Elezioni regionali, l’Union Valdôtaine presenta i suoi 23 candidati. “Meglio pochi ma buoni”
Una lista corta, ma frutto di attente scelte e motivazioni. L’Union Valdotaine prova a ripartire con i suoi 23 candidati, nessuno dei quali protagonista nei mesi scorsi di “cambi di casacca”, tutti in corsa esclusivamente per le regionali. A supportarli ieri all’Espace Loisirs Marino Massa di Verrès sono accorsi in tanti. Un pubblico delle grandi occasioni, nonostante le restrizioni imposte dal Covid.
“Meglio pochi ma buoni” scandisce Daniele Grange, presidente della Jeunesse Valdotaine, alla sua prima apparizione pubblica.
“Non aver completato la lista può sembrare una debolezza, in realtà è un segno di grande forza” sostiene il presidente Erik Lavevaz “Vi presentiamo con fierezza e orgoglio una lista di qualità composta dagli ingredienti giusti. Abbiamo giovani, persone di esperienza, grandi professionalità. Sono persone serie che hanno messo la loro disponibilità per il bene comune, non per interesse personale. E’ una lista identitaria della nostra unità valdostana”.
Le basi della lista sono state poste, ricorda Lavevaz, già nel congresso del novembre 2019 quando fu stabilito di non accogliere più portatori di voti”, “perché il tempo dell’utilizzo dell’Union Valdotaine come comitato elettorale è finito”, spiega Lavevaz. “Non abbiamo acconsentito né a proposte di liste miste né a usare la nostra lista per candidature personali. Io non credo nelle liste che sono diventate dei grandi contenitori di candidati, delle somme di individualità differenti. Noi abbiamo bisogno di costruire un’identità, ed è questo il lavoro che abbiamo fatto.”
A incarnare la ripartenza o la voglia comunque di svoltare è lo slogan scelto per accompagnare la campagna: ‘Les gens passent, l’Union reste’.
Restano saldi e sempre gli stessi i suoi ideali: l’autonomia, il bilinguismo, la coerenza e la protezione di tradizioni e valori. “In 75 anni l’Union è diventato il movimento più longevo d’Europa, ha contribuito a mantenere le tradizioni, le peculiarità del territorio e a sfoggiare con orgoglio i colori rosso e nero” dichiara il sindaco di Verrès Alessandro Giovenzi. Ricostruire l’area autonomista e revisionare lo statuto speciale sarà infatti il primo lavoro che l’Uv intraprenderà dopo le elezioni. “Con la presenza di un’area autonomista solida si potrà avere stabilità in Valle d’Aosta” argomenta Lavevaz.
Allo stesso tempo l’Uv punta alla modernità. Il partito propone un programma ricco. Il sostegno al lavoro è il filo rosso che collega tutte le iniziative. Sono previsti provvedimenti in molti settori tra cui agricoltura, commercio e turismo “perché è quello che le famiglie valdostane chiedono”, spiega il senatore Albert Lanièce.
Altri obiettivi del programma comprendono la valorizzazione dell’idroelettrico, l’impegno nell’utilizzo dell’energia rinnovabile, il miglioramento delle infrastrutture, l’attuazione di lavori pubblici e la costruzione di impianti a fune. Dimostrano un grande riguardo anche all’aspetto sanitario, campo in cui alcune delle proposte sono la valorizzazione del personale sanitario, l’allargamento dell’ospedale di Aosta, continuando un progetto preesistente, e trasformare le microcomunità in strutture totalmente sanitarie gestite dall’Usl.
Sono però l’istruzione pubblica e la cultura i punti considerati più importanti del programma. Fondamentale per l’Uv è anche lo sviluppo delle biotecnologie. “Dobbiamo sviluppare le competenze per permettere ai cittadini del 2050 di saper gestire l’agricoltura, il turismo e tutto il resto con le nuove tecnologie, a difesa del nostro pianeta.” esorta il senatore Lanièce a questo proposito.
“In questo momento difficile bisogna tornare alla fonte: autonomia, rispetto delle minoranze, antifascismo. Il nostro è un messaggio di una freschezza e modernità incredibile” dice ancora Lanièce.
Prima di lasciar spazio sul palco ai 23 candidati, presentati uno ad uno dalla candidata vice sindaca di Aosta Josette Borre, il Presidente dell’Uv Lavevaz si sofferma “per la prima e l’ultima volta” sulle ultime scelte e dichiarazioni di Augusto Rollandin. Smentendo di aver messo alla porta l’ex presidente, autosospesosi dal movimento dopo la condanna di primo grado per corruzione nel marzo 2019, Lavevaz ipotizza: “Rollandin con l’intelligenza che tutti gli riconoscono, ha probabilmente compreso che il tempo nell’Uv è cambiato e una sua candidatura sarebbe stata improbabile.”
L’ultimo sassolino dalle scarpe è in risposta al mantra di questi primi giorni di campagna elettorale dove tutti si definiscono unionisti. “I veri unionisti sono quelli che sono qui ora, presenti e disponibili in un momento difficile, e tutti quelli che si sono avvicinati al movimento, dopo un periodo di allontamento, in un momento non certo di forza. Questi sono gli unionisti che ci servono ora e in futuro.”