Da Sud a Nord in bikepacking col sogno del Tour Divide: nasce l’Italy Unite Wild Trail
Unire l’Italia su un lungo “sentiero” di quasi 2000 chilometri da percorrere in stile bikepacking, seguendo il sogno americano del Tour Divide. L’idea dell’Italy Unite Wild Trail è venuta a tre amici – Matteo Messina, Juri Zani e Fabio Del Becaro – durante lo scorso lockdown, quando l’Italia era frammentata e disunita (sotto molti punti di vista): per mesi i tre hanno passato le notti ad ideare un percorso che fosse il più possibile su sterrato e lontano dalle grandi città e dai posti troppo turistici. Un grande lavoro continuato poi a maggio con le prove concrete su strada per limare o modificare alcuni tratti, ed ora la traccia dell’Italy Unite Wild Trail è pronta ad essere percorsa in bicicletta dalle ore 19 del 24 giugno 2022, da Santa Maria di Leuca, il Tacco d’Italia, fino al Colle del Piccolo San Bernardo.
“Inizialmente avevamo pensato all’arrivo ad Arpy, ma poi abbiamo ritenuto che, come per il Tour Divide, fosse più nello spirito dell’iniziativa arrivare al confine con la Francia”, racconta Matteo Messina. “Ci sono tanti eventi di questo tipo in Italia, ma ci siamo resi conto che nessuno percorreva la nostra penisola da Sud a Nord”. L’idea di questi “eventi informali” nasce appunto dal Tour Divide, che parte da Banff, in Canada al confine con gli Stati Uniti, ed arriva a Antelope Wells, al confine col Messico, dopo quasi 4500 chilometri. “L’idea è che, in una data fissa, un gruppo di ciclisti si ritrovi tutti insieme alla partenza e poi percorra il tracciato in completa autonomia. Il Tour Divide è il secondo venerdì di giugno, noi speriamo che il terzo o quarto venerdì di giugno di ogni anno ci sia sempre più gente all’Italy Unite Wild Trail. Loro sono partiti essendo in sette ed ora centinaia di persone partecipano”.
La filosofia dell’Italy Unite Wild Trail
Una volta partiti, ognuno è libero di seguire la traccia GPS seguendo i propri ritmi: si può scegliere se e quanto fermarsi per mangiare e dormire, con l’unica regola (non scritta) che non vale farsi ospitare ma vanno utilizzati locali ed esercizi a cui tutti i partecipanti possono accedere. “Ognuno deve organizzarsi per proprio conto, con tenda, sacco a pelo o quant’altro: ci sarà chi la farà come una specie di gara e non dormirà quasi mai, e chi come un vero e proprio viaggio. In un certo senso, noi non chiediamo niente se non una lettera d’intenti per capire le motivazioni che spingono a partecipare, e non diamo niente se non la traccia GPS. È un evento gratuito e non c’è un’organizzazione, non c’è supporto e non ci sono tempi da battere, all’arrivo grazie al sindaco di Morgex chi vorrà potrà usufruire della palestra per una doccia e riposare”.
Si tratta di un evento molto duro ma, allo stesso tempo, impagabile: 1888 chilometri (di cui il 60% su sterrato), 35.000 metri di dislivello attraverso montagne, colli, parchi, villaggi, ma anche persone, toccando Puglia, Basilicata, Campania, Molise, Abruzzo, Lazio, Umbria, Toscana, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta. Nella nostra regione si arriverà dal Colle del Nivolet a quota 2.759 metri, poi si scenderà a Valsavarenche, si proseguirà fino a Morgex e si salirà al Colle San Carlo attraverso dei sentieri, per poi arrivare a La Thuile e concludere la fatica al Colle del Piccolo San Bernardo. Si potranno seguire i partecipanti sul portale trackleaders, con i primi arrivi previsti dopo circa una settimana ed il grosso dei rimanenti tra l’8° ed il 17° giorno.
Sul sito internet dell’Italy Unite Wild Trail si possono trovare tutte le informazioni e si può anche effettuare una donazione: ogni 10 euro, 5 verranno devoluti ad un ente benefico ancora da individuare.
“Noi lo facciamo per passione e ci sembrava giusto renderlo gratuito: io sono avvocato, Fabio è poeta e Juri informatico”, conclude Matteo Messina. “Il nostro sogno è che diventi la versione italiana del Tour Divide, e che la gente frequenti il percorso o parte di esso anche dopo la grande partenza”.