Una delle domande che più spesso ci pone chi partecipa alle visite guidate notturne che organizziamo a Saint-Barthélemy è: “La stella che stiamo osservando al telescopio potrebbe non esserci più?”. Il dubbio è legittimo. Infatti la luce emessa dalle stelle impiega del tempo ad attraversare lo spazio che le separa da noi. Anche se la velocità della luce nel vuoto è grandissima (quasi 300.000 km/s, cioè circa 1 miliardo di km/h), le distanze tra noi e gli astri sono così vaste – decine di migliaia di miliardi di km, per quelli più vicini! – che ci vogliono anni, secoli o millenni perché i loro raggi di luce ci raggiungano. E ci stiamo limitando alla nostra galassia, la Via Lattea, la ‘città di stelle’ in cui si trova il Sistema Solare.
Prendiamo ad esempio Betelgeuse, una delle stelle più brillanti del cielo invernale. Si trova nella costellazione di Orione, di cui rappresenta una spalla, nella fantasia di chi ha immaginato in cielo il disegno di questo cacciatore, protagonista di antiche leggende.
Il nome Betelgeuse deriva dall’arabo medievale e in italiano si legge come si scrive. È una stella supergigante rossa, ovvero una stella di grande massa con un diametro stimato pari a circa mille volte quello del Sole, cioè oltre un miliardo di km! Se fosse al posto della nostra stella, ingloberebbe le orbite di Mercurio, Venere, Terra e Marte, arrivando a sfiorare quella di Giove. La temperatura degli strati esterni di Betelgeuse è relativamente bassa, come testimonia il suo colore rosso: un po’ meno di 4.000 °C (avete letto bene, questa è una temperatura superficiale bassa per una stella). Invece la sua luminosità è elevatissima: considerando anche la radiazione infrarossa, si stima che sia 100-150 mila volte più luminosa del Sole. L’emissione però non è costante, ma cambia nel tempo, in modo più o meno regolare. Si tratta quindi di una stella variabile.
Betelgeuse si trova a 640 anni luce di distanza. Significa che ha emesso 640 anni fa la luce che vediamo stasera. In oltre sei secoli, una stella potrebbe essersi spenta? È un evento molto, molto improbabile. Infatti le stelle possono restare accese per milioni o miliardi di anni. Sei secoli sono un tempo lunghissimo per noi, ma il classico battito di ciglia per le stelle. Betelgeuse però è un caso particolare. Gli studiosi ritengono che stia per esplodere come supernova, un gigantesco botto cosmico capace di produrre in un istante fatale miliardi di volte l’energia del Sole. Quando esploderà? Possiamo ipotizzare da qui a qualche centinaio di migliaia di anni. Insomma, non è un evento proprio dietro l’angolo. È molto difficile che noi viviamo proprio nel momento unico in cui Betelgeuse è già esplosa, ma noi continuiamo a vedere la sua luce, quasi fosse un fantasma.
Però…Da qualche mese la luminosità di Betelgeuse ha cominciato a diminuire, fino a dimezzarsi rispetto alla sua media. In circa un secolo di osservazioni scientifiche, sistematiche e continuative, non era mai stata così poco luminosa. Normalmente ai nostri occhi appare come la decima stella del cielo per brillantezza, ora è fuori dalla top 20. Non si sa con certezza che cosa stia succedendo. Potrebbe essere un effetto dovuto all’attività convettiva della stella (i suoi strati esterni, pur essendo gassosi, ribollono un po’ come l’acqua in una pentola) oppure all’oscuramento da parte di polveri che circondano l’astro. La possibilità meno probabile, però più affascinante, è che il calo sia causato da instabilità nella struttura della stella, che potrebbero annunciare che l’esplosione di supernova è prossima. O meglio, lo è stata, perché stiamo guardando Betelgeuse com’era 640 anni fa.
Se potessimo assistere davvero all’esplosione, vedremmo a occhio nudo una brillantissima luce che si accende all’improvviso in cielo, fino a divenire simile a quella della Luna piena, solo concentrata in un punto, là dove prima c’era la rossa Betelgeuse. A 640 anni luce, siamo abbastanza lontani (un anno luce corrisponde a quasi 10.000 miliardi di km) e l’enorme energia prodotta dalla supernova non rappresenta un pericolo per la vita sulla Terra. Sarebbe solo un incredibile spettacolo pirotecnico celeste, indimenticabile per gli astronomi (è dai tempi di Galilei e Keplero, nel XVII secolo, che non si osserva una supernova nella Via Lattea) e per chiunque guardi il cielo.Prima o poi Betelgeuse esploderà, ma è improbabile che possa capitare stanotte, domani notte, nel corso della nostra vita. Improbabile però non è impossibile. Per questo mostriamo Betelgeusea chi, in queste notti d’inverno, viene a trovarci in Osservatorio Astronomico. Metti che…
L’articolo è stato realizzato in collaborazione con l’Associazione LOfficina del Planetario che gestisce il Civico Planetario “Ulrico Hoepli” di Milano (lofficina.eu).