"E’ dal 2005 che in Valgrisenche si fanno progetti per rendere il territorio accessibile alle persone con disabilità e poi, all’improvviso, si decide di far pagare anche a loro la tassa di soggiorno". A Fabrizio Putzu, gestore del ‘Foyer de Montagne’, non vanno giù gli 80 centesimi a testa, per ogni notte di soggiorno, che diciassette suoi clienti hanno dovuto versare al Comune nelle settimane scorse.
"Noi lavoriamo tantissimo con utenti disabili – racconta Putzu – collaboriamo con il Fisdir, con l’Ansed di Aosta, con il Cottolengo di Torino, quest’inverno abbiamo ospitato gli atleti dei campionati Special Olympics". Secondo l’albergatore "bisogna essere più sensibili in queste questioni, anche perchè altrimenti la gente prende e se ne va da un’altra parte".
Il regolamento della tassa di soggiorno, stilato dalla Regione in concertazione con il Celva e l’Adava, prevede delle esenzioni per autisti, accompagnatori turistici, residenti, minori di dieci anni, volontari e campeggiatori: una bella lista, che non comprende però le persone con disabilità. Questi perciò, dal primo giugno, pagano il balzello, che nel territorio valdostano oscilla tra i venti centesimi e i tre euro a notte.
La delibera regionale che regola questa tassa vincola i Comuni ad applicarla con lo stesso regolamento, tariffe ed esenzioni. Putzu, allora, ha proposto all’amministrazione di Valgrisenche di "farsi carico del corrispettivo dovuto dalle persone con disabilità: in ogni caso la spesa affrontata dal Comune tornerebbe indietro, da reinvestire, come previsto, nel settore turistico". "Il sindaco però – racconta Putzu – sostiene che il Celva non lo permetta".
La presidente dell’Adava Silvana Perucca, intervenuta sulla questione, ha voluto ricordare come "questa tassa, concertata con noi grazie alla disponibilità dell’assessorato regionale al Turismo, è ancora sperimentale e a metà settembre ricominceranno gli incontri interistituzionali per deciderne le modalità dell’applicazione definitiva".
"Noi siamo disponibili a raccogliere le osservazioni dell’albergatore – continua Perucca – che anzichè informare i media poteva rivolgersi direttamente all’associazione, e a portare la questione sul tavolo istituzionale". "Ho già informato l’Adava tramite mail, ma non ho ottenuto risposta – sostiene Putzu, che peraltro fa parte anche lui del direttivo – aspetto che qualcuno mi convochi per settembre".