La catena di una bicicletta che, graficamente, termina con un piede. Il logo di Italia by packing racconta già molto dello spirito di questa avventurosa e suggestiva iniziativa che, da fine giugno a metà luglio, unirà la Sicilia a Courmayeur in un viaggio alla scoperta dell’Italia in bicicletta o anche – per gli ultimi 560 chilometri – a piedi. E chissà che questi bikepackers non incrocino il loro percorso con quelli dell’Italy Unite Wild Trail, in programma più o meno negli stessi giorni.
Si parte da Tindari (in provincia di Messina) il 26 giugno, affrontando 3.000 chilometri e 55.000 metri di dislivello, per arrivare a destinazione entro 21 giorni, viaggiando in una quasi totale autonomia seguendo solo la traccia GPX fornita dall’organizzazione (non ci sarà segnaletica dedicata) e potendo contare su alcune basi vita lungo il percorso (una a Morano Calabro, una nel Gran Sasso ed una a Barolo, più forse una nel Monferrato ed una a Pont-Saint-Martin), oltre che su negozi, alberghi, officine e quant’altro.
Proprio da Barolo, nella tenuta dei Marchesi, parte la versione “breve” della gara con 560 chilometri e 10.000 metri di dislivello, da compiere sempre in bicicletta (dal 12 luglio in massimo 120 ore) oppure a piedi (dal 9 luglio in massimo 8 giorni) sullo stesso percorso. Un 30% di strade sterrate, ma comunque poco trafficate che possono essere percorse con qualsiasi tipo di bici, anche a pedalata assistita. Entrambe le distanze possono essere fatte individualmente, in squadra o a staffetta.
L’idea di Italia by packing è nata inizialmente da un ultra atleta a tutto tondo ed un fotografo abituato a sfide nella natura: “Nico Valsesia e Fabio Menino volevano fare una gara così lunga ed arrivare a tutti i costi a Courmayeur”, racconta Matteo Pellin, guida alpina e titolare, insieme al fratello Luca, del Camping Monte Bianco La Sorgente in Val Veny, che vanta tra le sue imprese una Pechino-Courmayeur in bicicletta. “Conosco Nico da una vita perché abbiamo fatto diverse attività insieme, lui conosce la realtà del mio campeggio quindi ci teneva che la “gara” finisse lì. In autunno abbiamo provato il percorso sul campo studiando le diverse strade, in modo da avere una traccia”.
Non è una vera e propria competizione, anche se alla fine ci sarà una classifica, ma bisognerà comunque essere allenati e preparati: “L’idea è di fare un viaggio in autonomia alla scoperta delle bellezze dell’Italia”, continua Pellin. “Il percorso è molto bello, dal giro intorno all’Etna alla Calabria, da Matera e Melfi alla zona del Gran Sasso e Assisi, passando anche per i luoghi iconici del vino come Montepulciano, Montalcino ed il Chianti. Si transiterà poi dagli Appennini liguri, risalendo a Barolo fino ad Oropa, e da lì si entra in Valle d’Aosta: strada delle Gallie, rus, Salassi e tanti altri posti meravigliosi fino al campeggio”.
La parte di corsa da Barolo a Courmayeur è stata organizzata insieme a Giovanni Storti (quello di Aldo, Giovanni e Giacomo), che in Valle d’Aosta diverse volte ha partecipato a gare di trail: “Giovanni è un amico, gli piace fare queste cose. Quella parte lì non sarà solo un’escursione ma bisognerà darsi da fare, sarà un vero e proprio endurance trail. Sappiamo che i primi anni di queste iniziative sono sempre un po’ difficili, ma speriamo che alla gente piaccia e ne parli, portando un po’ di conoscenza dell’Italia anche all’estero”.