Simona Morbelli, la forte trail runner di casa a Courmayeur che l’anno scorso vinse la 100 km del Tor des Châteaux e fu la prima italiana a salire sul podio in una gara americana (la 100 miglia di Leadville), è ai box da fine gennaio per un infortunio ad un tendine. A tenere alto l’onore di famiglia, però, è sua figlia Carolina Maria Vitale Cesa: “Se non ci fossi io…”.
Carolina è infatti diventata, per il secondo anno consecutivo, campionessa italiana di Freestyle slopestyle nella categoria ragazzi, conquistando il titolo mercoledì 4 aprile a Plan de Corones, dove si sono svolti i Campionati Italiani Assoluti. Con il punteggio di 50,00 ha preceduto Alessia Ambrosi (45,00) e Alessandra Bricarello (39,00). Classe 2005, la giovane atleta valdostana frequenta la Courmayeur Sport Academy dove è allenata da Aiace Bazzana, e si divide tra sport e scuola grazie alla “classe des neiges” alle medie di Courmayeur. “Non è facile fare al contempo l’atleta e studiare”, dice Simona Morbelli, “tra una cosa e l’altra Carolina è via da due settimane. Credo però che, al di là dell’aspetto sportivo, queste esperienze siano fondamentali nella vita, aiutano a crescere e danno disciplina. Se poi non vorrà più farlo, sarà comunque servito”.
Ieri, oltretutto, è arrivata anche la chiamata della FISI, che annunciava che Carolina sarà premiata dal presidente Roda sabato 14 aprile in Val Senales insieme a tutti gli atleti di Coppa del Mondo e delle Olimpiadi: “Dovremo spostare il compleanno di sua sorella”, sorride mamma Simona. Una bella soddisfazione per una ragazza che, oltre al Freestyle, è anche forte nel Freeride, unica italiana nella categoria Under 14 a partecipare al prestigioso Freeride World Tour. Due discipline un po’ di nicchia, ma che stanno prendendo sempre più spazio, anche se i numeri, soprattutto in Valle d’Aosta, sono molto bassi.
Al punto che, qualche settimana fa, Carolina era stata l’unica ad avere i punti necessari a qualificarsi ad una gara in Austria, ed ha dovuto competere con gli uomini, arrivando a metà classifica. Questa settimana, invece, ha dovuto rinunciare alla gara di Verbier, spostata al lunedì, per poter partecipare ai Campionati Italiani di Freestyle. Tutto nasce dai genitori: “A due anni Carolina aveva già gli sci ai piedi, a sei ha fatto il tour di Punta Helbronner per la prima volta. Prima della corsa io nasco alpinista e freestyler, con mio marito ci siamo trasferiti qui dalla provincia di Alessandria proprio perché innamorati della natura e di questi luoghi. È stata una scelta che ha comportato sacrifici enormi, ma una cosa del genere all’estero è abbastanza normale. Carolina ha quindi avuto sempre suo padre e me come esempi, ed è cresciuta con la passione per il freeride. Anzi, per lei è tutto naturale, non ha paura di niente. Un paio di anni fa, scendendo sul Ghiacciaio del Toula, ad un certo punto ci siamo imbattuti in una scala: ‘Ma non posso saltare? Faccio prima a fare 5 metri di salto che a farmi le scale con gli sci in spalle’, mi ha chiesto. Lei è così”.
Certo, in sport del genere non bisogna avere paura, ma l’apprensione in chi sta fuori a guardare è naturale. Continua Simona Morbelli: “Loro non possono fare un giro di ricognizione ma solo guardare la linea di gara con il binocolo. Di recente in una gara in Svizzera ha quindi sbagliato il salto di mezzo metro ed è atterrata sulle rocce, cadendo. All’arrivo mi ha detto di aver sentito il mio urlo fin da lassù ma per fortuna non si è fatta niente”.
Nella scuderia di famiglia c’è anche Cecilia, più piccola di Carolina di un anno, che però ha deciso di dedicarsi allo sci di discesa: “Cecilia è più competitiva e ha deciso di intraprendere la strada dei pali, dove sono i numeri a decidere e dove c’è più competizione. Fino a quest’anno, comunque, non l’avevo mai iscritta ad uno sci club”.
La stagione di Carolina si concluderà questo weekend con l’ultima gara di Coppa Italia a Livigno, dove comunque non può sperare nella vittoria finale, poi a luglio ci saranno gli allenamenti a Deux Alpes. Nella speranza che il movimento del Freestyle e del Freeride continui a crescere e, chissà, con il sogno, prima o poi, di arrivare alle Olimpiadi.