Una cerimonia di chiusura dell’edizione 2013 dei Piolets d’or emozionante e coinvolgente quella che si è svolta ieri sera a Courmayeur, grazie anche al rock folk del gruppo L’Orage e alla conduzione di Kay Rush.
Alla fine la giuria, presieduta dal britannico Stephen Venables, non se l’è sentita di individuare un solo vincitore del premio per la migliore ascensione del 2012 ed ha deciso di dare un ex aequo a tutte e sei le spedizioni in nomination.
A vincere il più prestigioso premio dell’alpinismo mondiale sono stati: i francesi Sébastien Bohin, Didier Jourdain, Sébastien Moatti e Sébastien Ratel (parete sud-ovest del Kamet, 7.756 metri, in India); i britannici Mick Fowler e Paul Ramsden (traversata della cresta nord-est a quella sud del Shiva, 6.142 metri, in India); i russi Dmitry Golovchenko, Alexander Lange e Sergey Nilov (sperone nord-est della Muztagh Tower, 7.284 metri, in Pakistan); gli statunitensi Kyle Dempster e Hayden Kennedy (cresta sud-est del Baintha Brakk-Ogre, 7.285 metri, in Pakistan); i britannici Sandy Allan e Rick Allen (cresta Mazeno ridge del Nanga Parbat, 8.125 metri, in Pakistan); i giapponesi Tatsuya Aoki, Yasuhiro Hanatani e Hiroyoshi Manome (pilone sud del Kyashar, 6.770 metri, in Nepal).
“Che si tratti di una nuova via su un ‘6.000’, di una lunga cresta su un ‘8.000’, della conquista di una famosa e mitica montagna o di una scoperta remota – si legge nella motivazione della giuria – tutte e sei le ascensioni nominate hanno un fattore in comune: sono andate oltre la cima, si sono impegnate in una discesa diversa ed ogni salita a suo modo ha dovuto affrontare delle difficoltà molto elevate”.
Il Piolet d’or alla carriera-Premio Walter Bonatti è invece stato consegnato all’austriaco Kurt Diemberger, simbolo vivente dell’alpinismo moderno.