Nel corso della mia vita ho purtroppo dovuto più volte assistere al lento e molto sofferto cammino di persone a me care affette da cancro.
In tali frangenti mi è ormai chiaro che l’uomo e la medicina possono arrivare solo fino a un certo punto, varcato il quale non ci resta che accompagnare queste persone verso il traguardo finale nel miglior modo possibile.
Mi spiace constatare che purtroppo il reparto di oncologia dell’ospedale Parini di Aosta non è in linea con il mio pensiero. Di recente ho toccato con mano la scarsa attenzione e cura della maggior parte del personale di tale reparto. È indubbio che tutte le categorie di malati abbiano diritto ad un’assistenza adeguata, ma ancor più umanità e delicatezza si richiede in situazioni così gravi e senza speranza di guarigione. Non regge la scusa di mancanza di personale, quando, nel momento in cui il paziente è una “persona importante” oppure un “collega”, la solerzia e la gentilezza sono più che esistenti.
Questi comportamenti denotano una scarsa professionalità e una ancor più grave mancanza di compassione e comprensione.
Lettera firmata
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Ma che tristezza…Proprio il reparto da cui ci si aspetterebbe maggiore umanità e sensibilità…Ma il piano di studi di medicina prevede un esame di fondamenti di psicologia?? Se non c’è suggerisco di inserirlo, avere a che fare con i pazienti è cosa ben diversa che giocare al Piccolo chirurgo…