“13 settembre 2021 ricomincia la scuola, le mie sorelle si preparano per una nuova avventura scolastica, anch’io dovrei andare a scuola stamattina come tutti i miei coetanei, sono iscritto al terzo anno della scuola secondaria di primo grado ma non ci posso andare. Non sono ammalato, non ho il Covid, ho delle difficoltà nel movimento ed ho bisogno che qualcuno mi aiuti a fare determinate cose che richiedono movimenti molto precisi, per dire non posso scappare in caso di qualsiasi pericolo, per alcuni bisogni molto personali necessito di aiuto, utilizzo degli strumenti per scrivere e leggere. Bene, per questo ho diritto ad un insegnante di sostegno ed ad un operatore di sostegno che mi aiutino a compiere quelle azioni che in autonomia non riesco a fare. Oggi non inizio la scuola perché tali figure non sono state nominate o meglio è in servizio solo l’operatore di sostegno che si deve occupare di altri alunni oltre a me”.
Ecco questa è la nostra realtà di genitori di un ragazzino con una disabilità motoria, nessuno ci ha avvisati, fino a venerdì 10 siamo stati in attesa di sapere chi sarebbe stato l’insegnante di sostegno per poter fare come ogni anno un incontro preliminare per insegnargli come aiutarlo a muoversi e ad utilizzare gli ausili in dotazione. Non avendo ricevuto notizie dalla scuola abbiamo telefonato e ci è stato riferito che non c’era la copertura dell’insegnante per nostro figlio che sarebbe stato affidato all’operatore di sostegno e ad altri insegnanti.
Siamo sconcertati ed esausti, ancora una volta vediamo negati i diritti di nostro figlio a frequentare come tutti i suoi coetanei la scuola, di vivere l’atmosfera gioiosa del rientro, del ritrovare compagni e professori, di condividere esperienze estive, di conoscere eventuali nuovi docenti. Tutti abbiamo vissuto l’euforia dei primissimi giorni di scuola. A nostro figlio questo è negato. La soluzione di affidamento ad altri professori, (grazie per la disponibilità), non è la soluzione, ma se non sanno come farlo muovere, come assisterlo nei suoi spostamenti che sicurezza danno a lui e a noi? Ha 13 anni come tutti i ragazzi è normalmente pudico, soddisfare i propri bisogni in presenza di persone sempre diverse pensiamo non sia così piacevole.
Quando una persona dipende per la propria sopravvivenza da un altro ha bisogno di sicurezze, di sapere che chi ha vicino sa come aiutarlo in caso di bisogno e noi in quanto genitori dobbiamo sapere a chi affidiamo nostro figlio.
Non abbiamo mai negato la collaborazione con la scuola, ci siamo sempre attivati nella ricerca degli ausili e degli strumenti didattici per favorire l’apprendimento di nostro figlio, abbiamo sempre informato tempestivamente gli insegnanti di tutte le cure mediche e riabilitative a cui è sottoposto, ci siamo sempre resi disponibili, non ricevendo sempre altrettanta collaborazione dalla scuola e quanto successo quest’anno ne è la dimostrazione.
È questa l’inclusione degli alunni disabili nella scuola valdostana?
Qualcuno ci dia delle spiegazioni, ma soprattutto le dia a nostro figlio che oggi (e chissà per quanto ancora) starà a casa e che ironicamente stamattina, per smorzare la tensione in casa, si è dichiarato contento di proseguire le vacanze anche se fino a ieri, parlando con la sorellina, decantava il clima di euforia del primo giorno di scuola.
I genitori
Letizia Bich e Ezio Nicolet
Fatta partecipe dai genitori del diritto negato al ragazzo di iniziare la scuola alla pari dei suoi compagni condivido il loro disagio, la loro presa di posizione, ma soprattutto mi preoccupa la delusione e frustrazione che un ragazzo di 13 anni entusiasta di tornare a scuola deve vivere per la sua disabilità.
La logopedista
Ester Ivana Rosotti