Brividi sul grande schermo: film da vedere ad Halloween

In questa puntata di “Incontri ravvicinati con Aiace”, spazio all'horror con alcuni titoli da scoprire per un'intera settimana da paura.
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Incontri ravvicinati con AIACE

La notte di Halloween si avvicina. Per l’occasione, in questa puntata di “Incontri ravvicinati con Aiace”, l’associazione propone sette titoli da riscoprire nella serata più spaventosa dell’anno. Due di questi, “Casper” di Brad Silberling, film per famiglie del 1995, e “Land of the Dead” di George A. Romero saranno proiettati a Plus, sabato 1° novembre alle 18, durante l’evento “Halloween da brividi“, seguiti da un film trash a sorpresa. Nell’articolo, alcuni titoli per queste notti, tra visioni perturbanti, esplosioni di sangue, trasgressioni cinematografiche e dolcezza dei fantasmi.

CASPER di Brad Silberling

Proiezione sabato 1 novembre alle 18.00, Plus

USA, 1995, commedia, fantastico (disponibile su Disney+ o a noleggio su Amazon Prime Video e Apple TV)

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CASPER di Brad Silberling

Essere un fantasma vuol dire avere ancora un conto in sospeso con la vita terrena. Casper e i suoi diabolici zii, Ciccia, Puzza e Molla, rientrano nella categoria, occupando un castello nel Maine, ora abitato dal Dr. Harvey (Bill Pullman) e sua figlia Kat (Christina Ricci). Harvey è uno psicoterapista che aiuta i fantasmi a risolvere le loro faccende in sospeso e a oltrepassare l’aldilà, lavoro che Kat disapprova per via dei continui spostamenti che non le permettono di instaurare amicizie stabili. In un clima di terrore e scherzi continui per i nuovi inquilini, Casper riesce comunque a legare con gli Harvey, specie con Kat, con cui nasce un rapporto speciale.

Casper è uno dei ghost-movie più apprezzati dalle famiglie e dai bambini, quest’anno al trentesimo anniversario dalla sua uscita in sala (fu campione di incassi nel 1995).  Rimane nell’immaginario collettivo per la sua dolcezza e simpatia, per Christina Ricci (sì, la stessa Mercoledì de La Famiglia Addams), per i suoi effetti speciali innovativi (fu infatti uno dei primi film con protagonista realizzato interamente con computer grafica) e per l’atmosfera magica creata dalle musiche di James Horner, come nella scena iconica del ballo di Halloween nel castello tra Casper e Kat. Nella speranza di far appassionare anche le nuove generazioni, Casper va oltre il semplice intrattenimento, ricordandoci che la vera amicizia e l’amore possono superare ogni barriera, anche quella tra il mondo dei vivi e dei morti.

LAND OF THE DEAD di George A.Romero

Proiezione sabato 1 novembre alle 18.00, Plus

(USA, Canada, Francia, 2005)

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LAND OF THE DEAD di George A.Romero

Gli zombie camminano sulla terra ormai da anni e i sopravvissuti si sono riorganizzati in città fortificate. L’umanità, anziché creare una nuova società più giusta, ripropone in queste città fortezza gli stessi schemi di ingiustizia sociale dove pochi vivono in lussuosi appartamenti mentre la maggioranza della popolazione vive nello squallore e nella fame. Se da una parte l’umanità si rifiuta di evolversi e ancora si aggrappa all’insensatezza del potere del denaro, dall’altra parte gli zombie invece cominciano a capire che per la protezione della loro specie dovranno accettare il cambiamento e rifiutare ciò che conoscevano della precedente vita e soprattutto, organizzarsi.

