L’eclissi (molto) parziale di Luna. Sabato 28 ottobre, in prima serata, ci sarà un’eclissi parziale di Luna. Siccome solo un piccolo lembo meridionale della superficie lunare verrà “nascosto” dall’ombra della Terra, non si tratterà di un fenomeno particolarmente spettacolare. In ogni caso sia a occhio nudo che al binocolo ci si accorgerà che “manca un piccolo pezzo di Luna”.
L’eclissi di Luna inizierà alle 21.36 circa, per raggiungere un massimo attorno alle 22.15, con il 12% della superficie lunare in ombra. Termina verso le 22.53.
Sebbene sia un’eclissi non particolarmente cospicua, la segnaliamo anche perché è visibile dovunque la Luna sia sopra all’orizzonte. Ad esempio all’inizio del fenomeno, dalla Sicilia la Luna si vedrà a un’altezza di quasi 44° sopra l’orizzonte est, a circa 40° nel centro Italia e a poco più di 35° dalle località più a nord del nostro Paese.
Il cielo del mese di ottobre
Cosa ci riserva il cielo nel mese di ottobre? A rispondere a questa domanda sono i ricercatori della Fondazione Clément Fillietroz-Onlus Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli.
La Luna
Le fasi della Luna.Ultimo quarto venerdì 6 ottobre, Luna nuova sabato 14, Primo quarto domenica 22, Luna piena sabato 28.
La visita guidata notturna di sabato 21 ottobre è inserita nell’elenco ufficiale delle iniziative per la International Observe The Moon Night, una manifestazione annuale di divulgazione a livello mondiale che vuole avvicinare all’osservazione e alla conoscenza della Luna, con il patrocinio della Divisione di Scienze e esplorazione planetarie della NASA, l’agenzia spaziale statunitense (https://moon.nasa.gov/observe-the-moon-night).
Per osservare insieme a noi la Luna in una fase vicina al primo quarto, prenotate il vostro posto per tempo: https://www.oavda.it/osservatorio-prenotazioni
Congiunzioni tra la Luna, pianeti e stelle brillanti. Il 10 ottobre al mattino presto la Luna incontrerà il luminosissimo Venere, formando una spettacolare “coppia”. Il fenomeno è visibile a partire dalle 5.00 del mattino (ora del sorgere di Venere) fino alle prime luci dell’aurora, attorno alle 7.00. Il 23 sarà Saturno a essere “raggiunto” dal nostro satellite naturale e il 28 toccherà a Giove. Questi ultimi due “appuntamenti” si vedranno già in prima serata.
I pianeti
Mercurio. Il periodo di migliore osservabilità del pianeta cade nella prima decade del mese, in cui sarà visibile al mattino a oriente, a partire dalle ore 6.30 e fino alle 7.15 circa. Dopo il 10 ottobre l’elusivo pianeta è praticamente inosservabile, essendo troppo vicino angolarmente al Sole (il giorno 20 passa in congiunzione superiore, ossia più o meno dietro il Sole). A fine mese si presenta a ovest ma, tramontando praticamente assieme al Sole, non è visibile. Si trova nella costellazione della Vergine per quasi tutto il mese e entra in quella della Bilancia a partire dal giorno 27.
Venere. Dopo aver raggiunto il picco di massima luminosità il 18 settembre scorso, il pianeta del Sistema Solare più brillante nel cielo terrestre domina ancora l’orizzonte sud orientale nelle ore che precedono l’alba. Segnaliamo un passaggio di Venere vicino alla posizione della stella Regolo, la più luminosa della costellazione del Leone, nei giorni 9 e 10 ottobre. Il 19 ottobre il pianeta raggiunge la massima altezza sull’orizzonte orientale, mentre il 24 risulta angolarmente più distante dal Sole. Per tutto il mese si può quindi vedere Venere verso est a partire dalle 5.00 del mattino circa fino alle prime luci dell’alba, mentre a una cinquantina di gradi a ovest è visibile una stella accomunata a Venere da un analogo primato: infatti si tratta di Sirio, la stella più brillante dell’intera sfera celeste.
Marte. Trovandosi angolarmente vicinissimo al Sole (una decina di gradi), risulta inosservabile per tutto il mese. Giusto per la cronaca, si trova nella costellazione della Vergine.
Giove. A ottobre si muove entro i confini della costellazione dell’Ariete. Agli inizi del mese lo si nota sopra l’orizzonte est già verso le 21.30; a fine mese, a partire dal 29 ottobre, grazie al ritorno all’ora solare, è visibile già alle 18.30, praticamente per tutta la notte. Con i telescopi della Terrazza Didattica dell’Osservatorio Astronomico è possibile osservare qualche dettaglio dell’atmosfera del pianeta gigante e i suoi quattro satelliti maggiori (Io, Europa, Ganimede e Callisto), che gli orbitano attorno con periodi che vanno da 1,8 giorni per il satellite Io, il più vicino, fino a 16,7 giorni per il più lontano Callisto.
