La Luna
Le fasi della Luna. Primo quarto mercoledì 5 febbraio 2025, Luna piena mercoledì 12, Ultimo quarto giovedì 20 e Luna nuova venerdì 28.
Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti. A febbraio numerosi sono i passaggi ravvicinati del nostro satellite naturale vicino a corpi luminosi. Il 1° febbraio la Luna si trova tra Venere e Saturno, non lontana da Nettuno: per quanto riguarda i primi due pianeti questa spettacolare configurazione può essere apprezzata a occhio nudo a partire dalle ore 18.15 circa.

di stelle. Immagine generata con il software Stellarium
Il 6 febbraio, sempre verso le 18, si può apprezzare il nostro satellite naturale posizionato a est delle Pleiadi, sopra a Giove e ad Aldebaran, la stella più brillante della costellazione del Toro. Nei giorni successivi la Luna si trova tra il pianeta gigante e Marte, in una delle zone del cielo più ricche di stelle brillanti, tra le costellazioni dell’Auriga, del Toro, di Orione e dei Gemelli. Qui il giorno 9 si verifica la congiunzione stretta tra il nostro satellite naturale e Marte, con i due corpi separati angolarmente da poco meno di un grado.
Il 12 la Luna passa a nord di Regolo, la stella principale della costellazione del Leone: il fenomeno è già apprezzabile a partire dalle 19.30. Tra l’altro, il fatto che già in prima serata si possa osservare questa costellazione, che è la “regina” del cielo primaverile, come Orione lo è di quello invernale, ci ricorda che è vicina la fine della stagione fredda.
Il giorno 16 il nostro satellite naturale passa vicino a Spica, la stella più brillante della Vergine: la coppia è apprezzabile in seconda serata, a partire dalle 23.00 circa. Infine segnaliamo ai più mattinieri che il 21 febbraio alle 5.00 la Luna è vicinissima a Antares, la brillante supergigante arancione al centro della costellazione dello Scorpione.
Sulla “grande congiunzione” o “allineamento” dei pianeti
Prima di addentrarci nelle spiegazioni più approfondite del fenomeno, ci teniamo a chiarire che a fine febbraio non ci sarà una “grande congiunzione” o un “allineamento” dei pianeti. Il fenomeno consisterà nella compresenza in cielo di tutti i pianeti del Sistema solare (escluso Plutone, che da quasi vent’anni non è più considerato un pianeta vero e proprio), osservabili verso fine mese, teoricamente a partire dalle 18.30 circa. Scriviamo “teoricamente” in quanto dalle nostre latitudini
sarà difficile osservare simultaneamente tutti gli oggetti, dato che alle 18.30 Mercurio, Saturno e Nettuno (quest’ultimo visibile solo con un telescopio), pur trovandosi a un’altezza discreta sopra l’orizzonte, sono ancora “immersi” nel chiarore del crepuscolo, che dura fino alle 19.20 circa.
Occorre quindi sapere che questi pianeti, prossimi alla posizione del Sole appena tramontato, saranno difficilmente osservabili dall’Italia (vedi le quattro immagini qui sotto).

febbraio alle ore 18.15 da una località al centro dell’Italia. In questa immagine (elaborazione con software Stellarium)
il cielo è mostrato in assenza di… atmosfera terrestre e quindi senza dif usione della luce solare. Si noti la
modestissima altezza sopra l’orizzonte ovest di Mercurio e di Saturno, anch’essi prossimi al tramonto.

realtà. In pratica solo Venere si vedrebbe a occhio nudo, per individuare Mercurio e Saturno può essere d’aiuto un
buon binocolo. Elaborazione con software Stellarium
Ed ecco cosa potremmo vedere. All’imbrunire, ossia a partire dalle 18.30 circa, risultano osservabili verso sud ovest (teoricamente, per le considerazioni fatte) i pianeti Mercurio, Saturno, Venere e Nettuno (quest’ultimo visibile solo con un telescopio). Dall’altra parte dell’orizzonte, percorrendo il cielo da est verso ovest, sono invece visibili Marte, Giove e Urano. Quest’ultimo, a causa della sua bassa luminosità, è visibile solo con un binocolo o con un telescopio.

sotto, invece, come apparirà il cielo con il crepuscolo non ancora terminato. Immagini generate con il software
Stellarium.

