La lettera di una rappresentanza di studenti
Così, noi studenti, vogliamo rispondere ai vari articoli comparsi nelle diverse testate valdostane nell’ultimo mese.
La decontestualizzazione di eventi isolati avvenuti nel corso dell’anno scolastico ha gettato nell’ombra il polo studentesco della bassa Valle, nato da soli tre anni. L’avvenimento scatenante è stata una rissa tra studenti scoppiata durante l’intervallo. Noi, che eravamo presenti, possiamo dire che non sono volati coltelli, ma cioccolate calde.
Nonostante la gravità dell’evento non sia da sottovalutare, riteniamo non corretto associare il comportamento di alcuni ragazzi in un determinato momento a quello dell’intero complesso scolastico, costituito da più di 900 alunni.
È necessario puntualizzare che dei provvedimenti adeguati alla gravità dell’accaduto, come già ribadito dal Preside, sono stati attuati. Gli effetti di questi cambiamenti, seppur difficilmente percepibili da uno sguardo esterno, sono significativi visto l’impegno del consiglio di classe e del dirigente scolastico, Luca Barbieri, che si stanno adoperando nel rendere il clima della classe più vivibile e nel ricercare un percorso formativo ed educativo per i ragazzi coinvolti.
Durante la nostra assemblea del Comitato studentesco abbiamo riscontrato un clima scolastico disteso e sereno. All’interno di ogni scuola si verificano dei problemi; l’esistenza di quest’ultimi nella nostra istituzione è innegabile considerando il numero di iscritti, ma non per questo bisogna associare le problematiche esistenti all’ampliamento del polo scolastico.
La nostra scuola non si limita ad essere mero luogo di apprendimento didattico, ma intende creare un ambiente stimolante per la crescita personale degli studenti, a volte anche con modalità che si distaccano dalla formula della lezione frontale. A questo proposito, l’Istituzione propone varie opportunità pomeridiane per coinvolgere i ragazzi anche in orario extrascolastico e creare un collante tra i vari indirizzi. Sportelli di matematica e fisica, tornei sportivi di vario genere tra le classi, progetti per l’orientamento in uscita, momenti di gruppo-studio con l’assistenza dei docenti durante la “scuola aperta”: ecco alcune delle attività pomeridiane proposte dagli insegnanti che è possibile integrare ad un percorso formativo obbligatorio, a seconda delle proprie esigenze didattiche e non.
L’obiettivo principale è quello di creare un clima che dia la possibilità a ognuno di vivere la scuola come luogo di incontro e non di scontro. Ed è proprio con questo scopo che nasce il BIL: acronimo di Benessere Interno Lordo, il progetto intende riunire studenti di indirizzi differenti al di fuori delle lezioni per trattare di tematiche attuali, come, per esempio, il riscaldamento globale. Alla classica, seppur sempreverde, formula di laboratorio teatrale si uniscono quello di danza, un gruppo dedicato al canto e alla musica e un nuovo corso per DJ.
La nostra scuola è tutto questo e noi nella nostra scuola stiamo bene. #iostobeneall’isiltep
La lettera del consiglio di Istituto
Il Consiglio d’Istituto dell’ISILTP di Verrès, organo composto da genitori, studenti, insegnanti e personale ATA desidera esprimersi in merito agli articoli comparsi sui giornali valdostani nelle ultime settimane.
La scuola viene descritta come un contesto in mano a un gruppetto di bulli aggressivi, ma la realtà che quotidianamente viviamo è molto diversa: l’ampia maggioranza degli studenti segue e partecipa alle attività scolastiche ed extra scolastiche con serenità ed impegno.
È cronaca reale che nella nostra scuola siano avvenuti episodi deprecabili e non degni della comunità scolastica; ma è doveroso sottolineare che questi fatti hanno coinvolto un numero limitato di studenti e non un’intera comunità scolastica, come altre voci hanno dichiarato.
È inoltre importante sottolineare che l’Istituzione scolastica ha prontamente affrontato le singole situazioni, pur non essendo l’unico soggetto istituzionale a dover essere chiamato ad affrontare i comportamenti non legati a problemi scolastici ma a una condizione di disagio sociale di più ampia portata. Nel cercare risposte valide che non si limitino a sollevare polveroni, l’istituzione scolastica si è fatta promotrice dell’apertura di un tavolo di intervento al quale siedono soggetti del territorio a vario titolo impegnati a trovare risposte adeguate a problemi che non possono certo essere risolti tra le mura scolastiche. Al contempo sono stati presi immediati provvedimenti disciplinari interni alla scuola e avviati percorsi didattici e formativi che hanno consentito di continuare a lavorare in un contesto collaborativo, sereno e costruttivo. Che l’istituzione scolastica sia luogo di crescita e di opportunità lo dimostrano i giovani che la frequentano, il loro impegno quotidiano, la passione con cui partecipano alle diverse iniziative (dai tornei sportivi, ai concorsi letterari, alle attività artistiche, alle olimpiadi nazionali delle diverse discipline). Se la cronaca chiede di riferire dei tafferugli, noi chiediamo di poter riferire dei riconoscimenti conseguiti a livello nazionale negli ambiti più vari.
L’ISILTP è stata e continuerà ad essere scuola accogliente, capace di impegnarsi per rendere reale l’inclusione scolastica e sociale di tutti i giovani che a noi si rivolgono; ma ciò non può avvenire e di fatto non avviene, a discapito del rispetto delle regole di civile convivenza.
Viste le voci amplificate a sproposito vorremmo comunque tranquillizzare tutti: nessun insegnante o ragazzo quando si presenta al mattino va al fronte, ma semplicemente va a SCUOLA
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È indubbiamente sbagliato etichettare tutti gli studenti di un istituto come bulli o peggio ancora delinquenti. Nessuno mette in dubbio che l’istituto in questione stia mettendo in atto varie attività per poter lavorare e includere tutti gli studenti anche quelli con situazioni difficili. Tuttavia episodi come questi dovrebbero far riflettere tutti sulle condizioni in cui sta operando la scuola oggi. Non neghiamo che entrare in certe classi può essere difficile e che a volte si ha davvero la sensazione di essere mandati Un po’ al fronte a risolvere problemi sociali davvero complessi che la scuola non può risolvere da sola