Il ritorno delle Perseidi, le “stelle cadenti” di agosto
Alla scoperta del Cielo del mese di agosto con Paolo Recaldini dell’Osservatorio astronomico della Regione autonoma Valle d’Aosta .
Le fasi della Luna
Luna nuova l’8; Primo quarto il 15 (Ferragosto); Luna piena il 22 e Ultimo quarto il 30.
La Luna nella tradizione nordamericana. Presso le popolazioni dei nativi dedite alla pesca dello storione, la Luna piena di agosto veniva soprannominata Sturgeon Moon, ovvero, in inglese, la “Luna dello storione” perché, a quanto pare quest’ultimo è più facile da pescare in questo periodo dell’anno.
In altre comunità la Luna piena d’agosto era chiamata Red Moon, “Luna Rossa”, in quanto la Luna estiva, in genere piuttosto bassa sull’orizzonte, per via dell’assorbimento selettivo dei colori provocato dall’atmosfera sulla luce del Sole riflessa dalla Luna, può acquisire una colorazione rossastra. Denominazioni alternative sono Green Corn Moon, “Luna del mais verde”, e Grain Moon, “Luna del grano”.
Le congiunzioni della Luna
La Luna sarà alquanto vicina, prospetticamente, a Venere il giorno 11; specifichiamo che l’osservazione di questo particolare avvicinamento dei due corpi celesti è riservata a coloro che dispongono di un orizzonte sgombro da ostacoli naturali e artificiali verso ovest.
Il 12 agosto il nostro satellite sarà vicino a Porrima, la stella Gamma della Vergine e il giorno seguente si troverà in congiunzione con Spica, l’Alfa della costellazione.
Il giorno 16, appena farà buio, la Luna si vedrà tra le stelle dello Scorpione; il 18 si troverà prospetticamente all’interno delle tre stelle che formano il coperchio della teiera, l’asterismo (disegno formato da stelle) costituito dalle stelle più brillanti del Sagittario, costellazione di cui parleremo più avanti.
Segnaliamo che nella sera del 20 agosto la Luna si troverà molto vicina in cielo a Giove e a Saturno, componendo una forma a triangolo molto suggestiva.
Prima dell’alba osserviamo la luce cinerea sulla Luna. Lo scorso mese abbiamo parlato della luce cinerea, il fenomeno che ci permette di vedere, oltre alla sottile falce lunare illuminata dalla luce solare diretta, anche il resto del disco rischiarato dalla luce riflessa dalla Terra. Ricordiamo anche che il fenomeno si vede soltanto
all’inizio o verso la fine del ciclo lunare delle fasi.
Ad agosto, per un’osservazione mattutina di questo delicato e suggestivo fenomeno, abbiamo le date del 3 e 4, a partire dalle 3 fino alle 5 del mattino. La Luna si vedrà nella costellazione del Toro.
Giove e Saturno in opposizione
I due giganti gassosi del Sistema Solare saranno in ottime condizioni di visibilità già dalle prime ore della sera, in quanto si trovano in opposizione, cioè in direzione opposta rispetto al Sole. Saturno raggiungerà l’opposizione il 2 agosto, nella costellazione del Capricorno, e Giove il 19 nell’Acquario.
Il ritorno delle Perseidi, le “stelle cadenti” di agosto
Ricordiamo che, dal 17 luglio al 26 agosto, è attivo lo sciame delle Perseidi, le “Lacrime di San Lorenzo”, le meteore associate alle polveri sparse dalla cometa 109P/Swift-Tuttle lungo la propria orbita, percorsa in poco più di 133 anni. Le particelle di polvere, entrando nell’atmosfera terrestre a gran velocità, creano una spettacolare scia di ionizzazione. Lo sciame meteorico raggiunge il picco massimo di attività il giorno 12 intorno alle 21, quando possono essere generate fino a 60 meteore all’ora, anche se quelle visibili sono molto meno.
Si chiamano “Perseidi” in quanto il radiante (zona nel cielo da cui appaiono scaturire) si trova nella costellazione di Perseo, appena sotto Cassiopea. Le Perseidi possono essere viste anche in altre zone del cielo, non solo in direzione di queste costellazioni, ma la loro traiettoria, se prolungata, ci porta inevitabilmente
in quella zona di cielo.
Per gli appassionati sarà un’occasione da non perdere, perché in quelle notti non ci sarà la Luna piena a disturbare con la sua luce, e quindi, sperando nel tempo sereno, si potranno vedere diverse decine di ‘stelle cadenti’. Se volete, potete partecipare alle nostre serate “Etoiles et Musique” dedicate all’affascinante fenomeno celeste. In ogni caso, vi consigliamo, anche se non è… scientifico, di premunirvi di una bella lista di desideri!
La costellazione del mese: il Sagittario
E’ la costellazione zodiacale più meridionale, non a caso il Sole “si trova qui” al solstizio invernale, il giorno più corto dell’anno (21 o 22 dicembre), in cui descrive un arco apparente molto ridotto.