Quarto capitolo della saga del padre degli Zombie così come li conosciamo oggi, Land of the Dead è la perfetta chiusura della teoria dell’evoluzione dello zombie che Romero ha iniziato nel 1968 con “La Notte dei morti viventi”. Romero ha sempre usato gli zombie come metafora per denunciare la cupidigia umana, l’ingiustizia sociale e la dittatura del classismo e del capitalismo, ma qui arriviamo all’apoteosi della sua teoria: l’umanità è senza speranza, che si faccia spazio al nuovo. Perché quello che vedrete in questo film, cercando di sopportare la terribile performance della nostra connazionale Asia Argento che promettiamo avere un ruolo non troppo presente, è un’ode all’organizzazione operaia, alla lotta di classe e al sostegno reciproco della comunità. Il tutto ovviamente accompagnato da scorpacciate di sangue, abbuffate di soldati sciocchi che non controllano mai adeguatamente il perimetro e un meraviglioso festino a base di carne di ricchi arroganti. Con un budget per la prima volta adeguato alla sua visione, il maestro degli FX Tom Savini, sempre al fianco di Romero in ogni sua opera, ci consegna i suoi zombie più belli e gore di sempre. Imperdibile non solo per i fan del genere zombie.

MARTYRS di Pascal Laugier

(Francia, 2008, Horror, Cinema estremo)

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MARTYRS di Pascal Laugier

Ci sono film horror capaci di rompere gli schemi, abbattere le convenzioni del socialmente accettabile e  staccarsi dal concetto di cinema come buon gusto capace solo di intrattenere e divertire; film che trasmettono disagio, angoscia e vera paura semplicemente perché alla base del racconto c’è qualcosa di estremamente puro, vicino alla realtà e per certi versi scomodo. Uno dei più grandi esponenti di questo modo di fare cinema è Pascal Laugier che, con Martyrs, riuscì a prendersi il suo posto tra gli autori più importanti del panorama horror degli ultimi anni. 

Lucie riesce a scappare da una struttura dove ha subito innumerevoli  torture per mano di una setta di borghesi interessati a formare dei martiri capaci di raccontare che cosa c’è dopo la morte. In un orfanotrofio farà la conoscenza di Anna che diventerà la sua unica e vera amica capace di capirla e aiutarla. Anni dopo, Lucie cercherà vendetta e sarà aiutata da Anna, inconsapevoli di rincorrere un inferno senza speranza.

Martyrs non è un film per tutti, ma per chi ha il coraggio di immergersi in un vero horror impossibile da dimenticare. Il regista mostra allo spettatore una violenza cruda, reale e  tremendamente disturbante che, grazie alla regia a tratti documentaristica e alla fotografia fredda, diventa una lama ghiacciata che si fa lentamente strada nello stomaco dello spettatore. La pellicola ha il potere quasi unico di riuscire a far riflettere come pochi altri film fanno, facendolo interrogare sul vero senso della violenza, della religione, della fede e sul reale bisogno di comprendere che cosa c’è dopo la morte. Con “Martyrs”, Laugier crea un vero e proprio girone dell’inferno, dove assume le veci di un Caronte che traghetta lo spettatore negli inferi della mente umana.

I VIVI E I MORTI (1960), IL POZZO E IL PENDOLO (1961) di Roger Corman

disponibili su Prime Video

(USA, Horror)

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IL POZZO E IL PENDOLO (1961) di Roger Corman

Se siete in vena di passare la notte delle streghe, davanti al televisore, magari accarezzando il vostro gatto nero, tormentati da un corvo o da un cuore rivelatore, allora questa double feature fa al caso vostro. I vivi e i morti e Il pozzo e il pendolo sono i primi due film del ciclo di Roger Corman ispirato dai racconti del terrore di Edgar Allan Poe. Uno dei padri del cinema indipendente americano, nonché di svariati cult di serie B, Corman ha diretto ben otto film suggestionati dalle opere dello scrittore.

