Addio a Giovanni Minellono, il partigiano “Fulmine”

Minellono era nato il 19 maggio del 1926 a Sedriano, in provincia di Milano. Nell'aprile '44 - spiega l'Anpi Valle d'Aosta, che esprime il suo cordoglio - si unì ai partigiani di Morion.
Giovanni Minellono
En souvenir

È morto Giovanni Minellono, il partigiano “Fulmine”. A comunicarlo l’Associazione nazionale partigiani d’Italia Valle d’Aosta che “esprime profondo cordoglio”.

Minellono era nato il 19 maggio del 1926 a Sedriano, in provincia di Milano. L’infanzia, difficile, è stata segnata dalla morte del padre in guerra, al trasferimento a Gressan con la mamma e la sorella, alla morte della madre e alle ristrettezze economiche.

A 14 anni l’assunzione allo stabilimento Cogne. Nell’aprile ‘44 Minellono è stato richiamato alle armi e – dice l’Anpi – “disgustato per quanto stavano facendo i fascisti, non esitò a scegliere e si unì ai partigiani di Morion. Lì, ai piedi della Becca di Nona, c’era una banda partigiana comandata da Giulio Ourlaz Dulo e a Giovanni fu assegnato il nome di battaglia Fulmine visto che era un ragazzo agile e veloce”.

Nell’estate del 1944 Fulmine e la sua banda si spostarono a Cogne usando il trenino del Drinc e in quel luogo conobbe Franz Elter e i suoi figli, Giulio Dolchi e tantissimi personaggi che poi hanno fatto la storia del nostro Paese.

Ha conosciuto anche il dolore della perdita dei propri compagni come Giorgio Elter e Aurora Vuillerminaz, ed il 2 novembre partecipò allo scontro con i nazifascisti durante la battaglia di Cogne. La superiorità numerica e di armi spinse il comandante Plik, Giuseppe Ferdinando Cavagnet, alla ritirata verso la Francia.

Ricordava con tristezza quella traversata durata quattro giorni e l’arrivo in Val d’Isère, dove sono stati accolti come prigionieri di guerra fino alla Liberazione.

“Raccontava questi episodi con grande umiltà e riconoscenza verso quei capi partigiani che lo avevano accolto e guidato in quegli anni – prosegue l’Anpi –. Un’umiltà che lo ha accompagnato tutta la vita, anche quando questa gli ha finalmente sorriso: l’amore per Clara, conosciuta in una sala da ballo, i loro due figli, Sergio e Stefano, l’impresa di pulizie creata e gestita insieme e i loro adorati nipoti”.

Proprio a Simone, uno dei nipoti, Fulmine ha rilasciato una commovente intervista raccolta nel libro “Veillà. Dialoghi fra generazioni in Valle d’Aosta” di Manuela Lucianaz, pubblicato da END Edizioni.

L’ Anpi “rivolge sentite condoglianze a tutta la famiglia”.

Giovanni Minellono

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