Dopo essere stato avviato in forma sperimentale nell’inverno scorso grazie a finanziamenti regionali dedicati, lo snowfarming pare aver convinto i comuni di Bionaz, Gressoney-La-Trinité. Nonostante una stagione estiva più calda e prolungata rispetto alla media del periodo, le due località hanno ottenuto discreti risultati dallo stoccaggio della neve, che non appena le temperature lo consentiranno verrà riposizionata sulle rispettive piste permettendo un netto guadagno temporale sui mesi autunnali.
Gressoney-La-Trinité: “imparare a mettere da parte la neve come le formiche”
Per Gressoney-La-Trinité quello corrente è stato un primo anno di prova dello snowfarming che, nonostante qualche problema riscontrato nella metodologia, grazie al confronto con tecnici esperti si è rivelato positivo.
“A fronte di una perdita stimata del -30%, la perdita effettiva si aggira attorno al -40% circa, con un divario dovuto al periodo tardo dell’inverno in cui abbiamo avviato lo stoccaggio – commenta il sindaco Alessandro Girod -. Siamo soddisfatti e sicuramente ci riproveremo anche il prossimo anno con qualche accorgimento in più”.
Il tracciato di fondo del paese potrà dunque beneficiare, qualora le temperature ancora eccessivamente elevate lo consentano, di un prolungamento della stagione all’autunno.
“La neve accumulata andrà ad alimentare le nostre piste regalandoci l’opportunità di dare subito il via alla stagione sciistica dello sci nordico – prosegue ancora Girod -. Stando a quanto sostenuto dagli scienziati, questo andamento climatico così particolare tenderà a farsi sempre più marcato negli anni a venire, trasformando la neve da un’abitudine a un evento straordinario, perciò dobbiamo restare al passo con tempi e tecnologie imparando a metterla da parte come le formiche”.
Bionaz: “superare i 5 mila metri cubi di accumulo”
Anche Bionaz, come molte altre località turistiche italiane e internazionali, ha scelto di indirizzarsi negli anni passati verso lo snowfarming, anticipando progettualità che secondo molti comprensori rappresentano il futuro dello sci a bassa e media quota.
“Abbiamo aumentato le dimensioni degli accumuli a 4.300 metri cubi circa e, anche in mancanza di dati misurati, abbiamo notato consumi inferiori – racconta il sindaco Valter Nicase -. Se la primavera e l’estate sono state più normali alle nostre quote se paragonate al 2022, abbiamo perso un po’ di forma nelle settimane di caldo anomalo di settembre”.
A sensazione i cali di stock nevoso sono stati inferiori al -50% registrato l’anno scorso e potrebbero dunque risultare sufficienti a coprire un anello di piste di circa un chilometro.
“Con l’arrivo del freddo scopriremo il mucchio ed effettueremo le dovute misurazioni per capire come si è comportato – prosegue Nicase -. Gli 800 metri spianati l’inverno scorso sono stati per noi vitali perché, senza di essi, non avremmo potuto ospitare nemmeno un allenamento o una gara di sci club, Asiva fondo o Asiva biathlon”.
L’impianto di snowfarming di Bionaz, ora più vicino alla pista, resterà attivo anche negli anni a venire con l’obiettivo di superare i 5 mila metri cubi di accumulo ottimali al funzionamento di circa 2 chilometri di tracciato.
Un anno fa: conservare la neve d’estate, per sfruttarla in inverno, la scommessa di Bionaz e Gressoney
8 Novembre 2022
Bionaz e Gressoney-La-Trinité si convertono allo snowfarming, l’alternativa che attraverso lo stoccaggio della neve in appositi spazi dedicati risulta in grado di anticipare la stagione con un guadagno temporale sui mesi autunnali. I due comuni hanno ricevuto dalla regione rispettivamente di 81 mila euro e 84 mila euro per l’iniziativa.
L’impianto di Bionaz
Durante l’anno passato, l’impianto di Bionaz è stato avviato in maniera sperimentale arrivando a immagazzinare circa 3500 metri cubi di neve, una quantità che il Comune spera di poter incrementare durante questo e il prossimo inverno così da riuscire a provvedere a un innevamento che raggiunga il chilometro e mezzo di tracciati.
“La perdita stimata per le estati climaticamente stabili si aggira attorno al 30% ma, data l’anomalia meteorologica che ha connotato i mesi scorsi, la speranza è che le misurazioni che siamo tuttora in attesa di effettuare nei prossimi giorni registrino un calo di accumulo non superiore al 40% che ci permetta di coprire circa un chilometro – spiega il sindaco Valter Nicase -. Non appena la situazione meteo migliorerà riscontrando un adeguato raffreddamento dell’aria, potremmo alfine provvedere alla messa in opera delle nostre piste”.
