là dell’età.
A festeggiare insieme a lei il traguardo del secolo sono stati, a nome della comunità di Sarre, il primo cittadino Massimo Pepellin e l’Assessora alle Politiche Sociali Béatrice Lao che hanno offerto un omaggio a Oliva ringraziandola per la testimonianza che ancora offre alla comunità grazie al suo spirito e alla sua presenza.