Torna, per la sua ventiseiesima edizione, Alpages Ouverts, la manifestazione estiva che accompagna valdostani e visitatori alla scoperta della vita d’alpeggio presentata oggi, giovedì 17 luglio.
L’edizione 2025 prevede quattro tappe: si comincia sabato 26 luglio a Doues, all’alpeggio Champillon, per proseguire sabato 2 agosto sarà la volta dell’alpeggio Vayoux, nel Vallone di Saint-Barthélemy a Nus. Giovedì 7 agosto si salirà invece a La Seutse, a Valtournenche, tra gli ultimi insediamenti rurali prima di arrivare ai piedi del Cervino per chiudere con l’ultima tappa, giovedì 21 agosto, all’alpeggio di Mont Forciaz, in Valgrisenche.
Anche quest’anno l’iniziativa è organizzata dall’Arev – l’Association régionale des éleveurs valdôtains – in collaborazione con l’Assessorato dell’Agricoltura e Risorse naturali. Le giornate saranno animate da visite guidate, laboratori didattici per bambini, degustazioni e momenti di approfondimento tecnico, a cura di esperti del settore.
Il format resta quello di sempre: a partire dalle 10, il pubblico sarà accompagnato tra stalle, caseifici e pascoli per scoprire i segreti dell’allevamento bovino, della trasformazione casearia, della flora alpina e della salvaguardia del territorio. Per i più piccoli, sono previsti giochi e animazioni a tema, con la presenza anche del Corpo forestale della Valle d’Aosta, mentre dalle 12 si apriranno le degustazioni, con protagonisti la Fontina DOP d’alpeggio e prodotti a base di carne valdostana.
“Siamo orgogliosi di presentare una nuova edizione di Alpages Ouverts – ha dichiarato l’assessore Marco Carrel –. È un’occasione collettiva di riconoscimento per chi, con tenacia e passione, mantiene vive le nostre terre alte. In anni segnati da eventi climatici estremi e dalle difficoltà legate ai cambiamenti ambientali, gli allevatori valdostani hanno saputo resistere, innovare e adattarsi. Ed è giusto che la comunità ne riconosca il valore”.
“In questi due anni e mezzo – ha aggiunto –, abbiamo messo in atto una politica di grande attenzione con l’obiettivo concreto di sostenere i nostri alpeggi e chi vi lavora per più di tre mesi all’anno. La monticazione è un aspetto peculiare dell’allevamento valdostano, che contraddistingue il nostro territorio e Alpages ouverts racconta questa tradizione, ma anche l’autenticità della nostra gente, dei nostri allevatori. In ogni alpeggio celebriamo la forza silenziosa degli arpian, custodi di un patrimonio fatto di saperi antichi, di fatica quotidiana e di prodotti di eccellenza come la Fontina DOP d’alpeggio, ambasciatrice della nostra agricoltura ben oltre i confini regionali”
Carrel ha anche sottolineato che “la montagna non si conserva da sola: ha bisogno di mani, di occhi, di cuore. Ogni alpeggio scelto racconta una storia unica, ma tutti condividono una stessa vocazione: custodire il territorio attraverso il lavoro agricolo. Sostenere questa manifestazione è un dovere culturale, ancor prima che politico”.
Omar Tonino, presidente dell’Arev, ha sottolineato: “con Alpages Ouverts, i visitatori possono toccare con mano il legame che esiste fra la conservazione della biodiversità, il paesaggio, le razze allevate, il lavoro dell’uomo e la qualità dei prodotti caseari che in alpeggio vengono realizzati. In questo contesto i temi di benessere animale, sostenibilità ed ecocompatibilità sono evidenti e rimangono nel visitatore in termini di emozioni vissute in prima persona durante una giornata del tutto singolare”.
“La ventiseiesima edizione – ha detto ancora – prevede quattro appuntamenti molto accattivanti in contesti ambientali molto diversi tra loro, ma tutti in grado di avvincere l’ospite.”
“È un viaggio nella Valle d’Aosta più vera – ha concluso invece Carrel –. Invitiamo tutti a salire in alpeggio, a incontrare chi ancora oggi costruisce valore in quota. Perché la nostra montagna ha bisogno di essere vissuta, conosciuta e rispettata”.