La comunità del motorsport valdostano è in lutto. Nel tardo pomeriggio di ieri, venerdì 5 luglio, all’ospedale “Parini”, dov’era ricoverato da diversi giorni, è morto Diego D’Hérin, 59 anni di La Salle. Si era ammalato alla fine dello scorso anno, di una malattia che, con la codardia di cui sono capaci alcune patologie, lo ha aggredito in ciò che, nella sua passione sconfinata di navigatore, era fondamentale: quelle corde vocali che permettono di leggere le “note” sul percorso per chi è al volante.
Di gare all’attivo sul sedile del “naviga” D’Herin ne aveva oltre 100. Sulle strade della nostra regione, con l’immancabile partecipazione al Rally della Valle d’Aosta, ma non solo. Aveva corso, tra l’altro, anche in Vallese. La Svizzera era il luogo in cui era nato, perché la famiglia si trovava nella Confederazione per motivi del lavoro del padre, tassista. Poi, erano tornati in alta valle e da lì Diego si era innamorato di motori e gare.
Di carattere incline ad aiutare il prossimo e sorridente ogni volta che scendeva dall’auto, rappresentava una vera e propria memoria storica delle discipline motoristiche valdostane. Una sorta di “Wikipedia”, prima che i computer e i database dilagassero. Più di un pilota e navigatore sostengono che D’Hérin conoscesse i risultati meglio di loro che li avevano ottenuti in prima persona.
Una caratteristica che lo aveva fatto approdare naturalmente all’organizzazione del Rally nostrano. Collaborava, per la sua conoscenza del territorio, all’ideazione del percorso. Poi, esaurito questo compito, la macchina delle fasi successive della competizione si metteva in moto e lui si godeva l’edizione. “D’Hérin lascia un vuoto incolmabile nella macchina del ‘Valle’ e abbiamo perso un amico”, dice Ettore Viérin, “anima” della competizione valdostana.
Tra i numerosi piloti valdostani con cui ha corso, anche alcuni nomi iscritti nella storia del Valle d’Aosta: Alessandro Milliery, Roberto Bettanin e Roberto Nale. La sua metodicità nel ricordare episodi e tempi ne aveva fatto anche un collaboratore naturale per le pubblicazioni sulla gara, tra le quali il libro “Il Rally Neige – Montecarlo italiano”.
“Ha lottato fino all’ultimo”, racconta Mauro Gelmini, amico storico e compagno di innumerevoli avventure a quattro ruote. “Diego era il punto di riferimento per i giovani che si avvicinavano a questa disciplina”, aggiunge con la voce rotta dalla commozione. D’Hérin lascia la mamma Rita, la compagna Anna e il fratello Rémy, assieme a tutti coloro che lo hanno salutato, almeno una volta, lungo le strade del “Valle” e potranno farlo, per l’ultima volta, alle 14.30 di lunedì prossimo, 8 luglio, nel salone del ricevimento del cimitero di Aosta.