Idee e esperienze a confronto per sviluppare il Turismo delle radici

Alla Maison des Artistes di Bard un convegno ha coinvolto imprenditori, operatori culturali, istituzioni per una riflessione sul turismo che punta sugli italiani all’estero.
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Turismo

Quali attenzioni, quali iniziative, quali sinergie attivare o valorizzare per sviluppare, anche in Valle d’Aosta, il cosiddetto Turismo delle Radici, che si rivolge agli italiani all’estero, desiderosi di scoprire i paesi e i borghi delle origini? Se n’è parlato questo pomeriggio a Bard, in particolare alla Mab, la Maison des Artistes, in un convegno intitolato “Il turismo delle radici fra durabilité e overtourism” e organizzato nell’ambito del Programma Italea, l’iniziativa, finanziata dall’Unione Europea attraverso il programma NextGenerationEU, organizzata dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero della Cultura, in collaborazione con il progetto Radici Contemporanee.

Aperto dalle padrone di casa Verdiana Vono e Stefania Tagliaferri, i lavori sono proseguiti con i saluti istituzionali della sindaca di Bard Silvana Martino e dell’assessore al Turismo della Regione autonoma Valle d’Aosta Giulio Grosjacques. Il tema è stato poi inquadrato dal consigliere d’Ambasciata Giovanni Maria De Vita, responsabile del Programma Italea per il turismo delle radici presso il Ministero degli Affari Esteri.“Il servizio turistico in Italia viene offerto spesso da persone che non hanno formazione specifica e a cui come Italea vogliamo spiegare chi è il viaggiatore delle radici, che torna nei paesi di origine” ha sottolineato.  “Lo sviluppo attraverso il turismo delle radici può creare nuove opportunità, Confesercenti ha stimato la creazione di 90mila posti nei prossimi due anni” ha sottolinea ancora De Vita.

Ornella Badery Presidente dell’Associazione Forte di Bard ha dato vita alla sessione  intitolata “Forte di Bard dal passato una possibilità di sviluppo turistico”, dedicata al ruolo del celebre complesso fortificato come esempio di recupero e valorizzazione del patrimonio storico a fini culturali e turistici.  Con un’offerta culturale poliedrica il Forte ha registrato 323 mila ingressi nel 2024, numeri in crescita in questi primi 9 mesi del 2025. “Il nostro visitatore è prevalentemente di origini italiane, ma abbiamo raccolto un + 7% di crescita degli stranieri, da 82 paesi del mondo, segno che un seme l’abbiamo piantato in tantissime nazionali”.

Ha esortato a non concentrarsi solo sulla dimensione quantitativa del turismo, ma anche sugli aspetti di qualità Alessandro Cavaliere, di Federalberghi, intervenuto con una relazione dal titolo evocativo “Turismo: cui prodest?”. “Il turismo credo che vada guardato per la sua valenza sociale e culturale e non va solo calcolato in termini monetari”. “La domanda che dobbiamo porci – può sembrare una provocazione – è se in alcune località turistiche ci sia ancora spazio: è una domanda legittima se pensiamo al fenomeno dell’overtourism che da alcuni anni fa discutere”. L’imprenditore turistico ha concluso suggerendo un’inversione di prospettiva: “Sono i turisti che devono adattarsi alle destinazione e non viceversa”.

Una testimonianza concreta e vivace da oltralpe è stata portata da Maurice Bodecher componente della giunta del piccolo comune francese di Aussois, che ha presentato l’esperienza “Arts visuels et tourisme culturel du projet Transit”, incentrata sul dialogo tra arti visive e turismo culturale.

La seconda parte della giornata ha ospitato  la riflessione di Sara Carmagnola di Ecate Cultura, che ha proposto l’analisi su come i festival culturali – sono 11 in Valle d’Aosta che si concentrano prevalentemente nel capoluogo regionale – possono rappresentare uno strumento di sviluppo e di rigenerazione territoriale. “I festival sono piattaforme di scambio e di coinvolgimento delle comunità, che hanno un impatto territoriale perché animano le comunità, e costituiscono una risorsa per la valorizzazione turistica ed economica” ha sottolineato.

Marco Zaccarelli di Italea Piemonte ha illustrato “Il lavoro di Italea Piemonte”, un contributo sulle azioni messe in campo nella regione per favorire la riconnessione tra le comunità di origine e le nuove generazioni di italiani all’estero mentre Valentina Porcellana dell’Università della Valle d’Aosta, ha evidenziato alcune tracce dell’emigrazione nelle storie familiari attraverso le autobiografie, le memorie e i ricordi di italo-brasiliani e italo-argentini dove vivono rispettivamente 32 e 25 milioni di persone con ascendenti italiani.

Le conclusioni del pomeriggio sono state affidate a Verdiana Vono della compagnia Palinodie, con un intervento dal titolo “Le prospettive di Italea Valle d’Aosta”, dedicato alle future opportunità del progetto nel territorio valdostano.

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