“Sulla stato della discarica le colpe ci sono e anche i colpevoli”

Riceviamo e pubblichiamo.
I lettori di AostaSera
Società

La politica è compromesso, si sa.
Non tutti però sono obbligati a sottostare a questa 'attenzione'…e noi associazioni, noi cittadini ci riteniamo immuni da questo sacro vincolo.
Così se il neo Assessore all'ambiente dichiara ai giornali che non vuole dare colpe a nessuno per lo stato d'emergenza in cui versa oggi la discarica valdostana, Valle Virtuosa, al contrario, non ha nessun timore a puntare il dito e a ribadire ciò che non è per nulla una novità ma che andiamo dicendo da tempo:  dopo 30 anni di cattiva gestione e in particolare dopo il referendum del 2012 contro il pirogassificatore, si è fatto poco, male e con tempi volutamente al "rallenty" per arrivare ad avere una gatta da pelare come quella che ci si presenta oggi, la discarica di Brissogne arrivata al capolinea e che vedrà la sua fine entro il 2018.
No, non è una novità, non è la prima volta che sentiamo dare l'allarme sul fine vita della montagna di rifiuti alle porte di Aosta.
E non è nemmeno una novità, per noi, mettere in evidenza le responsabilità accertate e denunciare l'immobilismo di un governo regionale che dal 2010 ad oggi (senza contare gli anni precedenti fino a risalire al 1987) non ha voluto approfittare e copiare le buone pratiche delle realtà virtuose e vicine per trovare una rapida soluzione.
Mai siamo stati zitti e a maggior ragione è nostro dovere ribadirlo oggi, e denunciare lo stato della discarica di questi ultimi 30 anni, assieme alla complice lentezza della gestione regionale dei rifiuti, che ci presenta questo conto finale, un conto salato e disastroso che potevamo scongiurare ancora per diversi anni.
E come potevamo evitare il precipitoso fine vita della discarica di Brissogne?
La risposta è semplice e l'abbiamo urlata in tutti questi anni fino alla nausea, senza alcun ascolto.
Abbiamo chiesto una immediata adozione della strategia Rifiuti Zero in Valle ed una politica seria per la riduzione della produzione dei rifiuti.
Poco, pochissimo è stato fatto e quel poco pure in ritardo.
Abbiamo perso del tempo preziosissimo nel non adottare le buone pratiche del percorso verso Rifiuti Zero; sono stati spesi milioni e milioni di euro dei contribuenti in investimenti sbagliati come i cassonetti seminterrati stradali per la raccolta differenziata dei rifiuti (5 milioni di euro circa) o come i lavori di riprofilatura che promettevano invano un allungamento significativo della vita della discarica (1milione e 600.000 euro negli ultimi 3 anni e una previsione di un altro milione e 800.000 euro per il 2017).
E intanto in quella montagna della vergogna abbiamo trovato di tutto, recentemente anche ciò che non ci doveva finire: 
copertoni, cassonetti dei rifiuti, fusti provenienti dalla Cogne contenenti rifiuti industriali.
E si continuano a conferire rifiuti non stabilizzati, materiali che non si dovrebbero nemmeno trovare in quel grande cumulo poiché il 70% dei rifiuti finiti in discarica dovrebbero essere destinati al riciclo attraverso la raccolta differenziata.
No, non c'è stata la buona volontà, da parte di chi poteva, di rivoluzionare la gestione dopo la vittoria del referendum, esattamente come avevamo richiesto e da subito!
E ancora oggi ci troviamo a ripetere le stesse identiche cose…
Pensate per esempio che durante la bataille des Reines di  domenica scorsa qualcuno abbia monitorato la raccolta differenziata come si dovrebbe? 
O nelle sagre e manifestazioni di tutto l'anno?
Che si sia diffusa in tutta la Valle la raccolta della frazione organica in tempi accettabili?
Che l'adozione del porta a porta abbia ripagato i cittadini virtuosi con la tariffa puntuale?
No, siamo ancora lontani e i Valdostani pagano tasse sempre più care nonostante le sfilate di esperti che spesso abbiamo invitato in Valle.
Le colpe ci sono e ci sono anche i colpevoli. Con nomi e cognomi che tutti conoscono.
Leggendo il giornale di sabato non ci siamo stupiti del grave stato della discarica, perché lo abbiamo sempre denunciato ed era inevitabile qualcosa di diverso dopo anni di inefficienze.
Averlo gridato prima e dopo il referendum, per così tanto tempo, non è servito a scongiurarne la fine, esattamente come in una cronaca di una morte annunciata.

L'associazione Valle Virtuosa

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