Scuola: al Manzetti di Aosta lavori socialmente utili per i “bulli”

Ad oggi sono 5 i ragazzi allontanati dalla propria classe e invitati a svolgere un'attività di volontariato a fianco dei ragazzi diversamente abili.
Manzetti
Società

Attività di volontariato per arginare i "bulli". A mettere da alcuni anni in pratica la "punizione", alternativa alla sospensione, è l'Istituto Manzetti di Aosta. I consigli di classe hanno la facoltà di decidere se sospendere dalla frequenza delle lezioni gli alunni oppure se assegnare qualche attività da svolgere all'interno della scuola come previsto dallo Statuto degli studenti e delle studentesse e dal Regolamento di Istituto che prescrive di favorire i lavori socialmente utili. Ad oggi questo secondo percorso è stato pensato per cinque ragazzi, che hanno avuto modo di svolgere un'attività di volontariato a fianco dei ragazzi diversamente abili.

“Arriviamo alla sospensione come extrema ratio. Purtroppo però abbiamo più volte notato che i leader negativi, i cosiddetti bulli, possono considerare il provvedimento un motivo di vanto agli occhi dei coetanei. Così l'effetto deterrente della punizione viene meno e quello riabilitativo è nullo – spiega la dirigente scolastica Susanna Occhipinti. – Allora, abbiamo pensato sì di allontanare il bullo dalla sua classe, dal suo branco, dalla situazione in cui ha creato disturbo, e di inserirlo in un altro contesto, protetto e controllato, dove con l'educatore di un ragazzo diversamente abile svolge attività di supporto. A fine mattinata, poi, l'alunno è tenuto a scrivere una relazione sull'esperienza vissuta aumentando così la consapevolezza della propria condizione di vita e della condizione degli altri".

I ragazzi tenuti a fare attività di volontariato vengono prima preparati dai due educatori del Manzetti Maurizio Nocerino e Giorgio Fossati che forniscono loro alcune informazioni sul tema della disabilità. "È interessante notare come i ragazzi che più degli altri danno problemi di disciplina in classe, tolti dal contesto, si trasformano positivamente e dimostrano serietà, sensibilità e umanità.  – aggiunge la Dirigente – Per loro prima di tutto ma anche per i docenti quest'esperienza rappresenta un'occasione per cancellare un marchio sull'adolescente, superando un'immagine negativa che non può e non deve cristallizzarsi." L'esperienza diventa positiva anche per i ragazzi diversamente abili che hanno modo di vivere un rapporto diretto con coetanei che, "normalmente, pur avendo creato qualche motivo per essere allontanati dalle classi, rivelano sensibilità fuori dall'ordinario”. 

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