Temperature e giornate estive già da diverse settimane, la possibilità di tornare all’attività fisica, l’invidia nel vedere i litorali italiani affollati: chi sperava di poter godere di questo sole sulle “spiagge” dei campi da beach volley valdostani dovrà, per ora, spegnere il proprio entusiasmo. Nonostante la riapertura di centri sportivi e palestre, la FIPAV – la Federazione Italiana Pallavolo, sotto la cui egida ci sono pallavolo, sitting volley e beach volley – ha emanato il 21 maggio un protocollo (valido da lunedì 25) proibitivo per questo sport.
Se è possibile tornare ad allenarsi, con diverse precauzioni, tra i punti salienti relativi alle fasi di gioco ci sono alcune regole che non lasciano scampo: vietati “il contatto fisico tra atleti, il mancato rispetto del distanziamento sociale e il raduno in gruppi in spazi ristretti” ma, soprattutto,“TUTTI GLI ESERCIZI DI GIOCO, sia tecnici che competitivi, esempio il 6vs6, 5vs5, 4vs4, 3vs3, 2vs2”. Per assurdo, anche volendo, sarebbe vietato l’1vs1, in quanto i palloni devono essere “ad uso personale dell’atleta, da pulire frequentemente con appositi dispositivi e comunque sanificare all’inizio e al termine della seduta di allenamento”. In pratica, non si può passare il pallone né ai compagni di squadra né agli avversari.
“Non ci aspettavamo niente di più, vista la situazione attuale”, commenta Armando Lodi, presidente del Comitato regionale FIPAV. “Senza voler essere disfattisti o polemici, è però castrante. L’idea con le società indoor è quella di rimanere in attesa che le cose possano migliorare più avanti, anche perché sono richiesti degli adempimenti e delle responsabilità che non ripagano dal punto di vista sportivo. Lascia un po’ perplessi il fatto che beach volley e pallavolo siano sottoposti allo stesso protocollo, visto che nel beach ci sono meno giocatori in campo e, soprattutto, si pratica in spazi aperti. La Federazione ha però aperto alla possibilità che ci possano essere in futuro misure meno stringenti, speriamo almeno ci si possa passare il pallone”.
La FIPAV ha infatti dichiarato ieri che “ciò non significa che lo stesso non possa mutare in futuro in caso di evoluzione positiva della situazione generale“.