La Luna
Le fasi della Luna. Luna nuova sabato 6 luglio, Primo quarto domenica 14, Luna piena domenica 21, Ultimo quarto domenica 28.
Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti. Il 2 e il 3 luglio la Luna sarà vicina a Marte e a Giove, nella costellazione del Toro e il giorno 17 raggiungerà Antares, la brillante stella alfa dello Scorpione, costellazione di cui parliamo nel seguito.
Il 25 il nostro satellite naturale sarà a brevissima distanza (circa 1°) da Saturno. Lo spettacolo è assicurato a partire dalla mezzanotte di mercoledì 24.
Infine il 30 luglio, dopo le 1.30, sarà possibile vedere la sua congiunzione con le Pleiadi, l’altro ammasso stellare che orna la costellazione del Toro.
I pianeti
Ricordiamo che la visibilità dei pianeti può variare in base a diversi fattori, come la presenza di ostacoli lungo l’orizzonte, le condizioni atmosferiche e in base alla propria ubicazione geografica. Le posizioni e la visibilità dei pianeti sono indicate per un cielo visibile dal centro Italia. In ogni caso è consigliabile osservare da un luogo con cielo il più possibile scuro, lontano dalle luci della città.
Mercurio. All’inizio del mese potrebbe essere visibile, anche se con difficoltà, a partire dalle 21.00, nel cielo ancora chiaro del crepuscolo. Il giorno 7 la Luna, passando a 2° a nord ovest dal piccolo ed elusivo pianeta, potrebbe essere d’aiuto per individuarlo, magari usando un binocolo. Il giorno 12, appena dopo il tramonto del Sole sarà alla massima altezza nel cielo raggiungendo i 13° circa di elevazione sopra l’orizzonte nord ovest. A partire dalla costellazione del Cancro, il 14 luglio Mercurio passa in quella del Leone.
Venere. Agli inizi di luglio Venere, trovandosi a poco più di 7° a nord est di distanza angolare dal Sole, malgrado la sua elevata luminosità, potrebbe essere difficilmente osservabile dopo il tramonto a ovest e questa situazione perdurerà per tutto luglio. Infatti, sebbene la distanza angolare di Venere dal Sole aumenti giorno dopo giorno, la sua modesta altezza sull’orizzonte, di una dozzina di gradi soltanto, quando il cielo comincia a scurire, non la rende facilmente visibile. Dalla costellazione dei Gemelli, in cui si trova all’inizio del mese, il giorno 10 passa in quella del Cancro e poi il 26 nel Leone.
Marte. Facilmente riconoscibile per il suo colore rossastro, a inizio luglio sorge intorno alle 3.30 del mattino, muovendosi nella zona celeste situata sopra le Iadi (l’ammasso stellare che forma le “corna” del Toro, oppure il muso, a seconda del disegno di fantasia che si prende come riferimento), a breve distanza angolare dal pianeta Giove. La Luna lo avvicina il 2 e il 3 luglio e di nuovo il giorno 30, formando il quartetto di cui parliamo qui sotto. Dalla costellazione dell’Ariete, in cui si trova a inizio luglio, il giorno 12 passa nel Toro in cui rimane fino alla fine del mese.
Giove. Il pianeta più grande e massiccio del Sistema Solare appare luminoso e maestoso, vicino a Aldebaran (la stella più brillante della costellazione del Toro) e a Marte, che a fine mese si trova a sud est a una distanza angolare di circa 7°. Il giorno 30 la Luna forma con i tre oggetti uno spettacolare quartetto nel cielo!
Saturno. È il pianeta che nella notte sorge per primo: a inizio luglio fa capolino a sud-est, nella costellazione dell’Acquario, attorno alle 1.30, verso le 23.30 a fine mese. Il giorno 25 la Luna si avvicina al pianeta inanellato formando una spettacolare congiunzione stretta (vedi qui sopra nella sezione Congiunzioni della Luna con pianeti e stelle brillanti).
