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La nuova sfida di Charlotte Bonin: “Con Anna puntiamo alle Paralimpiadi”

La 32enne di Gressan tenterà di qualificarsi a Tokyo 2020 nel paratriathlon con Anna Barbaro, un’atleta non vedente: “Ho riscoperto la voglia di mettermi in gioco”.
Sport

Due partecipazioni alle Olimpiadi nel triathlon – la prima, a 21 anni, a Pechino 2008, e la seconda nel 2014 a Rio de Janeiro, con un 44° ed un 17° posto – e la consapevolezza di essersi già tolta molte soddisfazioni. Ora, a 32 anni, Charlotte Bonin ha deciso di rimettersi in gioco con un nuovo obiettivo: la partecipazione alla Paralimpiadi di Tokyo 2020 con un’atleta non vedente.

“Poco più di un mese fa la Federazione mi ha contattata, chiedendomi di seguire una ragazza per cercare l’accesso a Tokyo 2020 nel paratriathlon”, racconta. L’atleta si chiama Anna Barbaro, ha 34 anni ed è di Reggio Calabria, ma di stanza quasi sempre a Peschiera del Garda, dove si allena con la Nazionale e dove Charlotte va circa due volte al mese. “Ha perso la vista all’età di 25 anni, il giorno del suo compleanno. Anziché piangersi addosso ha deciso di reagire ed ha iniziato a fare sport, mentre prima non ne faceva. La cosa che mi fa davvero tanto piacere è che mi ha sempre raccontato di aver iniziato il triathlon perché aveva sentito il mio nome ed ero quasi un modello per lei”, continua ancora “Charlie”.

Il paratriathlon, nella versione sprint, si disputa sulle distanze di 750 metri da coprire a nuoto, 20 km in bici e 5 km di corsa. Per puntare alle qualificazioni si prenderanno i tre migliori risultati in un periodo di dodici mesi dal 29 giugno 2019, con la disputa delle World Paratriathlon Series, dei Mondiali, degli Europei e della Coppa del Mondo. La scelta di affiancare Charlotte ad Anna è nata sia per il curriculum stellare della valdostana – ultimo risultato in ordine di tempo, la vittoria dei Campionati Italiani ad ottobre – sia per la sua conoscenza di quelle dinamiche.

L’atleta delle Fiamme Azzurre ha subito accettato con entusiasmo: “Per me è uno stimolo, soprattutto dal punto di vista umano. Io sono sempre stata “individualista” negli allenamenti e nella competizione: con questo percorso ho riscoperto la voglia di rimettermi in gioco, di dare una mano ad Anna, di spronarla. La prima cosa che le ho detto è stata: Sono qui per te. Non importa se andiamo più piano o facciamo meno chilometri, l’importante è allenarsi e cercare la sintonia”. Un cambiamento totale nelle dinamiche di performance: in bici si utilizza il tandem, mentre nel nuoto e nella corsa le atlete devono essere legate da un cordino, cosa che richiede una grande coordinazione tra le due.

Il ruolo della 32enne di Gressan non si esaurisce nella pura attività fisica, ma c’è tanto impegno anche a livello mentale: “Ci sono alcune situazioni in cui io, atleta donna, sono già passata, quindi so darle dei consigli ed aiutarla a reagire. Siamo molto simili ed andiamo d’accordo, c’è stata sintonia fin da subito anche al di fuori degli allenamenti, e questo è molto importante”.

Il 27 aprile, a Milano, la prima gara insieme: il sogno di Charlotte e Anna può iniziare.

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