Egregio assessore Guichardaz,
lunedì sera ho partecipato alla presentazione della Saison Culturelle. Ho apprezzato quello che ha detto sulla fruibilità degli spettacoli dal punto di vista economico e sulla loro qualità, ma forse ha dimenticano di dire che ci sono stati alcuni aumenti nei prezzi degli abbonamenti rispetto allo scorso anno.
L’abbonamento di Tutto teatro, per esempio, è aumentato dell’8,3% e quello di Musica leggera del 6,67%. Replicherà che il prezzo degli abbonamenti di Musica Classica e di Danza e Varietà è rimasto invariato; ma se questo è vero in valore assoluto non lo è in valore relativo, dato che il numero degli spettacoli proposti è inferiore. E così, se si considera il prezzo pagato per il singolo spettacolo, si registra un aumento del 25%, per la Musica Classica e del 20% per la Danza e Varietà. Il prezzo dell’abbonamento del Cinema, fortunatamente, non è variato, ma, a ben vedere, l’aumento del 20% c’era già stato l’anno passato. Avrei qualche considerazione da fare sulla modifica dell’orario delle proiezioni cinematografiche avvenuta dopo il 2020, ma questo richiederebbe una trattazione troppo lunga che mi porterebbe fuori tema.
Torno quindi alle sue parole relative alla qualità dell’offerta. La qualità di questi spettacoli è così elevata che prevede che questi (9 quest’anno, 4 lo scorso anno) siano fuori abbonamento. Posso capire che questa scelta sia fatta per attirare un pubblico diverso da quello degli abbonati, ma non comprendo perché questa soluzione sia stata scelta anche per lo spettacolo in francese, che, di norma, attira un pubblico composto quasi ed esclusivamente da abbonati. Inoltre, la pièce, è proposta nell’ambito delle Journées de la francophonie e lo scorso anno, lo spettacolo presentato in quell’occasione, era gratuito. E ancora, si nous sommes bilingues, perché il numero delle pièces è diminuito negli ultimi anni?
Credo di averla tediata abbastanza con tutti questi numeri; ma se volesse dei dati aggiuntivi, resto a sua disposizione per fornirle l’analisi dell’andamento dei prezzi degli ultimi cinque anni, studio che ho condotto, ma che mi sembrava un po’ esagerato proporle.
Mi auguro di vederla al cinema, o forse meglio, a teatro, dato che al cinema non ci sono posti riservati.
Distinti saluti.
Cristina Chiantaretto