Umani 2.0: la tecnologia sul grande schermo

In questa puntata di “Incontri ravvicinati con AIACE”, vi portiamo dentro quattro storie di fantascienza degli ultimi quarant’anni che raccontano i complessi rapporti tra umanità e tecnologia.
AI intelligenza artificiale
Incontri ravvicinati con AIACE

A.I. – INTELLIGENZA ARTIFICIALE di Steven Spielberg, disponibile su Prime Video

USA, 2001, drammatico/sci-fi

A.I. – Intelligenza Artificiale, uscito nel 2001, è un’opera nata dall’incontro di due sensibilità opposte. L’idea apparteneva a Stanley Kubrick, che per anni aveva immaginato questa storia senza riuscire a portarla sullo schermo. Dopo la sua morte, Steven Spielberg ne ha raccolto l’eredità, fondendo la precisione glaciale e visionaria del primo con la propria inclinazione a dare calore e sentimento anche ai racconti più complessi. Ne è nata una fiaba di fantascienza che guarda al futuro per parlare di emozioni primordiali: l’amore, il bisogno di essere accettati, la tensione verso un sogno forse impossibile. David, un bambino-robot programmato per amare incondizionatamente, viene adottato da una famiglia umana ma un evento doloroso lo porta a essere abbandonato. Convinto che, diventando “vero”, potrà riconquistare l’amore della madre, David intraprende un viaggio che riecheggia apertamente la storia di Pinocchio: un burattino di metallo e circuiti che cerca di diventare un bambino in carne e ossa. Nel suo percorso incontra figure memorabili, come Gigolò Joe (Jude Law), attraversa città decadenti e paesaggi apocalittici, spingendosi oltre i limiti della propria programmazione. Un film che, al di là delle macchine e del futuro, racconta la più antica delle verità: non siamo definiti da ciò che siamo, ma da ciò che amiamo.

TERMINATOR 2 – IL GIORNO DEL GIUDIZIO di James Cameron, disponibile su Netflix

USA, 1991, azione/sci-fi

Distrutto il primo robot inviato per eliminare Sarah Connor, dal 2039 arriva nel 1990 un modello ancora più letale, il T-1000, incaricato di uccidere definitivamente il piccolo John Connor. Ma dovrà vedersela con il vecchio cyborg, tornato per salvare il ragazzo, nel futuro. Nel secondo capitolo della saga del robot più famoso del cinema, James Cameron raddoppia i robot, la dose di adrenalina, le esplosioni e gli effetti speciali. Con le metamorfosi camaleontiche e liquide del T-1000 – in linea con l’attrazione del regista per la realtà fluida, già evidente in “The Abyss” e poi in “Avatar, la via dell’acqua” – sperimenta tecnologie avanguardiste per il 1991, rendendo il film un’opera seminale e imprescindibile per comprendere l’evoluzione del cinema verso il digitale. Lo spettacolo e la tecnologia sono due degli elementi chiave per capire il cinema di Cameron, abile mago creatore di mondi mai stati così vicini alle forme illusionistiche dell’intrattenimento contemporaneo, eppure allo stesso tempo vicini alla spinta attrazionale del cinema delle origini (in questa doppia tensione i suoi film sono anche dei cortocircuiti temporali e narrativi). Con uno slancio umanista, Cameron fa una dichiarazione di poetica, per una fantascienza salvifica dalle potenzialità messianiche. Perché sì, anche i robot, come l’uomo di latta nel finale del “Mago di Oz”, possono avere un cuore.

HER di Spike Jonze, disponibile su Prime Video/MUBI

USA, 2013, drammatico/sci-fi/romantico

Il divorzio è una pratica complessa, non solo dal punto di vista formale – tra documenti, firme e burocrazia – ma soprattutto dal punto di vista emotivo. Rompere un legame profondo come quello coniugale è difficile da sopportare e Theodore lo sa bene. Il protagonista di “Her” è uno scrittore di lettere d’ amore su commissione in una Los Angeles futuristica del 2025 (il film è uscito nel 2013) che, durante la rottura con la sua ormai ex moglie, si innamora di un’intelligenza artificiale: Samantha, il nuovo sistema operativo del suo computer. Il film di Spike Jonze, con protagonista Joaquin Phoenix (“Joker”, “Il gladiatore”, “Napoleon”) è una medaglia. Da un lato, viene esposto un punto di vista prettamente materialista delle cose: in una città grande come Los Angeles, tutti pensano al proprio lavoro, lo sviluppo tecnologico, con l’AI a disposizione, è sempre più accentuato e le relazioni umane sono sempre più rarefatte. Dall’altro, il film mette in scena un punto di vista più umano ed emotivo: Theodore inizia a dimenticare cosa significa essere amati e anche una semplice voce programmata è capace di fargli provare qualcosa. “Her” è un film che mostra come, anche in un mare di follower e tecnologia, ci si possa sentire soli e incompresi, in cerca di una connessione emotiva e di un legame autentico. Forse è proprio questo che Jonze vuole dirci: il problema non è la tecnologia in sé, ma ciò che ci manca quando iniziamo a confondere l’illusione dell’amore con l’amore stesso.

ROBOCOP di Paul Verhoeven, disponibile su Prime vide

USA, 1987, fantascienza e azione

In una Detroit di un futuro immaginario dominata dal crimine, la polizia fa il possibile per mantenere l’ordine, ma molti poliziotti vengono uccisi dai malviventi. L’OCP, un’organizzazione privata, cerca così di creare un robot poliziotto. Il primo prototipo si rivela un fallimento, ma quando l’agente Alex Murphy, onesto e coraggioso, viene gravemente ferito durante un intervento, il suo corpo viene usato per creare RoboCop, un androide che entra a far parte della squadra e agisce in solitaria. Durante una pausa per un controllo, RoboCop ha un incubo che gli fa riaffiorare i ricordi degli assassini di Murphy. Inizia così la sua ricerca di identità, supportato dalla collega Anne Lewis, e nasce in lui un desiderio di vendetta.

Oltre all’azione e alla violenza, RoboCop esplora il confine sottile tra uomo e macchina, tra identità e programmazione. Il film mette in scena un mondo in cui la tecnologia diventa strumento di controllo, ma anche fonte di conflitto interiore. Nel trasformare Murphy in un cyborg, emerge la tensione tra ciò che resta di umano e ciò che viene sostituito, facendo riflettere su cosa significhi davvero essere se stessi in un’epoca dominata da poteri che spesso sfuggono al nostro controllo.

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