Tor des Géants, sfilata sotto lo striscione d’arrivo a Courmayeur per i 471 finisher

Il Trofeo delle Nazioni è andato alla Francia, grazie alle prestazioni di Patrick Bohard, Christophe Le Saux e Jean Claude Mathieu. Premio speciale a Lucio Trucco, membro dell'organizzazione. Iscrizioni per l'edizione 2016 dal 1° di febbraio.
I finisher a Courmayeur
Sport

Si è concluso ieri con la sfilata dei 471 finisher per le vie del centro di Courmayeur il Tor des Géants 2015. Una notte di riposo al caldo e il clima di festa hanno fatto tornare il sorriso agli atleti, cancellando la delusione per lo stop anticipato della corsa. Dopo il passaggio sul red carpet posto all’arrivo, gli atleti hanno proseguito fino al Palazzetto dello Sport di Dolonne dove, su un altro tappeto posto sulla pista del ghiaccio, sono arrivati fino al podio. Qui sono stati consegnati i trofei ai migliori classificati in assoluto e delle varie categorie e le ambite maglie finisher, da sfoggiare poi per tutto l’inverno in attesa che, il 1° febbraio, aprano le iscrizioni per l’anno 2016.

Il podio maschile ha visto sul gradino più alto il piccolo Gigante francese Patrick Bohard, che ha chiuso l’intero tragitto in 80 ore e 20 minuti. Alle sue spalle il romagnolo Gianluca Galeati e quindi ancora un francese, il “solito” Christophe Le Saux.  

Il podio femminile invece ha visto protagoniste la svizzera Denise Zimmermann, e le italiane Lisa Borzani e Marina Plavan.

Trofeo delle Nazioni alla Francia, grazie alle prestazioni di Patrick Bohard, Christophe Le Saux e Jean Claude Mathieu.

C’è stato anche un podio riservato ai valdostani. Prima donna al traguardo Sara Perin, primi tre uomini, nell’ordine, Giancarlo Annovazzi, Mario Stevenin e Abele Blanc.

Da parte di Casio Protrek, è stato dato un premio speciale a Lucio Trucco, 44 anni, guida alpina di Cervinia e componente del Soccorso Alpino. Trucco, impegnato nell’ organizzazione, ha scavato oltre mille gradini nella neve del Col Loson per consentire ai concorrenti di superare in sicurezza i 3.300 metri del “Tetto del Tor”. Poi ha cosparso il tratto di segatura per ridurre il pericolo di scivoloni e ha assistito personalmente gli atleti in difficoltà. “Il mio obiettivo era di farli andare avanti e continuare a inseguire il sogno Gigante”, ha detto. “Gli abbracci e i ringraziamenti dei concorrenti sono stati la miglior ricompensa”. 

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