Trasparenza online: la Regione passa l’esame, bocciati i comuni valdostani

Solo 11,07 per cento dei siti internet degli enti pubblici valdostani, che corrispondono per lo più ai 74 comuni più la Regione e l’Azienda Usl, rispettano gli obblighi di trasparenza imposti dal decreto del 2009.
Società

Volete sapere quanto guadagna il sindaco del vostro comune? Siete curiosi di sapere lo stipendio di un segretario o di un dirigente comunale? In Valle d’Aosta, con molta probabilità, rimarrete insoddisfatti. E questo in barba al decreto del 2009 (Dlgs 150/2009) che obbliga le pubbliche amministrazione a mettere in trasparenza e a pubblicare on line queste informazioni. Solo 11,07 per cento dei siti internet degli enti pubblici valdostani, che corrispondono per lo più ai 74 comuni più la Regione e l’Azienda Usl, rispettano questa norma.

A denunciare la mancanza di trasparenza degli enti pubblici in Italia è il servizio “Bussola della Trasparenza” messo in reta dalla Funzione pubblica e a cui oggi il Sole24 ore oggi, lunedì 31 dicembre, dedica un approfondimento. Parliamo al plurale perché sebbene quella dei comuni valdostani “in regola” sia una percentuale ridicola, la Valle risulta comunque al secondo posto in Italia per trasparenza dopo il Piemonte che supera il 35% di siti pubblici con le retribuzioni dei politici e altri dati sensibili on line. Tutte le altre Regioni, compreso il virtuoso Trentino Alto Adige, fanno registrare percentuali bassissime che vanno dal 5% al 8%.

Supera invece l’esame il sito della Regione Valle d’Aosta che, con il 73,17 per cento, si colloca al secondo posto, dopo la Liguria, per aderenza ai 41 parametri di trasparenza indicati dalle linee guida. Il sito www.regione.vda.it ne rispetta 30 su 41.

Una buona performance un po’ isolata sembrerebbe: la Bussola attribuisce a tutta la Valle, comuni compresi, solo un 48% e una posizione di fine classifica, alla trasparenza all’inserimento on line dei bandi e delle gare di appalto.
 

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