inizia alle ore 21.30, fra tutti i pianeti citati sarà possibile osservare soltanto Marte e Giove, dato che
a quell’ora tutti gli altri saranno già tramontati localmente dietro le montagne che abbiamo verso
ovest.
I pianeti
Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e la propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia. In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città.
Mercurio. All’inizio del mese il pianeta sorge praticamente assieme al Sole, risultando quindi pressoché inosservabile: il giorno 9 è in congiunzione con la nostra stella. Torna visibile verso fine febbraio: il giorno 22, al momento in cui il Sole tocca l’orizzonte, Mercurio si trova a un’altezza di circa 10°. Per quanto riguarda il suo movimento all’interno delle costellazioni, fino al 12 febbraio si trova nel Capricorno, da cui si sposta in quella dell’Acquario, per poi sconfinare il 27 in quella dei Pesci.
Venere. A febbraio il pianeta non passa inosservato: il 2 febbraio raggiunge la massima altezza sopra l’orizzonte e il 16 la massima luminosità ed è quindi visibile immediatamente dopo il tramonto del Sole. Il 1° febbraio è in congiunzione con la Luna e nelle prime due settimane del mese rimane piuttosto vicino angolarmente a Saturno, da cui nei giorni successivi si allontana muovendosi verso nord. Osservando la “falce” di Venere al telescopio, si nota che giorno dopo giorno diventa sempre più sottile, a mano a mano che il pianeta si avvicina sempre di più alla Terra (il giorno 28 raggiunge la distanza di 51,4 milioni di km). Venere rimane sempre all’interno dei confini della costellazione dei Pesci.
Marte. Il pianeta rosso, reduce dall’opposizione che ha raggiunto il 16 gennaio scorso, nel corso del mese aumenta la sua distanza da noi da 103 a 128 milioni di km. Marte si muove per tutto il mese all’interno del rettangolo che racchiude le due figure dei gemellini Dioscuri rappresentati dalle stelle Castore e Polluce, con cui compone una bella terna di oggetti, che il mese scorso erano disposti in una figura ad arco che ha riscosso una certa curiosità anche da parte di molti osservatori occasionali. A febbraio i tre oggetti si dispongono in una configurazione triangolare le cui proporzioni variano lungo tutto il mese per via dell’elevato moto apparente del pianeta sullo sfondo del cielo. Giove. È visibile per tutta la serata nella costellazione del Toro, in cui rimane per tutto febbraio. Appena dopo il tramonto del Sole, a partire dalle 18.30 circa, il pianeta è già visibile nel cielo ancora chiaro. A inizio febbraio lo si può osservare fino alle 2.30 circa, mentre a fine mese anticipa il suo tramonto di una mezz’oretta. Si trova molto vicino al muso alla “V” di stelle che compone il muso del Toro, a pochi gradi a nord di Aldebaran, la stella più brillante di questa costellazione.
Saturno. Dato che si avvicina sempre di più alla posizione del Sole, a inizio febbraio è visibile dall’imbrunire per un’oretta dalle 18.30 alle 19.30 circa. Si muove per tutto il mese all’interno della costellazione dell’Acquario. Urano. Non lontano dalla posizione di Giove, il gigante ghiacciato, osservabile con un buon binocolo, è visibile a partire dalle 18.30 circa nella costellazione dell’Ariete. È visibile fino a mezzanotte, ora in cui tramonta. Nettuno. Ai primi del mese è nella costellazione dei Pesci, vicino alla posizione di Venere. È visibile appena fa buio, attorno alle 18.30, fino alle 20.00 circa.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di febbraio. All’inizio della serata si può osservare a sud la maestosa costellazione del cacciatore Orione, famosa per le tre stelle che costituiscono la sua cintura: da sinistra a destra, Alnitak, Alnilam e Mintaka. La stella centrale, Alnilam, è una stella notevole, dato che si trova a una distanza di circa 2.000 anni luce (1 anno luce corrisponde a 9.460 miliardi di km circa), mentre Alnitak e Mintaka sono “solo” a circa 1.200 anni luce . Il fatto che Alnilam abbia apparentemente lo stesso splendore delle altre due stelle ci suggerisce che si tratta di una stella intrinsecamente assai luminosa: si stima infatti che irradi nel cosmo una quantità di luce 500-800 mila volte superiore a quella del nostro Sole! Sotto la cintura del personaggio Orione pende la sua spada, che contiene la Grande nebulosa di Orione, M42, una nebulosa ad emissione che costituisce la sede di formazione stellare più vicina a noi (distanza di circa 1.350 anni luce). Durante le visite guidate notturne al nostro Osservatorio Astronomico è sicuramente uno degli oggetti più apprezzati al telescopio. Ai piedi di Orione si nota Sirio, la stella più brillante di tutto il cielo, che rappresenta il cuore del Cane Maggiore (tanto che anticamente il suo appellativo, per estensione, era “il Cane”), mentre più a est vediamo Procione, la stella più luminosa del Cane Minore.
La Via Lattea e l’Esagono invernale. In questa stagione la Via Lattea si snoda tra le costellazioni invernali. All’inizio della serata, attorno alle 21.00, si può seguire il suo sinuoso percorso a partire dallo zenit (il punto al di sopra delle nostre teste), che a quell’ora si trova tra le costellazioni dell’Auriga e della Lince.

