Il problema della Valle non è la mancanza di oppositori ma di buongoverno
Nel contesto deprimente della politica valdostana è abbastanza diffusa l’opinione, come quella espressa da E.G., che il comportamento più virtuoso di una persona eletta a far parte del Consiglio regionale sia principalmente quello di una forte e decisa opposizione.
E’ una reazione istintiva alla degenerazione della politica, che però non tiene nella dovuta considerazione il fatto che il problema principale della Valle d’Aosta non è oggi la mancanza di oppositori, ma la mancanza di buongoverno. Siamo allo sbando, nelle politiche del lavoro, nei servizi sanitari, nel settore della mobilità e dei trasporti e in tanti altri ancora, per non parlare del disastro Casinò e della confusione su CVA e aeroporto.
Per questo occorre essere propositivi, cercare di cambiare la situazione, anche proponendo maggioranze di governo più qualificate nei contenuti e negli organigrammi. Se poi ci si trova di fronte al muro di chi vuole continuare come nei mesi e negli anni scorsi, evidentemente allora bisogna agire con determinazione dai banchi della minoranza.
Questo è il senso della proposta, che qualche tempo fa, nel contesto della ennesima crisi di governo, in quanto lista civica abbiamo ritenuto doveroso avanzare a varie forze politiche, per tentare di trovare una soluzione. Una proposta dai contenuti e dai presupposti ben diversi da quelli che hanno portato alla nascita del governo Fosson e che, forse proprio per le sue caratteristiche di serietà e innovazione, non è stata accolta. Una proposta pubblica, trasparente, concreta e con un cronoprogramma definito che chiunque ha potuto leggere e giudicare.
Questo è il senso della nostra presenza in Consiglio, che nulla ha a che fare con la ricerca personale di incarichi di governo e di poltrone, come si è cercato da più parti di insinuare. La nostra storia personale e politica ne è la dimostrazione, e anche nel contesto sopracitato avevamo proposto degli assessori esterni. Il resto è frutto della volontà di gettare discredito e di fare della demagogia su un progetto politico valido e alternativo.
Per quanto concerne le vicende interne al gruppo Impegno civico, non possiamo che esprimere il nostro rammarico per la situazione che si è venuta a creare. Una separazione è sempre dolorosa e amara e non è mai imputabile ad una parte sola. Ma la diversità di visione politica manifestatasi in questi mesi, che ha visto crescere la distanza tra chi aveva una visione più propositiva e chi ne privilegiava una più oppositiva, tra chi aveva ed ha la convinzione che occorra soprattutto “costruire” e chi era ed è più interessato ad affermare la propria “alterità”, ha impedito di svolgere in modo efficace l’attività in seno al Consiglio e ha prodotto un progressivo deterioramento dei rapporti.
Per questo, come è noto, si è deciso di dare vita a due gruppi distinti che opereranno in Consiglio con modalità diverse, sulla base di un patrimonio comune, rappresentato dal Programma attorno a cui è nata e cresciuta la lista civica, e che troveranno certamente molti punti di incontro e di convergenza.
Chiara Minelli Alberto Bertin
Consiglieri di Rete civica – Alliance citoyenne