Signor Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, mi permetto di scriverle questa mail per sottolineare la drammaticità del momento, momento in cui i lavoratori della montagna operanti nel settore turistico sono in ginocchio, confido nel fatto che Lei Valdostano come tutti noi, appartenente ad un popolo fiero carico di atavica dignità e che mai si è rassegnato di fronte alle più aspre difficoltà, si possa fare carico di quanto ora si sta vivendo.
Non si sta chiedendo assistenzialismo gratuito, ma si chiede un aiuto concreto per permettere ai Valdostani di superare l’attuale drammatica crisi e potere risorgere riprendendo con forza e determinazione le attività lavorative e una vita dignitosa, così come sempre hanno fatto grazie alla loro volontà indomita, purtroppo la volontà, la forza e la fierezza non sono sufficienti oggigiorno a superare quanto, nostro malgrado, dobbiamo subire.
Per questo mi rivolgo a Lei, prima al Valdostano Erik Lavevaz, e poi al Presidente che grazie ai poteri a lui attribuiti, possa prendere in tempi rapidi provvedimenti concreti, e non più parole, per un aiuto economico a tutti noi lavoratori della montagna L’economia della Valle d’Aosta si basa per la maggior parte sul turismo invernale, un’attività che si può definire trainante e i cui proventi sono un sostegno economico che ha effetti positivi durante tutto l’anno.
I vari DCPM, di cui non si discute l’importanza, hanno rinviato di settimana in settimana l’apertura dei comprensori sciistici creando forti disagi a livello economico, disagi, che ora, hanno portato tutti i lavoratori della montagna, dai ristoratori ai maestri di sci per arrivare ai dipendenti stagionali degli impianti a fune a una situazione più che drammatica.
Per quanto riguarda i dipendenti stagionali degli impianti a fune si sottolinea che questi, proprio in virtù del fatto, che non ci sono date certe sull’apertura dei comprensori, sono rimasti pronti a disposizione e reperibili sin dal primo di dicembre, e questo per permettere ai comprensori di, nel caso di apertura, avere a disposizione tutta la forza lavoro necessaria per il buon esito della stagione invernale.
Nonostante questo non c’è stata la minima considerazione a riguardo, stiamo parlando di 630 persone, 630 famiglie a cui , per oramai tre mesi, è venuto a mancare quel giusto reddito necessario ad affrontare le spese quotidiane e a mantenere la dignità della persona, obbligandole a indebitarsi per sostenere le spese minime, affitto, spese di casa, riscaldamento, spese scolastiche, debiti che certamente non potranno essere risanati neppure nell’ipotesi di un apertura della stagione il 15 febbraio.
Si chiede di provvedere immediatamente a indennizzi congrui calcolati sia sui mesi di non lavoro e sia sulla necessità di potere iniziare l’anno con quel minimo appoggio economico necessario a dare la spinta per la ripresa.
Marco Guiot-Pin dipendente stagionale funivie Monte Bianco Courmayeur