Monica Bianco, 45enne aostana, era accusata di estorsione e tentata estorsione nei confronti dell’ex amante, un imprenditore valdostano. La sentenza pronunciata oggi, venerdì 11 dicembre, dal Gup Paladino.
Le accuse a dieci persone sono contestate nell’ambito di due diversi procedimenti. Nel primo, per cui vi è richiesta di giudizio immediato da parte della Procura, gli episodi su droga ed estorsioni. Nell’altro, quelli di violenza ed armi.
Una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere, chiesta dal pm Ceccanti e accordata dal Gip Colazingari, ha raggiunto il 54enne e la 44enne arrestati lo scorso 13 giugno per essere stati trovati in possesso di un etto di cocaina.
Monica Bianco, 44 anni di Aosta, è agli arresti domiciliari da ieri. Avrebbe ottenuto 40mila euro da un imprenditore, minacciandolo di rivelare (alla moglie e al suo stesso marito) i dettagli sessuali della loro relazione.
Dialogo con l'ufficiale che ha diretto i “blitz” della Guardia di finanza scattati la scorsa settimana, alla luce dei tanti commenti (alcuni denigratori) sui social network e di diversi elementi emersi dall'inchiesta.
Per due dei fermati, Antonio D’Agostino e Francesco Battaglia, si aprono le porte del carcere: il primo va ai domiciliari, mentre il secondo è stato sottoposto all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli altri cinque restano in cella a Brissogne.
Pecula Enabulele, di origini nigeriane, ha patteggiato per le accuse di estorsione, tentata estorsione, maltrattamenti e lesioni, mentre è stata condannata per calunnia. I fatti ad Aosta, dalla fine del 2016.
Diego Carli, barese, è stato ritenuto responsabile, dal giudice monocratico Marco Tornatore, di estorsione e truffa ai danni di una donna della media valle. Disposta, a favore della persona offesa, una provvisionale di 62mila 500 euro.
Guido (54 anni) ed Enrico Rodà (52) sono accusati dal pm Ceccanti di intralcio alla giustizia. Nei loro confronti è scattato l’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria. I fatti lo scorso 31 ottobre.
Dounia Lalami, 49enne di origini marocchine, è stata condannata a sei anni, cinque mesi e quindici giorni di carcere per dodici episodi di estorsione, risalenti al periodo tra ottobre e novembre 2016, oltre ad una multa da 6.100 euro.
P.C., 45enne residente in bassa valle, è agli arresti domiciliari, misura cautelare disposta dal Gip del Tribunale, su richiesta del pm Introvigne. La donna, per i militari, era arrivata a minacciare di mostrare video degli incontri alle consorti.
Il Gup Colazingari ha rinviato a giudizio Pecula Enabulele, di origini nigeriane, che si era stabilita a casa di un aostano, ma l’idillio era durato ben poco. La donna è accusata di estorsione, maltrattamenti e lesioni. Prima udienza il 17 dicembre.
Il Gup del Tribunale di Aosta ha accolto la richiesta del pm Introvigne. Dell’accusa di estorsione dovrà rispondere Dounia Lalami, marocchina, che era stata arrestata il 2 maggio 2017. Le vengono contestati una quindicina di episodi a danno di clienti.
Lo ha stabilito il gip Davide Paladino al termine dell’udienza di convalida, tenutasi stamane in carcere. Bruno Antonio Sanzotta ha detto che la richiesta era la restituzione di un debito mai onorato dall’imprenditore. Attilio Pasquale non ha risposto.
un operaio muratore Bruno Antonio Sanzotta, 63 anni, muratore di Verrès, e Attilio Pasquale, 51 anni di Sanremo, disoccupato, sono stati arrestati in flagranza di reato mentre ricevevano il denaro dall'impresario a Saint-Vincent.