Urano. Si trova a poca distanza angolare da Marte e sorge attorno alle 3.00 del mattino, una mezzoretta prima del pianeta rosso. Per tutto il mese lo troviamo nella costellazione del Toro.
Nettuno. Si trova nella costellazione dei Pesci, leggermente più elevato sull’orizzonte rispetto a Saturno. Sorge inoltre più o meno negli stessi orari di quest’ultimo ma, essendo più sfuggente, richiede l’uso di un telescopio per essere osservato con chiarezza.
Infine, la Terra. Anch’essa è un pianeta e il 5 luglio, attorno alle 7.00 del mattino, si troverà all’afelio, cioè nel punto più lontano dal Sole della propria orbita: approssimativamente 152 milioni e 100 mila km di distanza rispetto alla media di 149 milioni 600 mila km circa.
Gli sciami meteorici di luglio: le Sud Delta Aquaridi
Tra il 28 e il 30 luglio si verifica il picco dello sciame meteorico della Sud Delta Aquaridi, potenzialmente in grado di arrivare a 20-25 meteore all’ora in condizioni ideali di osservazione. La Luna si troverà in una fase di Ultimo quarto e quindi disturberà un po’ l’osservazione nelle ultime ore della notte, ma non vi preoccupate: il picco non è così pronunciato, dato che lo sciame è visibile da metà luglio fino a metà agosto.
Le meteore sono in genere prodotte dalle polveri lasciate nello spazio vicino all’orbita terrestre dalle comete. Nel caso delle Sud Delta Aquaridi non è ancora stata identificata con certezza la cometa progenitrice. Si ipotizza che possano essere originate dalla cometa P/2008 Y12 (SOHO), con un periodo di 5,4 anni, come riporta il database della NASA sugli sciami meteorici [vedi a questo link ], oppure dalla cometa 96P/Machholz, scoperta nel 1986, con un periodo orbitale leggermente inferiore, di 5,3 anni.
Stelle e costellazioni visibili nelle serate di luglio
Siamo all’inizio dell’estate e quindi il buio si fa attendere un po’, ma appena cala, in seconda serata, possiamo scorgere Boote con la brillantissima stella Arturo, la Corona Boreale, Ercole, il Serpente, Ofiuco e lo Scorpione, quest’ultimo basso sull’orizzonte meridionale.
Nella costellazione di Ercole, con i telescopi della Terrazza Didattica, possiamo ammirare il famoso Grande ammasso globulare, noto come M13, e il meno frequentato ammasso globulare M92, protagonista dell’Astrocopertina del mese, in un altro scatto donatoci dall’astrofotografo Alessandro Cipolat Bares, che lo ripreso dalle nostre piazzole di osservazione.
Attorno alle 22.30 l’Orsa Maggiore, con l’asterismo del Grande Carro, si vede verso nord ovest a metà altezza in cielo. In questa costellazione si trova la galassia M101, nella quale lo scorso anno è stata scoperta una supernova, una stella di grande massa che, giunta alla fine della sua vita, è esplosa catastroficamente.
Le nubi stellari della nostra galassia. La parte più luminosa della Via Lattea sorge in tutta la sua magnificenza verso sud est. Con il buio e senza la Luna sono perfettamente visibili le sue nubi stellari, che a Lignan, sede del nostro Osservatorio Astronomico e primo Starlight Stellar Park in Italia, in ogni sera limpida si scorgono senza difficoltà: sembrano quasi nuvole terrestri illuminate da una luce lontana! Basta un binocolo per vedere il loro chiarore risolversi in una miriade di stelle, troppo deboli per poterle scorgere singolarmente a occhio nudo. Proprio la Via Lattea, intesa come la nostra galassia, è il tema della Scuola estiva di astronomia a Saint-Barthélemy, giunta quest’anno alla 21a edizione e organizzata anche con il patrocinio dell’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana).