Tra il tentativo di nobilitare le sue produzioni ai margini dell’industria hollywoodiana e la creazione di autentici trionfi di luci e colori, questi film spiccano per la notevole ipertrofia della colonna visiva, spesso con riciclaggi e forme di serializzazione industriale (guardando i vari film si possono notare inquadrature identiche che ricorrono, come se fossero estratte da un catalogo di situazioni diegetiche). La regia è funzionale agli ambienti, alle scenografie, ai costumi e la presenza di ritratti atemporali li rende perturbanti simulacri di corpi morti o fantasmi dall’Aldilà. Sono film del terrore nella discendenza letteraria che abbonda di castelli e ragnatele, appartengono più alla tradizione tardo romantica dell’Ottocento che al secolo della modernità, ma il cuore sovversivo risiede nella maestria di un autore che ha davvero cambiato il cinema.

CARRIE – LO SGUARDO DI SATANA di Brian De Palma

disponibile su Prime Video

(USA, 1976, Horror)

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CARRIE – LO SGUARDO DI SATANA di Brian De Palma

Carrie è la prima opera letteraria di Stephen King adattata per il grande schermo. La timida protagonista, bullizzata dalle sue compagne delle superiori, scopre di avere dei poteri telecinetici. Ma la madre, fanatica cristiana, la crede una aberrante figlia del demonio. De Palma dirige quello che in fondo è un coming of age macchiato di sangue, una parabola sulla scoperta di sé, del mostruoso femminile come nemesi del patriarcato che respinge i corpi delle donne, nonché delle nevrastenie della provincia americana.

L’eleganza virtuosistica del maggiore erede di Hitchcock dilata i tempi del racconto e della regia, tra ralenti, accelerati dai risvolti parodici e profondità di campo estreme. Con uno stile collimato a partire da Le due sorelle e tagliato su misura del genere thriller, l’autore di Vestito per uccidere frammenta l’immagine tra split screen e dosa con cura il visibile e il fuoricampo, orchestra la suspense con le musiche di Pino Donaggio e consegna all’immaginario collettivo sequenze ormai elevate a icone horror. Come non collegare i balli di fine anno kitsch alla scena cult del secchio di sangue? E come dimenticare il finale onirico, quasi un prodromo dei jumpscare? Se non sapete come travestirvi la notte di Halloween, fatevi ispirare da Carrie White di rosso vestita.

THE ROCKY HORROR PICTURE SHOWdi Jim Sharman

Disponibile su Disney+ e a noleggio su Apple, Rakuten, TimVision e Amazon

(USA, 1975)

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THE ROCKY HORROR PICTURE SHOWdi Jim Sharman

Se la definizione di ‘cult movie’ è divenuta quella che conosciamo, probabilmente lo si deve a questo film. Perché il Rocky Horror Picture Show è più un modo di concepire il mondo che un film. Nato nel 1973 come spettacolo teatrale, diventa film due anni dopo, non se lo filano in molti; però, c’è un gruppo di affezionati che lo fa proiettare ogni fine settimana a mezzanotte, ed è un gruppo sempre più numeroso, che venera il film, lo sa a memoria, partecipa alle proiezioni in cosplay. Il culto per il film si propaga e, qualche anno dopo l’uscita ufficiale, esplode un successo fatto di repliche e ripetizioni che arriva anche in Italia, grazie al cinema Mexico di Milano.

Il film colpisce nel segno perché è uno dei più ironicamente trasgressivi mai fatti: una revisione di Frankenstein grezza e ruspante, sotto il segno della libertà sessuale, dove uno scienziato travestito sta creando un essere capace di regalargli il piacere assoluto e intanto si trova a sedurre due sprovveduti fidanzatini capitati per caso nel suo castello. Il tutto tra effetti comici e sexy imprevisti e musiche che hanno fatto la storia (Time Warp, Sweet Transvestite, Hot Patootie), la lotta contro le convenzioni e il potere moralista delle istituzioni e un senso drammatico che canzone dopo canzone si fa largo tra il divertimento generale, dentro la parodia e lascia in lacrime. Un manifesto, un inno alla voglia di vivere contro le prigioni imposte dall’alto, un film che influenza la cultura pop statunitense – e non solo – da 50 anni a questa parte.

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