Crisi del turismo? L’errore è anche sui social

18 Febbraio 2022

Dopo aver analizzato l’impatto che possono avere le ricerche intenzionali sui motori di ricerca, Google in particolare, nella scelta finale verso una meta turistica (qui), l’analisi si sposta sui social media, in particolare modo sulle piattaforme di Meta (Instagram, Facebook, Messenger e WhatsApp) canali che vedono ogni giorno circa 30 milioni di italiani attivi con una media d’utilizzo di quasi 2 ore.

In una fase di scoperta e di conoscenza di un prodotto, come una località turistica, sono sicuramente d’impatto le pubblicità TV come anche quelle display (cartellonistica) offline.

Questo genere di azioni portano al raggiungimento di un numero tanto grande quanto indistinto di persone sparse in tutte le 20 regioni d’Italia ad un prezzo variabile minimo che si attesta sulle decine di migliaia di euro per singolo spot. Azioni pubblicitarie, seppur funzionali ad una strategia comunicativa efficace, hanno il limite che non possono essere targhettizzate: un siciliano, un friulano o un abruzzese, che guarda lo spot in TV non è detto che sia interessato ad una vacanza in Valle d’Aosta.

 

In quest’ottica i social media sono un canale online, di scoperta di un prodotto con un duplice vantaggio:

 

Attraverso i social, quindi, inserzioni pubblicitarie specifiche possono essere visibili solo in determinate aree e a chi ha interessi specifici. Per essere ancora più chiari: un’inserzione può essere vista solo in Lombardia, da un milanese con interessi spiccati per Courmayeur.

Come già specificato, nell’articolo precedente, l’impegno della Regione su pubblicità offline TV è stato rilevante, ma ci sarà stato il medesimo impegno sui canali social?

La domanda trova risposta nelle parole della Dott.ssa Gabriella Morelli, Direttrice dell’Office Régional du Tourisme, che da noi interpellata, afferma: “Non sono state avviate campagne online di promozione della Regione, né social né Google, ma solo offline. Per quest’inverno stiamo lanciando il nostro portale di prenotazione online, iniziato a promuovere da poche settimane”.

E’ giusto ricordare, però, che con una delibera regionale del 6 dicembre 2021erano stati stanziati 1.300.000 euro, destinati “ad azioni pubblicitarie finalizzate a promuovere l’immagine e l’offerta turistica della regione…ricorrendo a diversi mezzi di comunicazione, tra cui social network…”. Inoltre, nelle note, annualmente erano stati stanziati proprio a questo comparto 68.000 euro.

Una cifra che in effetti trova conferma anche nel Piano Operativo dell’Office Régional du Tourisme per il 2022, approvato di recente dalla giunta regionale, nel quale però risulta anche che “a partire dall’anno 2021 e per un periodo di due anni (fino a tutto il 2022) l’Office ha contrattualizzato una agenzia specializzata per la realizzazione di campagne web e social media marketing strutturate, a sostegno della visibilità online dell’ospitalità della Valle d’Aosta e della piattaforma bookingvalledaosta destinando a tale progetto un budget di  68.000€+ Iva per ciascuno dei due anni”.

Attraverso uno strumento di libero accesso fornito da Meta chiamato “Libreria Inserzioni”, abbiamo verificato che, effettivamente, dal 7.2.2022 sono state lanciate alcune inserzioni proprio destinate a promuovere il portale di booking valdostano (vedi allegato). Forse un po’ tardi per promuovere un inverno che oggi sembra già quasi agli sgoccioli, soprattutto a causa della eccezionale scarsità di neve.

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Da ulteriori indagini, condotte grazie a strumenti professionali di reportistica social media, paragonando la Valle d’Aosta al suo competitor principale, il Trentino, negli ultimi 6 mesi, si ricavano ulteriori interessanti dati: oltre al divario di fan/followers, le interazioni sui social (somma di Like+Commenti+Condivisioni+Click) risultano quattro volte superiori su Instagram e tre volte maggiori su Facebook del Trentino rispetto la Valle d’Aosta.

immagine trentinovsvda

I motivi di questa disparita nei numeri è da imputare a 2 fattori:

  1. La mancanza di budget investito, come ammesso dalla Dirigente regionale;
  2. Minor interesse per la tipologia di contenuto mostrato;

Trovate le risposte, ad ognuno la propria conclusione e i propri giudizi, ricordando sempre che nel marketing bastano poche scelte per cambiare il verso ad una stagione difficile.

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