Stellarium
Verso sud possiamo invece ammirare l’Esagono invernale, l’asterismo (disegno composto da stelle) i cui vertici sono costituiti dalle stelle Capella (la principale della costellazione dell’Auriga), Aldebaran (Toro), Rigel (Orione), le già citate Sirio (Cane Maggiore), Procione (Cane Minore), infine Castore e Polluce (i due Gemelli): un insieme di stelle che possiamo prendere a riferimento per riconoscere le rispettive costellazioni di appartenenza. Al centro dell’immaginaria figura geometrica splende Betelgeuse (Orione). “Polvere di stelle” nell’Auriga. Alto nel cielo, in direzione sud-ovest, si nota un gruppo di stelle a forma di pentagono irregolare: è l’Auriga, ovvero il Cocchiere, che ospita l’anticentro galattico, la direzione opposta al centro della nostra Galassia. Non è un caso che in questa zona del cielo la Via Lattea appare poco brillante. La stella più luminosa dell’Auriga, Capella (rappresentava per i greci la capretta Amaltea che allattò Zeus infante) risplende con il suo bel colore giallo. Anche se a occhio nudo ci sembra di vedere una stella singola, in realtà Capella è multipla, con le sue quattro componenti legate dalla reciproca gravità. All’interno dell’Auriga si può scorgere, anche solo con un piccolo binocolo, M37, un ammasso aperto di circa 500 stelle distante da noi 4.000 anni luce. Appare come un insieme di stelle molto fitto e suggestivo: “polvere di stelle” è il simpatico soprannome che gli diede una nostra visitatrice alcuni anni fa, ammirandolo all’oculare di uno dei telescopi didattici del nostro Osservatorio Astronomico. M37 ci riserva una piccola sorpresa: comprende infatti anche alcune stelle di colore rosso, in fase evolutiva più avanzata delle loro “consorelle”, che permettono di stimare l’età dell’ammasso pari a circa 300 milioni di anni.
La costellazione zodiacale del mese: i Gemelli

Gemelli, ma diversi. La costellazione dei Gemelli appare come un grande rettangolo allungato piuttosto facile da individuare a nord est di Orione. Le due stelle principali portano i nomi di Castore e di Polluce, i due Dioscuri figli della regina Leda che, secondo una delle tante versioni del mito, ebbe il primo con il re Tindaro e il secondo con il re degli dei, Zeus, che si trasformò in cigno per concupirla con l’inganno. Eratostene, nella sua opera Catasterismi, ci dice che i Dioscuri, cresciuti in Laconia (la regione sud orientale delle Grecia che comprende Sparta e Atene), si distinsero per il loro amore fraterno: non litigarono mai né per il predominio né per altri motivi, per cui Zeus “li pose insieme nello stesso luogo celeste”. Dal punto di vista astronomico, però, sono “gemelli” per modo di dire, in quanto Castore appare bianco-azzurra e il colore di Polluce vira decisamente verso l’arancione. La diversità cromatica si può facilmente constatare a occhio nudo con la tecnica del confronto, osservando in modo alternato le due stelle fissando ciascuna per pochi istanti. Dopo tre o quattro passaggi la differenza balzerà agli occhi. In questo procedimento noteremo anche il loro divario di luminosità: Polluce è più brillante di Castore di circa mezza magnitudine. Una terza importante differenza è di tipo strutturale, perché Polluce è una stella singola, mentre Castore costituisce addirittura un sistema sestuplo, formato cioè da sei stelle tenute insieme dalla reciproca attrazione gravitazionale: lo si è appurato grazie all’applicazione di raffinate tecniche osservative (come la spettroscopia) e all’utilizzo di sofisticati strumenti scientifici.
Le costellazioni che non tramontano mai: Cassiopea

Verso le ore 21, se guardiamo verso nord, a sinistra (a ovest) dell’Orsa Minore, in posizione diametralmente opposta, rispetto alla Stella Polare, a quella del Grande carro, possiamo notare un quintetto di stelle luminose che formano una sorta di “M” maiuscola: si tratta della costellazione di Cassiopea. Nel mito greco la vanitosa regina dell’Etiopia. È una costellazione circumpolare facilmente riconoscibile dai neofiti che tra l’altro ci permette di trovare la Stella polare: come scritto prima, infatti, questa stella si trova a metà strada tra Cassiopea e il Grande carro, formato dalle sette stelle più brillanti della costellazione dell’Orsa Maggiore. All’interno di questa costellazione le macchine fotografiche riescono a rivelare la debole luce di un oggetto a cui è dedicata la nostra Astrocopertina di questo mese: la nebulosa a emissione Sh2-170, una zona di formazione stellare che si trova a circa X anni luce da noi. In posizione vicina alla stella Caph, o Beta Cassiopeiae, troviamo Rho Cassiopeiae, un raro esemplare di una categoria di stelle chiamate “ipergiganti gialle”. La sua massa è superiore di 40 volte a quella del Sole e in base a uno studio recente il suo raggio potrebbe essere compreso tra 564 a 700 volte rispetto a quest’ultimo e la sua distanza situata tra 8.150 e 10.100 anni luce da noi. Nonostante la grande lontananza, grazie alle sue eccezionali caratteristiche Rho Cas è visibile a occhio nudo.
La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT. Nel mese di febbraio proponiamo spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate il nostro sito web.
A cura di Paolo Recaldini e Andrea Bernagozzi