Saturno. A inizio mese è già visibile appena fa buio, alle 20.30, nella costellazione dell’Acquario. Si vede sopra l’orizzonte per gran parte della notte, dato che tramonta attorno alle 4.00. Con un piccolo telescopio si possono apprezzare i suoi vistosi anelli e scorgere senza difficoltà Titano, il suo satellite maggiore.
Urano. Il pianeta si muove lentamente tra le stelle della costellazione dell’Ariete. Sorgendo alle 21.30, è visibile verso nord est già attorno alle 22.00 utilizzando un buon binocolo o un piccolo telescopio per contemplarne il colore verde chiaro.
Nettuno. Reduce dall’opposizione del 19 settembre scorso, ai primi del mese il pianeta è osservabile lungo il bordo sudoccidentale della costellazione dei Pesci all’imbrunire (a inizio ottobre a partire dalle 21.15, alle 18.30 a fine mese). Se si vuole scorgerne il piccolo dischetto e il colore azzurro marcato occorre usare un telescopio.
Gli sciami meteorici di ottobre
A ottobre abbiamo ben due sciami di meteore: le Draconidi e le Orionidi. Secondo le previsioni dell’IMO (International Meteor Organization, https://www.imo.net/), attorno alle ore 7.00 del 9 ottobre dovrebbe verificarsi il picco di attività delle Draconidi, una famiglia di meteore che produce solo circa 10 meteore all’ora. Le stelle cadenti sono generate dai granelli di polvere lasciati dalla cometa 21P/Giacobini-Zinner, che ha un periodo di 6,5 anni, scoperta nell’anno 1900. Le componenti di questo sciame prendono il nome dalla posizione del radiante (il punto del cielo da cui, per un fatto prospettico, appaiono provenire). Una delle particolarità delle Draconidi consiste nel fatto che la fascia oraria più favorevole per la loro osservazione cade in prima serata, e non, come nel caso della maggior parte degli sciami meteorici, nelle ore dopo la mezzanotte o prima dell’alba. Quest’anno le condizioni di osservabilità saranno ottimali in quanto la visibilità delle meteore non sarà disturbata dal chiarore della Luna che sarà prossima alla fase di ultimo quarto e sorgerà intorno alle 4.00.
Intorno al 22 ottobre abbiamo il massimo del secondo sciame di ottobre, le Orionidi, le cui meteore sono associate alla famosa cometa di Halley, con un periodo di 76 anni (è passata l’ultima volta vicina al Sole nel 1986).
Quest’anno il nostro satellite naturale, in una fase di primo quarto, darà un po’ di fastidio con il suo chiarore, ma solo nelle prime ore della sera in quanto tramonterà attorno alle 23.45. Dalla mezzanotte in poi, quindi, la visibilità delle meteore sarà indisturbata, con il radiante che salirà alto nel cielo: la costellazione di Orione, che ospita il radiante, culmina infatti verso sud attorno alle 5.00 del mattino (vedi la figura qui sopra).
Lo sciame è attivo ogni anno dal 26 settembre al 22 novembre e mediamente sono visibili circa 20 meteore all’ora. Si tratta di meteore velocissime in quanto l’incontro con la nube di particelle cometarie avviene quasi frontalmente!
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di ottobre
Nelle fresche notti d’ottobre, a inizio mese attorno alle 20 di ora legale estiva (a fine mese alle 18.30 dell’ora solare) il cielo è già sufficientemente scuro per vedere stelle e costellazioni.
Guardando tra sud ovest e nord ovest sono ancora ben visibili gran parte delle costellazioni che hanno caratterizzato il cielo della stagione estiva: il Sagittario, lo Scudo e Ofiuco, attraversati dalla splendida Via Lattea, con il Capricorno alla loro sinistra e Ercole con la Corona Boreale alla loro destra.
L’asterismo (disegno di stelle) del Triangolo estivo, formato dalle tre brillanti stelle Deneb, Vega e Altair, è ancora alto sopra il nostro capo.
A est osserviamo la levata del Grande quadrato al centro della costellazione di Pegaso, utile per identificare molte altre stelle e costellazioni. Se mi è concessa una piccola nota personale, mi sono sempre chiesto perché si chiami “quadrato”, dato che è piuttosto un… rettangolo!
Sotto ad esso possiamo scorgere uno dei due Pesci, quello orientale, dalla forma di un pentagono irregolare, il secondo si trova a sinistra del Grande quadrato.
Attorno alle 23.00 a inizio ottobre, alle 20.00 – complice il ritorno dell’ora solare – alla fine del mese, osserviamo verso sud l’occhio brillante della costellazione del Pesce Australe, ovvero la bellissima stella Fomalhaut. La possiamo individuare prolungando verso il basso il lato occidentale del Grande quadrato di Pegaso.
Prolungando sempre verso il basso l’altro lato di quest’ultimo troviamo invece Deneb Kaitos, la coda della Balena (Cetus in latino) di cui vediamo più ad est la testa, proprio sotto alla costellazione dell’Ariete.