La neve, derivante da pratiche di innevamento artificiale e non da neve naturale non sfruttabile alla latitudine valdostana, risulta attualmente stoccata accanto al comprensorio del paese, dove essa è stata trasportata a bordo di appositi camion.
“La somma regionale è in grado di supportarci soltanto in parte nella gestione di una struttura soggetta a notevoli costi tra cui costruzione ed erogazione di acqua ed elettricità – commenta ancora Nicase -. In tal caso, i fondi elargiti serviranno per coprire circa l’80% delle spese derivanti dall’acquisto degli appositi tre strati di teli geotermici necessari a coprire il mucchio formato proteggendolo dalle temperature elevate e scongiurandone così il conseguente scioglimento”.
L’impianto di Gressoney-La-Trinité
Gressoney-La-Trinité vanta una piccola ma caratteristica pista di fondo di circa 5 chilometri interna al paese, che la scuola di fondo locale auspica di poter utilizzare per i propri allenamenti già a decorrere dai primi mesi autunnali.
“Innevare tale anello sarà possibile soltanto attraverso una apposita stazione di snowfarming, la cui creazione e la cui conservazione saranno sicuramente agevolate dalle temperature basse della nostra altitudine di circa 1700 metri – commenta il sindaco Alessandro Girod -. Il nostro obiettivo sarebbe quello di poter iniziare a stipare la neve già durante questo inverno per poi averla disponibile nell’autunno del 2023 anche e soprattutto in vista e nel timore dei recenti cambiamenti climatici”.
Gli 84 mila euro di finanziamento regionale, invece, serviranno anzitutto per l’allestimento della zona di produzione nonché per l’acquisto dei materiali per il mantenimento delle condizioni degli accumuli.
“Lo stoccaggio avverrà all’interno di una area adiacente all’anello al fine di minimizzare spese di trasporto e stesura già di per sé esposta a nord e pertanto al riparlo dal sole e dal calore da esso generato – conclude Girod -. Per il momento non abbiamo registrato ancora nessuna gelata, ciò che preoccupa tanto noi quanto i turisti che amano il nostro comune poiché ci impossibilita ad avere temperature atte a sparare e mantenere la neve artificiale”.
2 risposte
Snowfarming?!
Io chiederei cortesemente a tutti i Giornalisti, in particolare a quelli della Rai, di smetterla di utilizzare termini inglesi. Non che io sia contrario alla conoscenza della lingua straniera che sicuramente è utile nei rapporti turistico-commerciali- culturali per la nostra Regione. Temo purtroppo che il sostituire la nostra lingua con l’ inglese dimostri l’evidente sudditanza nei confronti dell’America/Inghilterra di cui siamo semplicemente una colonia (come lo dimostra la politica estera dei nostri governanti). È così difficile dire semplicemente “neve conservata”? È così difficile trovare in italiano l’ equivalente di “bikesharing” , di “rider”, di “weekend” eccetera eccetera?
Possibile che anche in questa Regione ogni manifestazione debba avere il titolo in inglese? Chi lo decide crede forse di essere più internazionale o più “figo”? Si raggiunge il colmo quando nei servizi della Tgr che trattano, ad esempio, attività che coinvolgono il Patois si sente parlare di “backstage” ( servizio sul Concours Cerlogne) o “play off” (servizio sulle eliminatorie della Rebatta)! Altro che “mantenimento della cultura e delle tradizioni’ regionali”! Continuando così i prossimi programmi scolastici potranno escludere lo studio della lingua italiana con grande soddisfazione degli studenti che potranno “evitare” una materia: d’altronde oggi si salutano già con “Bella Bro”!
Ma della CO2 emessa per spostare sta neve (con mezzi spazzaneve diesel che emettono particolato, benzopirene, Nox, ecc.) che farà sciogliere altrettanta neve ne vogliamo parlare ? E del telone che per essere stato prodotto e trasportato ha emesso altri inquinanti e altra CO2 ? E del telone che a fine vita finirà nell’ambiente sotto forme di micro-plastiche ? Se si potessero risvegliare i nostri vecchi penso che non crederebbero ai propri occhi.
Riporto le parole che è possibile reperire su wikipedia in riferimento alle emissioni dei motori diesel e benzina:
“In relazione alla loro pericolosità per la salute, l’OMS inizialmente sospettava un loro effetto cancerogeno, mentre dal 2012 confermò tale sospetto e dichiara accertata la correlazione tra tali gas ed il cancro grazie al lavoro del “Centro internazionale di Ricerca sul Cancro”, le emissioni Diesel sono passate così dal Gruppo 2 (nel 1988 sono stati classificati come potenziali cancerogeni), ossia delle sostanze probabilmente cancerogene per l’uomo, ad essere riclassificate nel Gruppo 1, ossia “cancerogeni accertati per l’uomo”, in particolare per il contenuto di benzopirene, prodotto tuttavia anche dai motori a benzina, dalle sigarette e da stufe e camini.”