Se n’è andata una figura di riferimento per la città di Aosta e la comunità valdostana, un uomo stimato da tutti per acume, impegno sociale e politico, capacità di analisi e di ascolto. Roberto De Vecchi, di Aosta, si è spento nel primo pomeriggio di oggi, all’età di 87 anni.
Una vita, la sua, che si può definire anche una solida testimonianza dei valori della cristianità e della cittadinanza attiva, sempre orientata all’impegno per gli altri e per la comunità aostana, in cui non era nato, ma dove, per usare le sue parole, si sentiva “culturalmente adottato”. Chi lo conosceva ricorda quanto Roberto De Vecchi fosse affezionato all’idea, oggi così bistrattata, di bene comune e di quanto osteggiasse l’individualismo dilagante, non stancandosi mai di professarlo anche ai più giovani.
Sindaco di Aosta tra il 1972 e il 1974, consigliere comunale eletto nelle fila della Democrazia Cristiana nel 1965, Roberto De Vecchi è rimasto sui banchi dell’assemblea comunale per trent’anni, fino al 1995. Abbandonata la Democrazia Cristiana, a livello locale è stato tra i fondatori dei Democratici Popolari prima e degli Autonomisti Democratici Progressisti.
Dopo l’impegno attivo in politica, non ha mai smesso di occuparsi dei problemi sociali a partire dalla casa in cui ha contribuito, negli anni ’90, ad una ricerca approfondita sui problemi abitativi ad Aosta. Per anni è stato in prima linea sui temi della famiglia attraverso il costante contributo di idee e di energie al Forum per le famiglie.
Presente sin dalla nascita delle Acli valdostane negli anni ’50, sino all’ultimo ha accompagnato e sostenuto i vari passaggi e avvicendamenti nell’associazione ricoprendo il ruolo di vicepresidente dell’associazione e assumendosi, negli anni, anche la responsabilità di Patronato e Caf.
“E’ stato una guida essenziale per la nostra associazione, una persona dal cuore grande e dalla spiccata intelligenza, dotato delle sapienti virtù dell’ascoltare e dell’accogliere, sempre attento ad aiutare il prossimo”. Sono le parole con cui lo ricorda Stefania Sacchi, Presidente regionale delle Acli. “Nonostante la fatica, l’età avanzata e la necessità di conciliare gli impegni pubblici con la famiglia, è riuscito comunque anche negli ultimi tempi a seguire il consiglio regionale delle Acli, a tenere in vita il circolo Giovanni XXIII, ha attivato momenti di confronto su temi a lui cari, come la casa, e si è occupato delle relazioni tra le Acli e il mondo associativo che da sempre gli riconoscono stima e affetto”.
Giornalista pubblicista, Roberto De Vecchi è stato uno tra i più attivi e longevi collaboratori del Corriere della Valle d’Aosta e ha diretto, fino a pochi anni fa, Il Corriere del Cuore, house organ dell’Associazione “Les Amis du Coeur”.
Tutti questi mondi, anche diversi tra loro, ora lo piangono. I funerali di Roberto De Vecchi si terranno alla Parrocchia dell’Immacolata di Aosta sabato 18 marzo alle 14.30.
Il cordoglio dell’Amministrazione comunale
Il sindaco di Aosta Gianni Nuti ed il presidente del Consiglio comunale Luca Tonino, a nome dell’Amministrazione del capoluogo e a titolo personale, esprimono cordoglio per la scomparsa di De Vecchi, entrato in nell’Assemblea cittadina il 9 luglio 1965 nella lista della Democrazia Cristiana, rimanendovi per sei consiliature fino al 27 maggio 1995. Dal 1970 al 1985 era stato eletto con la lista dei Democratici Popolari, movimento nato dalla scissione della Dc, mentre dal 1985 al 1995 era stato confermato nell’assemblea cittadina con la lista Autonomisti Democratici Progressisti, nata dall’unione di Dp e Union valdôtaine progressiste.
Nel corso della sua esperienza politico-amministrativa aveva anche assunto più volte incarichi assessorili: dall’agosto 1975 all’aprile 1978, dal luglio all’ottobre 1985 e ancora dal giugno 1990 allo stesso mese del 1992.
“Con la scomparsa di Roberto De Vecchi la comunità aostana perde uno tra i suoi figli più cari, sebbene di adozione – commentano Nuti e Tonino –. Una fervida passione per l’Uomo lo ha ispirato nel lavoro, in uno studio personale ostinato e sagace, nella vita di amministratore della Cosa pubblica come assessore e primo cittadino, non ultimo nel suo impegno operoso e saggio a servizio del volontariato e della cooperazione. Le sue radici morali e intellettuali hanno affondato nella terra del cristianesimo sociale, quello del primato agli ultimi, del valore agli affetti profondi e hanno nutrito tutti coloro che ha incontrato con il suo sorriso aperto, paziente e vivace. Che la sua moglie amatissima lo accolga ora tra le sue braccia, mentre la sua città lo piange”.