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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore – Maglia Rosa Isaac Del Toro
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
Un lunghissimo “rose carpet” fatto di magliette, bandierine, festoni, bandane e striscioni ha accolto il Giro d’Italia in Valle d’Aosta, nella giornata di oggi, per l’arrivo della 19ª tappa, che si snodava da Biella a Champoluc. Ma prima del traguardo, c’è stato tutto il resto: una festa, una celebrazione, un rito collettivo sulle salite del Col Tzecore, del Saint-Pantaléon, del Col de Joux e ancora su fino ad Antagnod, per poi lanciarsi in picchiata verso la conclusione della tappa. Una giornata (raccontata nelle gallerie fotografiche realizzate dal nostro fotografo Roberto Roux) in cui il ciclismo è diventato ancora una volta qualcosa di più grande di una corsa.
Dalle prime luci del mattino le strade tra Pont-Saint-Martin, Verrès e il vallone di Ayas si sono animate: centinaia di appassionati in bicicletta, arrivati da ogni parte d’Italia (e non solo), hanno voluto percorrere per primi – come una sorta di pellegrinaggio sportivo – le stesse salite che avrebbero affrontato poche ore dopo i professionisti. Giovani e meno giovani, “muscolari” o “elettrici”, ciclisti della domenica o atleti ben rodati: tutti uniti dalla stessa emozione e da un unico obiettivo – “esserci”.
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore – Il gruppo di tifosi olandesi
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
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Giro d’Italia Biella Champoluc Col Tzecore
Sotto il Col Tzecore si sono fermati anche loro, gli irriducibili turisti olandesi che da anni seguono la corsa rosa ovunque vada: camper parcheggiati, bandiere arancioni spiegate, musica e birre ghiacciate già dalle 10 del mattino. A loro si sono uniti bambini, famiglie, appassionati locali. Non sono mancati picnic improvvisati, grigliate accese sul ciglio della strada, striscioni artigianali, cori, bandane, applausi e un’infinità di scritte colorate sull’asfalto, in dialetti diversi e con dediche per i grandi nomi ma anche per gli eroi “minori” del gruppo.
Il passaggio del Giro non è solo un evento sportivo: è una scintilla che accende il cuore di piccoli paesi che per un giorno diventano il centro del mondo. Tutti hanno voluto esserci, perché il Giro è emozione pura, è memoria e passione, è quell’abbraccio collettivo che sa unire nonni e nipoti, ciclisti e spettatori, italiani e stranieri. È lo sport che fa ancora sognare, e che oggi, tra le montagne valdostane, ha trovato casa.

Il Giro d’Italia arriva in Valle d’Aosta con la Biella–Champoluc, festa a Verrès
Le strade della Valle d’Aosta accolgono oggi una delle tappe più attese del Giro d’Italia 2025, la Biella–Champoluc, una frazione di 166 chilometri che promette scintille con le salite del Colle Tzecore, del Saint-Pantaléon e del Col de Joux: tre ascese lunghe, tecniche, durissime, che potrebbero scrivere una delle pagine decisive di questa edizione della corsa rosa.
A vivere con particolare emozione questa giornata è Verrès, dove il Giro torna a passare dopo ventotto anni. «Siamo pronti a ospitare la corsa rosa – racconta il sindaco Alessandro Giovenzi – ed è un grande orgoglio per il nostro paese. Per noi è una grande emozione, sarà una festa per tutti, grandi e piccoli». Il centro storico sarà uno dei punti clou del passaggio della tappa, con cittadini e turisti già pronti ad affollare le strade per applaudire il gruppo.

«Il Giro d’Italia è una corsa che si aspetta perché ti passa sotto casa – prosegue Giovenzi – ed è sempre un momento di gioia. Certo, ci saranno dei disagi per la viabilità (in particolare il cantiere stradale salendo verso il Col Tzecore in mattinata ha generato code in mattinata, ndr) ma abbiamo individuato soluzioni alternative per agevolare chi si sposta in auto. Un grazie speciale va ai tanti volontari che renderanno possibile lo svolgimento in sicurezza dell’evento».
Il Giro è già nell’aria da giorni: in tanti, tra cicloamatori e curiosi, hanno provato in anticipo il percorso della tappa. E questa mattina, fin dall’alba, erano in centinaia sulle strade della corsa rosa. «Ci auguriamo che questo evento possa portare una ricaduta positiva sul lungo periodo, attirando nuovi visitatori che scopriranno Verrès anche dopo la gara» aggiunge il sindaco.
A ribadire il valore della tappa anche Marco Albarello, consulente per gli eventi sportivi dell’assessorato regionale al Turismo, Sport e Commercio. «Siamo soddisfatti dell’organizzazione – commenta – ma soprattutto fiduciosi che il Giro possa diventare una vetrina permanente per la nostra regione. Il nostro obiettivo è quello di attrarre sempre più pubblico, anche non solo legato al ciclismo, che possa scoprire e amare le nostre montagne».
La carovana rosa si muove dunque verso la Valle d’Aosta pronta a chiudere la sua giornata in quota, a Champoluc, dopo una tappa che promette di regalare emozioni, sfide e paesaggi mozzafiato.

Una risposta
Festa un bel niente, i pendolari del trasporto pubblico sono ostaggi di questa cavolata a cui frega solo ad una parte della popolazione e che rimarrà intoccabile perché fa girare i soldi.
Andate a piedi, va.