Dopo aver deciso nei giorni scorsi di non partecipare al voto in Commissione sul disegno di legge sulle locazioni turistiche, il gruppo Lega VdA porterà in aula un maxi emendamento “per definire in modo migliore il Dl”. La proposta è stata presentata nel pomeriggio di oggi, martedì 20 giugno, nel corso di una conferenza stampa.
“Abbiamo elaborato una proposta radicale dopo aver raccolto le istanze dei vari portatori di interesse e le tante critiche” ha spiegato Simone Perron “e utilizzando il nostro metro ideologico per fare delle modifiche che fossero rispondenti alla tutela della proprietà privata e della libera iniziativa”.
Il maxi emendamento mira a semplificare un disegno di legge, che a detto del gruppo Lega, è “l’esempio classico della scrittura in burocratese”.
“La nostra proposta è molto più snella, – prosegue Perron – garantiamo l’istanza della tassa di soggiorno dei comuni, ma allo stesso modo evidenziamo come si può fare tutto ciò che non è espressamente vietato”.
“Siamo andati a eliminare tutti gli orpelli senza senso” aggiunge Paolo Sammaritani. “Chi vuole locare lo faccia, basta essere in regola con le norme attuali”.
Fra le proposte contenute nell’emendamento, anche una convenzione da stipulare fra Regione e Questura al fine di acquisire i dati necessari a monitorare le presenze sul territorio di ciascun comune.
La proposta verrà ora messa sul tavolo dei consiglieri con l’auspicio che “possa essere recepita da tutta l’aula”.
Cosa prevedono i due disegni di legge su locazioni turistiche e imposta di soggiorno
Il disegno di legge sulle locazioni turistiche brevi definisce gli adempimenti amministrativi per l’attività di locazione per finalità turistiche.
Il locatore, prima dell’avvio dell’attività, deve presentare una sola volta al Comune una dichiarazione sostitutiva attestante i dati relativi all’alloggio a uso turistico locato. Alla
dichiarazione va allegata una planimetria catastale in cui sono indicate le camere o i vani destinati ad attività turistica. Il Comune, all’atto del ricevimento della dichiarazione, dovrà rilasciare, per ogni alloggio a uso turistico, il CIR che il locatore dell’alloggio a uso turistico e, gli intermediari che lo pubblicizzano sono tenuti a rendere sempre chiaramente leggibile su ogni strumento di promo-commercializzato. Il Cir dovrà essere comunicato anche all’amministratore, se l’alloggio si trova in un condominio. Arriva anche l’obbligo per
tutte le strutture ricettive, di denunciare alla Questura le generalità dell’ospite e del loro arrivo e presenza. Obbligo di comunicazione anche all’Office régional du tourisme – Ufficio regionale del turismo, per finalità statistiche, dei soli dati di arrivo e presenza. Vengono poi individuati i servizi erogabili negli alloggi a uso turistico e parificati gli alloggi a uso turistico alle strutture turistico-ricettive per il solo fine dell’applicazione dell’imposta di soggiorno. L’attività di vigilanza e controllo sarà riservata ai Comuni, con la possibilità di accesso di incaricati presso gli alloggi a uso turistico, nonché la consultazione dei canali o strumenti utilizzati per la loro pubblicità o promo-commercializzazione o identificazione.
Novità anche sul fronte dell’imposta di soggiorno. A dieci anni dalla sperimentazione, il Governo regionale ha deciso di uniformarne l’applicazione in tutti i Comuni della Regione Valle d’Aosta, considerata come prodotto turistico “unico” e di riparametrare le tariffe applicate in Valle d’Aosta a quelle delle principali mete turistiche delle Alpi. Inoltre per le aziende alberghiere e i complessi ricettivi all’aperto, l’imposta di soggiorno verrà calcolata sulla base del numero di stelle attribuite e non più sui prezzi praticati.
L’imposta sarà applicata dal Comune territorialmente competente secondo un principio di gradualità e, comunque, per un importo non inferiore a cinquanta centesimi e non superiore a cinque euro per notte di soggiorno.
Una risposta
Mi rivolgo ai consiglieri di maggioranza, perchè non riesco a credere che almeno alcuni di loro non nutrano molti dubbi a proposito di questa legge, indubbiamente raffazzonata e con basi giuridiche più che incerte, come è stato rappresentato alle Commissioni da Claudio Pica, da Uppi, da Confedilizia. Si tratta di un provvedimento che introduce procedure ridondanti, limiti assurdi, un visione oscurantista e punitiva per quanto riguarda lo sviluppo del nostro turismo regionale. Penalizzare gli affitti brevi non porterà agli albergatori che minimi vantaggi : la clientela che cerca appartamenti si rivolgerà fuori Valle, non certo agli hotel. Diamoci piuttosto da fare migliorando la nostra offerta turistica, in modo che si sviluppi l’accesso a tutti i tipi di struttura!