Pochi gradi sopra quest’ultima costellazione si potrà scorgere la costellazione del Triangolo e ancora più in alto M31, o la grande galassia di Andromeda, l’oggetto più distante osservabile a occhio nudo, a ben 2,5 milioni di anni luce da noi. Per notarlo senza l’ausilio di telescopi, però, abbiamo bisogno di notti senza Luna e di un cielo buio come quello dello Starlight Stellar Park a Saint-Barthélemy. Al telescopio mostra il suo brillante nucleo composto da miliardi di stelle, visualmente non distinguibili tra loro per via della grande distanza.
Spostando lo sguardo un po’ più verso nord, lasciando M31 alla nostra destra, all’interno della debole nebbia lucente della Via Lattea possiamo distinguere anche a occhio nudo (sempre con un cielo terso e buio) un batuffolo di luce, dai contorni indefiniti e dalla forma allungata. Si tratta del doppio ammasso nella costellazione di Perseo, formato proprio da una coppia di ammassi stellari aperti, indicati spesso con le rispettive lettere di riferimento (h e χ), ma anche i rispettivi codici di catalogo, per esempio NGC 869 e NGC 884. Posti a circa 7.000 anni luce di distanza da noi, sono separati tra loro da circa 800 anni luce. Nella spettacolare immagine di copertina, ripresa dall’astrofotografo Alessandro Cipolat Bares dalle piazzole del nostro Osservatorio Astronomico, i due ammassi sembrano toccarsi, ma è solo un’apparenza, dovuta alla prospettiva.
Infine, basse sull’orizzonte nord est, scorgiamo il pallido baluginìo di uno dei più celebri ammassi aperti di stelle, le Pleiadi, il cui nome in greco significa “le piovose”, che con questa nota “meteorologica” sembrano voler confermare l’ormai pieno manifestarsi della stagione autunnale.
La costellazione zodiacale del mese: l’Acquario
La costellazione, la cui forma dovrebbe ricordare quella di una grande brocca di acqua versata da un essere umano, nella mitologia greca rappresenta Ganimede, il Coppiere degli Dei. Presso l’antica India era associata all’arrivo dei monsoni.
All’interno di questa costellazione segnaliamo la stella multipla Zeta Aquarii, formata da due componenti (A e B) di massa molto simile a quella del Sole, ma che rispetto a quest’ultimo si trovano a uno stadio evolutivo più avanzato e sono molto più brillanti. A e B orbitano una attorno all’altra in circa 540 anni; la componente A è a sua volta una stella doppia.
In questa costellazione ci sono due interessanti oggetti del cielo profondo: una nebulosa planetaria e un ammasso globulare.
La nebulosa “Saturno” (NGC 7009). È una delle nebulose planetarie più luminose, il cui nome deriva dal fatto che, osservandola visualmente al telescopio, la sua forma allungata ricorda quella del pianeta Saturno. La sua distanza non è conosciuta con precisione, ma è stimata attorno ai 2-3.000 anni luce. La forma completa di NGC 7009, con due grandi lobi laterali, è percepibile visualmente solo con grandi telescopi, oppure utilizzando la tecnica fotografica per accumulare e rendere visibile la debole luce delle propaggini laterali.
L’ammasso globulare M2. È uno degli ammassi globulari più cospicui visibili nell’emisfero nord, distante da noi circa 38.000 anni luce. Al telescopio è sempre uno spettacolo emozionante vedere un’enorme quantità di stelle racchiuse nello spazio (relativamente) compatto di 180 anni luce: M2 ne contiene almeno 150.000!
Le costellazioni che non tramontano mai: la Giraffa
Attorno alle 22.00, a destra della stella Polare e più o meno comprese tra questa e la molto più brillante Capella, si possono notare alcune deboli stelle, che fanno parte della costellazione della Giraffa, introdotta da Jakob Bartsch, genero di Keplero, nel 1624, a rappresentare l’episodio biblico del cammello che portò Rebecca dal suo futuro sposo Isacco. Formata da stelle di quarta magnitudine, la costellazione del “cammello leopardato” (in latino Camelopardalis, o Camelopardus) richiede un cielo scuro e limpido per essere osservata. In particolare cerchiamo la stella Alfa: a ben 6.200 anni luce da noi, è una delle più intrinsecamente brillanti tra le stelle visibili a occhio nudo, quasi 700.000 volte il Sole!
A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli
La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT
Nel mese di ottobre proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. Segnaliamo in particolare gli appuntamenti per la Settimana del Pianeta Terra (eccezionalmente venerdì 6 oltre che sabato 7 ottobre alle ore 21.30 in Osservatorio Astronomico), per il centenario dell’invenzione della macchina planetario (sabato 21 ottobre alle ore 18.00 in Planetario), per la Notte internazionale dell’osservazione della Luna (sabato 21 ottobre alle ore 21.30 in Osservatorio Astronomico). Per informazioni, consultate il nostro sito web: https://www.oavda.it/