Sin dai tempi più antichi la costellazione del Sagittario veniva riassunta e simboleggiata dall’arco, non solo perché questo strumento era importante nell’antichità per la caccia o arma di guerra, ma anche in quanto era simbolo di potere e prestigio. Infatti, nelle iscrizioni cuneiformi accadiche, il Sagittario è designato come “il Forte”, “il Gigante Re della Guerra”, personificando il dio arciere della guerra, Nērgal (o Nērigal), uno dei cui appellativi era “Grande Signore”.
Anche presso la cultura araba era diffuso il tema dell’arco, non a caso le tre stelle che lo compongono, Lambda, Delta e Epsilon Sagittarii, portano ancora il nome di “Kaus“, ossia “arco”, seguito da un suffisso che, dall’alto in basso, ne designa la posizione: Kaus Australis, Kaus Media e Kaus Borealis.
Un’altra stella interessante è Nunki, il cui nome potrebbe avere un’origine molto antica, sicuramente babilonese e forse addirittura precedente.
La Nebulosa Trifida
Chiamata anche M20 nel catalogo di C. Messier, visibile nella foto di copertina, racchiude in sé i tre tipi di nebulose di cui abbiamo parlato nelle precedenti puntate della nostra rubrica: la parte rossastra è composta dall’idrogeno luminoso (nebulosa a emissione) che appare solcato da quattro strisce scure formate da polveri opache (nebulose oscure). L’astronomo inglese John Herschel, osservando visualmente con il suo telescopio la nebulosa, riuscì a scorgere soltanto tre striature scure, che a suo dire davano all’oggetto un aspetto trifid, aggettivo che esiste anche in italiano (in botanica indica una parte divisa in tre parti terminanti a punta). La chiazza azzurro-verdastra di M20 è invece dovuta a polveri che riflettono la luce di una stella luminosa (nebulosa a riflessione).
La Via Lattea
Questo è il mese in cui la Via Lattea si presenta al meglio del suo splendore. Nelle prime ore della notte, infatti, si vede come un arco composto da chiaroscuri che ci circonda, a partire dall’orizzonte sud-ovest andando verso lo zenit (il punto sopra la nostra testa) e terminando all’orizzonte nord-est.
La Via Lattea era chiamata dai Greci “Il grande fiume celeste”, analogamente la cultura araba la battezzò Al Nahr (“il Fiume”). Presso i Cinesi era Tien Ho, il “Fiume d’Argento”, mentre nell’India del sud era Akāsh Gangā, il letto del sacro fiume Gange. Ci siamo ispirati a queste tradizioni per il titolo di uno degli spettacoli al Planetario, realizzati dal nostro staff.
Dal punto di vista astrofisico la Via Lattea è la proiezione sulla volta celeste della parte più densa di stelle, gas e polveri della nostra galassia. Le aree più luminose di questo ampio arco celeste sono costituite da grandi nubi stellari, mentre le chiazze scure sono nebulose oscure formate da polveri interstellari.
In direzione della costellazione del Sagittario, è visibile nella Via Lattea un rigonfiamento luminoso (il bulge), nel quale, nei pressi della stella Al Nasl, “La punta” (della freccia) vi è la direzione del centro della nostra galassia, non visibile direttamente a causa della grande quantità di materia (gas e polvere) sovrapposta tra noi e quest’ultimo. Si ipotizza che Sgr A*, il misterioso oggetto centrale, che è anche un’intensa sorgente radio, sia un buco nero super massiccio (4 milioni di masse solari).
Il Triangolo Estivo
Tornando a ciò che possiamo vedere facilmente con i nostri occhi, a ridosso di una delle porzioni più brillanti della Via Lattea estiva è possibile notare tre stelle, Altair, Vega e Deneb, le più brillanti di altrettante costellazioni: l’Aquila, la Lira e il Cigno. Queste luminose e importanti stelle formano l’asterismo (disegno di stelle) del Triangolo Estivo.
Altair e Vega sono due stelle di colore bianco-azzurro rispettivamente alla distanza di 16 e 25 anni luce, non particolarmente brillanti di per sé, con luminosità rispettivamente di 11 e 40 volte quella del Sole.
Deneb deve essere considerata una stella speciale, dato che, rispetto al nostro Sole, il suo diametro è di oltre 200 volte e la sua luminosità 200.000 volte maggiore. Una produzione di energia così elevata che, se Deneb fosse al centro del Sistema solare, ridurrebbe in cenere tutti i corpi celesti più vicini!
Alla fine della serata osservativa, bassa sull’orizzonte di nord-est, inizia ad essere osservabile la grande galassia di Andromeda, a 2,5 milioni di anni luce da noi, l’oggetto più distante ancora osservabile a occhio nudo.
Nel mese di agosto l’Osservatorio astronomico della Regione autonoma Valle d’Aosta propone spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio, in programma dal martedì al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate questa pagina: https://www.oavda.it/primo-piano/estate-2021. Da venerdì 6 agosto è richiesto il Green Pass per partecipare alle iniziative.
La rubrica “Un, due, tre stella!” è realizzata dalla Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS con il contributo della Fondazione CRT.