La costellazione zodiacale del mese: lo Scorpione
Quella dello Scorpione è sicuramente una delle costellazioni zodiacali più antiche. Secondo gli studiosi, a partire dal 1300 a.C. circa, alcune iscrizioni su pietra (sulle pietre confinarie chiamate Kudurru) riportano, oltre ai simboli del Sole, della Luna e dei pianeti, anche alcune figure che si potrebbero associare a costellazioni. Nell’immagine qui sopra possiamo notare un’antica rappresentazione babilonese dello Scorpione scolpita su una pietra di confine (in calcare dal colore scuro) risalente al XII sec. a.C. e conservata al British Museum.
Attorno alle 22.30, mentre il crepuscolo sfuma nell’oscurità della notte, a sud occhieggia Antares, la supergigante rossa al centro di questa costellazione. Riferendoci ancora alla cultura babilonese, l’espressione che designava questa stella era GABA GIR.TAB, ossia “il petto dello Scorpione”, e così venne definita anche nella tradizione araba. In greco Antares significa “la rivale di Ares”, in quanto il suo splendore rossastro sembra rivaleggiare con quello di Marte (di cui Ares è il nome greco).
Questa stella, la quindicesima più brillante del cielo, è enorme: se si trovasse al centro del nostro Sistema Solare i suoi strati gassosi più esterni si troverebbero tra l’orbita di Marte e quella di Giove! Pur avendo un’età di una decina di milioni di anni, si sta già avviando verso le fasi finali della sua evoluzione, che entro 1-2 milioni di anni culminerà in un’esplosione di supernova.
Al di là di questi scenari… apocalittici, Antares è un’interessantissima stella doppia: la compagna, Antares B, è una stella di colore azzurro e di luminosità decisamente inferiore, il che rende assai ardua la sua osservazione con piccoli telescopi, in quanto la sua luce è sovrastata dallo splendore della supergigante.
Non a caso Antares B fu scoperta nel 1819 solo grazie a un’occultazione lunare: il bordo del nostro satellite, occultando prima una stella e poi l’altra, fece registrare una doppia caduta di luce, prima della definitiva scomparsa del segnale luminoso. Dapprima si pensò che l’effetto fosse dovuto alla luce di Antares riflessa e diffusa da una presunta (ma inesistente) atmosfera lunare, poi successive osservazioni confermarono la duplicità del sistema.
La coppia Antares A + B dista da noi circa 550 anni luce e le due sono separate da 550 Unità Astronomiche o U.A. (l’U.A. è la distanza media tra il Sole e la Terra e vale circa 150 milioni di chilometri). Le due stelle orbitano una attorno all’altra con un periodo superiore ai 1.200 anni.
Ed ora vi raccontiamo una curiosità. Alle latitudini del Medio oriente e in generale dell’area del Mediterraneo, Antares appare sempre piuttosto bassa sull’orizzonte e quindi, per effetto della turbolenza atmosferica, maggiormente avvertibile a basse elevazioni, la sua luce, di un colore intensamente rosso, sembra scintillare vistosamente. Gli antichi osservatori l’hanno quindi accostata all’immagine di un rosso cuore pulsante, e per questo motivo le due stelle Sigma e Tau Scorpii sono state soprannominate Al Niyat (“le arterie”).
A patto di avere un orizzonte meridionale sgombro da ostacoli, a tarda serata lo Scorpione è visibile per intero, dalle chele fino al pungiglione rappresentato dalle stelle Shaula (Lambda Scorpii) e Lesath (Upsilon Scorpii).
La rubrica “Il cielo del mese” della Fondazione Clément Fillietroz-ONLUS è realizzata con il contributo della Fondazione CRT
Nel mese di luglio proponiamo al pubblico spettacoli al Planetario e visite guidate notturne in Osservatorio Astronomico, in programma dal martedì al sabato con prenotazione online obbligatoria. Per informazioni, consultate il nostro sito
A cura di Paolo Recaldini, Andrea Bernagozzi e Davide Cenadelli